E' la Sindrome di Polifemo "natalizia", quell'insieme di motivazioni che spingono anche la più piccola comunità di una regione a costruire opere gigantesche
Poi dice che uno non sopporta le feste natalizie!
Fatto sta che tra i tanti motivi per cui invece di essere più buoni, in Umbria a Natale, si diventa più nervosi, c’è anche l’arrivo della Sindrome di Polifemo “natalizia”
Dicesi Sindrome di Polifemo “natalizia”, quell’insieme di motivazioni che spingono anche la più piccola comunità umana di una regione mignon come l’Umbria (intesa come territorio in metri quadrati) a costruire opere gigantesche (o presunte tali) in nome del motto “io ce l’ho più grande…a Natale”.
Cosa generi la perniciosa malattia è ancora materia di studio. E’ dai tempi di Omero che cerchiamo di raccapezzarci sulla faccenda di chi si considera “il più grande del mondo”, ma a quanto pare non se ne viene a capo. Sarà magari per mancanza di prospettiva periferica, vista la presenza di un solo occhio in mezzo alla fronte? Mah, chissà.
Com’è, come non è, in Umbria il 2021 è l’anno delle grandi dimensioni. Tutto è più grande del mondo come misura standard, salvo poi avere rari casi, anzi unico per quest’anno, di “più grande d’Europa”. Un sorta di forma minor della sindrome.
La lista polifemica
Partendo dalla zona del Trasimeno, a scendere, non si contano le installazioni presepiali, arboree con puntale, di proiezione multicolor o di simboli della tradizione (comete, cieli stellati, slitte e renne a go go).
E dunque ecco l’albero di Natale più grande del mondo disegnato sull’acqua a Castiglione del Lago “che deve dare luce a tutta l’Umbria” dicono i politici locali, che fanno male i conti da subito perchè loro non sanno…
E infatti scendendo di poco, eccoti a Perugia l’albero virtuale sui tetti (visibile da Porta Sole) più grande del mondo, perchè il capoluogo di provincia ce l’ha più grande da tempi immemorabili. Unico dubbio, dove va a cadere il puntale dell’albero.
E qualcuno già si chiederà, “ma a Gubbio non c’era l’albero di Natale luminoso più grande del mondo da tanti anni??”. E infatti così è. Diamo a Gubbio quel che è di Gubbio!
I poveri amici eugubini, mai come quest’anno, hanno visto fiaccata dal diffondersi della Sindrome di Polifemo, la loro onorata e più che decennale reputazione. Ci mancava solo un paese limitrofo, Casacastalda sotto il “reame” di Valfabbrica, che ha deciso di non essere da meno di nessuno e di creare la Natività luminosa più grande del mondo. Una epidemia di “orchite” costruttiva conseguenza della sindrome ciclopica. Tachipirina almeno 3 volte al giorno e antibiotici specifici. E via che và!
A Foligno non si scherza
Dove però il dilagare della sindrome si fa inarrestabile è purtroppo a Foligno che ha da poco battezzato una serie di simboli natalizi più grandi del mondo, da paura (o preoccupanti, a piacere). Si comincia con il Pacco natalizio più grande del mondo di Porta Romana per poi passare direttamente a Slitta e renne più grandi del mondo in piazza della Repubblica e Albero luminoso di 20 metri a Largo Carducci sotto un Cielo stellato, ovviamente più grande del mondo (chissà come si incazzano i cieli stellati dei vari deserti del mondo che gli si scippa il record così, lisci lisci).
E pensare che a Foligno ce l’hanno davvero una rarità importantissima e davvero la più grande del mondo nel suo genere, Calamita Cosmica di Gino De Dominicis, esposta nell’ex Chiesa dell’Annunziata di via Garibaldi. Di una bellezza e ispirazione mozzafiato. Ma poichè trattasi di una rappresentazione di scheletro umano a dimensione polifemica, il ciclope scarnificato non può entrare nel novero dei simboli natalizi. Magari addobbato con qualche filo argentato e un po di palle…chissà!
Spoleto affetta da sindrome “minor”
Nella città del Festival, in questo dilagare di gigantismo un tanto al metro, non si sa se essere felici o meno di essere invece stati colpiti dalla forma minor della sindrome. Fatto sta che a Spoleto si registrano due record su cui riflettere e ragionare (al netto delle giustificazioni, causa recenti elezioni comunali): l’Albero di Natale più piccolo della regione e il Presepe monumentale più grande…d’Europa! Che, ahinoi, non è dunque il più grande del mondo!
Una Caporetto in metri lineari che oltretutto prevede la condivisione pubblica dell’addobbo per l’arbusto natalizio rarefatto. In modo tale che se qualcuno non ci appende una palla e un puntale o un filo dorato, la questione si fa “pinnocchiosa” oltre che pidocchiosa.
In verità gli alberi da addobbare in maniera condivisa sarebbero due, uno di fronte al Comune e l’altro al Centro Civico di San Nicolò, quest’ultimo affetto non solo dalla sindrome minor ma anche da quella della Solitudine Pensosa. Incurabile, probabilmente.
Terni, serietà e tradizione
E per concludere la lista, puramente indicativa, ricordiamo La stella cometa di Miranda, la più grande al mondo nel suo genere, costituita da 80 corpi luminosi sul versante Nord Ovest del monte sulla cui cima sorge il borgo medievale di Miranda, frazione della città di Terni.
Almeno questa installazione, come l’Albero di Natale di Gubbio, davvero le opere con più anni di vita in Umbria e autorizzate a rivendicare la primogenitura sulla Sindrome di Polifemo. Un esempio fulgido di serietà e tradizione.
Vaccino o antidoto ?
Ora la domanda pressante che viene rivolta alle autorità competenti, Presidenti, Sindaci, Assessori, Cacicchi e Capi Tribù, è la seguente: cosa si intende fare per tornare tutti a dimensioni più umane e soprattutto, cercando di eliminare quel fastidioso effetto collaterale che è “io ce l’ho più grande del tuo…”?
Perchè oltretutto qui rischiamo che non si trovino più indumenti intimi (mutande soprattutto) capaci di contenere la lievitazione metrica.
Si ha intenzione di ideare un vaccino o si passa direttamente all’antidoto, come il siero antivipera?
Insomma di questo passo dove andremo a finire? All’Albero o il Presepe più grande dell’Universo? Sperando poi che i Marziani o gli abitanti di Ork non si incazzino eh !
Urge commento in tal senso del Sociologo, Prof. Roberto Segatori. Grazie!