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Strage Umbra Olii, l'accusa chiede conferma condanna Del Papa / La difesa vuole una nuova perizia

Redazione

Strage Umbra Olii, l'accusa chiede conferma condanna Del Papa / La difesa vuole una nuova perizia

Ven, 25/10/2013 - 21:09

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Sara Minciaroni

Ad un mese esatto di distanza dal settimo anniversario del rogo della Umbria Olii di Campello sul Clitunno si è tenuta stamattina, davanti al collegio della corte d'appello del tribunale di Perugia, la prima udienza del processo d'appello che vede come imputato Giorgio del Papa, titolare dell' azienda, condannato in primo grado a 7 anni e 6 mesi per omicidio plurimo colposo .

Il ricorso. La sentenza di primo grado emessa il 13 dicembre 2012 dal giudice Alberto Avenoso aveva attribuito la responsabilità dell'accaduto tutta all'azienda, stabilendo che non erano state adottate “misure tecniche e organizzative adeguate al fine di prevenire la formazione di atmosfere esplosive o comunque di evitarne l'accensione” e adottando di fatto in pieno l'impianto accusatorio del pm Federica Albano. “Se Del Papa avesse provveduto a svuotare il serbatoio – questo lo stralcio della sentenza – avremmo a questo punto ragionato non su un disastro di immani proporzioni, bensì sul semplice danneggiamento meccanico di un silos”. La difesa, condotta dal legale Giuseppe La spina, dopo aver letto le 180 pagine di motivazioni aveva subito presentato ricorso.

Giorgio del Papa questa mattina non c' era. Nell' aula della corte d'appello di Perugia davanti ai giudici Belardi, Veranucci e Ricciarelli erano però presenti molti dei familiari delle quattro vittime: Maurizio Manili (titolare dell' azienda subappaltatrice dei lavori), Tullio Mottini, Vladimr Todhe e Giuseppe Coletti e dell' unico superstite Klaudio Demiri (alla guida della gru al momento dell'esplosione fatale).

La procura ha chiesto la conferma della sentenza di primo grado. L' udienza si è aperta alle 10 ed il giudice Ricciarelli per tre ore consecutive ha portato avanti la lettura della relazione che ha riassunto tutta la vicenda, compresa la sentenza e le motivazioni dell'appello. Lettura che poteva essere evitata solo con il consenso di tutte le parti ma che la difesa ha richiesto integralmente. Poi la parola è passata alla procura e il sostituto procuratore Giuliano Mignini ha sottolineato come per l'accusa rimangano valide tutte le considerazioni del primo grado ed in particolare come “Il contenuto della sentenza da conto delle accuse formulate e se ne chiede la integrale conferma”. Mignini ha spiegato inoltre come la morte dei quattro operai sia sopraggiunta per choc termico e per la fiammata ad altissima temperatura, in tempi rapidissimi e non compatibili (come nella tesi sostenuta dalla difesa, ndr) a causa dello sganciamento della gru.

La difesa. Gli avvocati Giuseppe La Spina, Giuseppe Valentino e Sesto Santucci, che assistono Del Papa, hanno richiesto una nuova perizia che riesca a redimere il contrasto che in fase dibattimentale è emerso tra le risultanze dei periti di difesa e accusa. Da un lato infatti i consulenti del pm hanno stabilito che l'esplosione si è verificata per l'eccessiva presenza di gas esano determinata dalle elevate temperature e dal fatto che il silos 93 non era stato svuotato. Dall'altro secondo la difesa si sarebbe trattato di un errore di manovra del gruista della ditta Manili (tesi che ha portato Del Papa a chiedere ai parenti delle vittime un risarcimento da 35 milioni di euro).

Presto la sentenza. Dopo una breve pausa la parola è passata agli avvocati delle parti civili, difensori dei familiari delle vittime, del superstite e del Ministero dell' Ambiente e dell' Inail. Dopo una seduta di camera di consiglio la corte ha stabilito di aggiornarsi all'8 novembre, data in cui l' avvocato La Spina avrà modo di esporre la sua difesa. Al termine potrebbe già arrivare la sentenza, sempre che la corte non decida di accogliere la richiesta di una nuova perizia e di riaprire di fatto una fase istruttoria in sede di appello.

L'anniversario. Tra esattamente un mese saranno trascorsi 7 anni da quel drammatico 25 novembre del 2006 in cui si verificarono le esplosioni e il rogo in cui i 4 operai persero la vita.

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