Si chiude così una pagina nera per la politica locale e se ne apre ora una ben più importante sulle spalle del sindaco
Eureka, il Consiglio comunale di Spoleto ha (finalmente) approvato una mozione che impegna il sindaco nella vicenda dell’ospedale spoletino impegnato nella lotta alla pandemia da coronavirus.
Nessun documento da presentare a Bertolaso dunque, come aveva proposto Ugolini di Forza Italia, atteso che l’ex capo prociv è solo un consulente della Regione e che a quanto trapela potrebbe non tornare a Spoleto in tempi brevi, ma un atto ufficiale che impegna il primo cittadino e dove non si fa alcun riferimento al Comitato da questo proposto.
Spoleto riesce così, dopo ben 3 settimane, a partorire un documento unitario, già approvato per via telefonica da tutti i componenti dell’assemblea e che verrà discusso in un consiglio comunale ad hoc che dovrebbe essere convocato nei prossimi giorni.
Inutile dire che la mozione è molto, molto simile a quella presentata dai 10 “ribelli” che, a loro volta, l’avevano ripresa dalla penultima conferenza dei capigruppo.
Averla integrata e votata tutti insieme giovedì scorso avrebbe consentito di guadagnare giorni preziosi, ma veti incrociati e bandiere da issare o non consentire che venissero issate, l’hanno fatta da padrone.
Si chiude così una pagina nera per la politica locale e se ne apre ora una ben più importante sulle spalle del sindaco De Augustinis. Atteso domani sera dal City forum che intende chiarire alcune questioni a cominciare proprio dall’Ordinanza con cui lo stesso ha istituito il Comitato di vigilanza sulla salute cittadina.
Le preoccupazioni per il robot “da Vinci”
Prima di riportare il testo integrale del documento, c’è una novità che riguarda la preoccupazione lanciata dal portavoce del City forum su un eventuale spostamento del robot “da Vinci”.
Preoccupazione che oggi fa pendant con la presa di posizione della Fondazione CaRiSpo che mette in mora la Usl sull’eventuale trasferimento di macchinari e impianti donati dalla benemerita Fondazione all’ospedale di Spoleto.
Con una lettera inviata al Commissario Usl2 De Fino, l’avvocato Sergio Zinni ha chiesto di “voler confermare che, nell’ambito della riconversione dell’ospedale spoletino (che contestiamo) in ospedale Covid, tutti gli strumenti e apparecchi sanitari, oggetto di donazioni da parte di questa Fondazione, non sono stati e non saranno rimossi ne’ potranno essere diversamente ricollocati territorialmente, assicurando che gli stessi vengono e verranno utilizzati conformemente alle finalità che hanno improntato gli atti di liberalità a beneficio di questo nosocomio. Quanto sopra vale anche nell’ipotesi in cui il singolo strumento sia stato compensato per l’acquisizione di altre apparecchiature, ivi incluso il robot “da Vinci”. Nel confidare in un pronto e positivo riscontro, anticipiamo che ogni eventuale assunta o assumenda iniziativa vanificante le nostre donazioni sarà impugnata presso le dovute sedi. In tale attesa, porgiamo distinti saluti”.
La dura lettera dal Dipartimento chirurgia
Una prima risposta, almeno sul robot, è arrivata nel pomeriggio di ieri – 9 novembre – dal Direttore del dipartimento di chirurgia Luigi Mearini. “Leggo con sorpresa quanto affermato da alcuni quotidiani, secondo cui ‘il dipartimento starebbe sondando il terreno’ relativamente al trasferimento del sistema robotico Da Vinci a Foligno. Premetto che in questo momento la Direzione aziendale e tutti i dipartimenti stanno facendo il massimo sforzo per far fronte alla drammatica impennata di pazienti covid gravi, e il dipartimento chirurgico è costantemente impegnato a cercare un equilibrio (garantendo sempre tutte le emergenze/urgenze) tra il notevole impegno assistenziale richiesto agli anestesisti e le giuste esigenze di cura dei pazienti non covid affetti da gravi patologie necessitanti di trattamento chirurgico. In questo momento specifico, garantisco personalmente che tutto quanto concerne la strumentazione robotica è, purtroppo, l’ultimo dei problemi. Esula dai compiti del Dipartimento sondare terreni o altro, né vi è in atto, né vi è mai stata, alcuna trattativa o discussione per trasferire il robot da Vinci: compito del dipartimento chirurgico è clinico assistenziale”.
La mozione condivisa dai 25 consiglieri
E veniamo al testo della mozione approvata dai 25 (gli amanti della precisione potranno confrontarla con quella presentata allo scorso consiglio)
Il Consiglio comunale della Città di Spoleto,
p r e m e s s o
che in data 31 gennaio 2020 è stato dichiarato lo stato di emergenza sul territorio nazionale a causa dell’infezione da COVID 19;
che, da ultimo in data 7 ottobre 2020, è stato prorogato tale stato di emergenza fino al 31 gennaio 2021 a causa della recrudescenza dei contagi;
che, a seguito della citata emergenza, la legge ha previsto la necessità di individuare appositi ospedali dedicati (ospedali COVID), che sono strutture sanitarie indicata dal piano sanitario regionale per l’emergenza COVID come centri di accoglimento dei pazienti COVID-positivi con vari gradi di sintomatologia;
che la struttura sanitaria adatta ad essere convertita in Ospedale COVID deve possedere dei requisiti di spazi e impiantistica tali da consentire la definizione di aree e percorsi dedicati, dove i pazienti possono essere curati adeguatamente garantendo la sicurezza per loro e per gli operatori sanitari;
che l’isolamento delle aree di degenza deve essere perfettamente garantito ed è necessario delimitare i percorsi dei pazienti in arrivo col contemporaneo allestimento di apposite zone filtro per l’accesso e la vestizione degli operatori con i dispositivi di protezione individuale (DPI) e la zona di svestizione dai DPI contaminati;
che, all’interno di un ospedale COVID può accedere esclusivamente il personale sanitario e tecnico appositamente addestrato necessario al funzionamento della struttura in base alle raccomandazioni e linee guida OMS;
che i pazienti già ricoverati per altre patologie presso una struttura che deve essere riconvertita in Ospedale COVID o sono collocati in un’ala isolata ed indipendente della struttura stessa oppure trasferiti presso altre strutture;
che la Regione Umbria nel periodo emergenziale ha dovuto riconfigurare la rete ospedaliera regionale a temporanea e parziale deroga della propria programmazione e gli ospedali umbri sono stati suddivisi in Dea (Dipartimento emergenza e accettazione) di I livello come punti di riferimento per la gestione dell’emergenza finalizzata al ricovero dei casi gravi nelle malattie infettive e in terapia intensiva e ospedali Dea di II livello, distinti in due tipologie, nel primo caso riconfigurati per l’emergenza coronavirus e nell’altro per la gestione della patologia acuta e sub acuta medica e chirurgica ordinaria;
che gli ospedali di base sono stati distinti in due tipologie: quelli destinati all’emergenza Covid, e quelli di supporto, che accolgono le patologie mediche di media intensità assistenziale in trasferimento dalle aziende ospedaliere e dai reparti di pronto soccorso;
che la Regione, in ossequio alle disposizioni emergenziali vigenti aveva individuato come ospedali covid quello di Pantalla, quelli di Perugia e Terni e quelli di Città di Castello e Foligno, al fine di raggiungere il numero di posti letto in terapia intensiva richiesto dal Ministero e l’ampliamento dei reparti di pronto soccorso degli ospedali umbri, comprensivo della riorganizzazione degli accessi;
che l’attribuzione all’ospedale di Spoleto della qualità di ospedale COVID non poteva non essere preceduta da un confronto sul tema con l’Amministrazione comunale e la cittadinanza considerato che la Città di Spoleto è il centro più popolato tra quelli umbri colpiti dal sisma del 2016 e all’ospedale di Spoleto fanno altresì capo i comuni della Valnerina per tutte le esigenze sanitarie ivi comprese quelle collegate alle recenti emergenze post sisma del 2016;
che l’ospedale di Spoleto è anche in stretta connessione con la funzionalità sanitaria della Casa di reclusione di massima sicurezza di Maiano di Spoleto;
che attribuire la qualifica di ospedale COVID al nosocomio della Città di Spoleto, comporta lo spostamento della quasi totalità dei servizi previsti, compreso il punto nascite e servizi essenziali ed urgenti in altre strutture regionali;
preso atto
che l’incremento esponenziale dei contagi sul territorio regionale, richiede l’individuazione di ulteriori strutture sanitarie per la gestione dei pazienti COVID e che l’autorità regionale ha deciso di attribuire la qualifica di ospedale COVID al nosocomio della Città di Spoleto;
che la pandemia sta vivendo una recrudescenza, con una seconda fase di contagi che appare nei numeri addirittura maggiore della precedente;
che la Regione ha deciso di implementare le strutture adibite alla gestione del Covid 19 implementando il nosocomio spoletino alla gestione dei casi Covid tra i DEA di primo livello, decisione che non è mai stata ufficialmente comunicata né tantomeno condivisa col Sindaco, e questo non può che essere stigmatizzato;
che pesano in questo momento le gravi decisioni del passato come quella di non realizzare un unico ospedale tra i territori afferenti al folignate e allo spoletino, oppure ancora quella delle continue spoliazioni dell’ospedale di Spoleto;
che anche nell’attuale “consigliatura”, su proposta della IV commissione consiliare permanente presieduta dalla consigliera Morelli, documento condiviso con l’associazionismo cittadino, nel giugno del 2019 è stata approvata all’unanimità una mozione che impegnava il sindaco a seguire tutte le vicende che interessavano la valorizzazione del presidio ospedaliero cittadino;
considerato che
gli effetti della pandemia, che si sta di nuovo abbattendo sulla nostra comunità va affrontata con il giusto spirito di sussidiarietà tra i territori al quale la città di Spoleto non intende sottrarsi ma questo non può prescindere dal coinvolgimento degli attori locali e non può prescindere dal dare garanzie per il presente e per il futuro;
la destinazione del Nosocomio di Spoleto ad Ospedale Covid ha generato perplessità e preoccupazione tra la cittadinanza, anche perché non condivisa con l’Amministrazione comunale, e poiché per come è stata disposta rappresenta una riconversione dei reparti convenzionali in reparti Covid;
è imprescindibile che dei tali reparti utilizzati al trattamento della patologia Covid 19 dovrà seguire comunque il ripristino totale della situazione antecedente la riconversione comprensiva del personale medico-infermieristico;
in data 05.11.2020 c’è stato un incontro informale circa la situazione attuale dell’ospedale tra il Sindaco di Spoleto ed il dott. Bertolaso, consulente della Regione Umbria per l’emergenza sanitaria da Covid-19;
la imminente calendarizzazione di un incontro ufficiale che dovrebbe tenersi in città alla presenza del dott. Bertolaso anche in ragione dell’atto di indirizzo della Giunta Regionale che ha ribadito in data 04.11.2020, così già come specificato nell’Ordinanza regionale n. 67 del 22.10.2020, il ripristino nella struttura spoletina, ad emergenza terminata, di tutti i servizi sanitari originariamente erogati;
il Consiglio comunale IMPEGNA IL SINDACO a compiere tutti gli atti necessari per chiedere e garantire che:
· si assicuri anche in questo momento di emergenza un continuo e proficuo confronto con l’Amministrazione regionale al quale l’Amministrazione comunale si è ispirata sin dall’inizio della legislatura; · si riapra quanto prima il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Spoleto, che oltre a servire alla cittadinanza del nostro territorio è essenziale anche per gli abitanti di tutta la Valnerina e la Zona Sociale coinvolgendo oltre 60000 utenti, territori già duramente provati dal sisma del 2016, garantendo anche un servizio di elisoccorso considerato il vasto bacino di utenti afferenti al servizio di emergenza;
· si mantenga nell’ospedale di Spoleto tutta quella strumentazione medico-sanitaria che è stata donata dalle Associazioni/Fondazioni presso il Nosocomio San Matteo degli Infermi, e garantisca che tali strumentazioni non vengano destinate altrove;
· si mantengano dunque operativi i reparti essenziali al fabbisogno sanitario dell’intero comprensorio (comprendente dunque tutta la Valnerina etc.);
· si organizzino idonee procedure per l’esecuzione di tamponi rapidi, sia per il personale che per l’utenza, e procedure che garantiscano le necessarie condizioni di tutela della salute del personale medico ed infermieristico;
· si valutino la ripartizione del peso in termini di personale, mezzi, posti letto tra tutte le strutture sanitarie del territorio umbro secondo le rispettive caratteristiche, così da garantire una corretta gestione dell’emergenza e al contempo assicurare un livello minimo dei servizi per i cittadini in tutti i territori;
· al ripristino del nosocomio di Spoleto allo stato pre-Covid, ci si adoperi con sollecitudine per potenziare ed efficientare i reparti sanitari presenti, con particolare riferimento a quelli in maggiore sofferenza di mezzi e personale come tra l’altro dichiarato nell’Ordinanza regionale di chiusura temporanea dello stesso;
· una volta terminata l’emergenza COVID, si ripristini il punto nascite, e alla luce di quello che sta accadendo, preveda una moratoria per almeno cinque anni, che permetta di sforare i limiti previsti dalle disposizioni di legge, e questo anche per eventuali limiti imposti per altri reparti, qualora esistenti;
· i macchinari che saranno inviati, restino in buona parte presso il nostro ospedale al fine di potenziare i reparti che saranno ripristinati;
· la Regione intervenga presso enti statali, corpi militari e organizzazioni che gestiscono ospedali e personale nei vari contesti nazionali ed internazionali che possano mandarci da subito personale medico e infermieristico per aiutare le situazioni peggiori e più colpite dal Covid in base al tasso di ricoveri;
· si inviino immediatamente medici pneumologi, infettivologi, intensivisti, internisti, cardiologi e personale infermieristico e paramedico per il corretto trattamento dei pazienti Covid al fine quindi di garantire
– un numero adeguato di medici nei presidi ospedalieri,
– una formazione che permetta loro di agire in totale sicurezza seguendo scrupolose procedure,
– DPI adeguati e sufficienti al lavoro da svolgere,
– modalità semplici ed efficienti di trasporto ai nosocomi non interamente Covid e alla fruizione di tutti i servizi necessari per la salute, fondamentale per eliminare il congestionamento dell’ospedale e per avviare prima possibile un ritorno alla normalità dello svolgimento delle funzioni del nosocomio anche prima della fine della pandemia,
– creare equipe infettivologhe itineranti di supporto ai Medici di Medicina Generale per decongestionare i Pronto soccorso,
– definire delle strutture esterne all’ospedale dove indirizzare i casi sintomatici non severi ma con difficoltà logistiche nella gestione della quarantena, ◦ affidare solo i casi gravi alla gestione dei reparti di malattie infettive, ◦ rivedere i criteri di ammissione ai test (tamponi) che siano dinamici e flessibili per evitare di creare involontari diffusori di contagio o prigionieri da Covid-19″.