Crollo chiesa S. Giacomo, fissata udienza preliminare per 7 imputati - A marzo davanti al giudice - Tuttoggi.info

Crollo chiesa S. Giacomo, fissata udienza preliminare per 7 imputati – A marzo davanti al giudice

Redazione

Crollo chiesa S. Giacomo, fissata udienza preliminare per 7 imputati – A marzo davanti al giudice

Mar, 08/01/2013 - 23:53

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Jacopo Brugalossi

Si terrà il prossimo 12 marzo, presso il Tribunale di Spoleto, l’udienza preliminare a carico delle 7 persone ritenute responsabili del parziale crollo della chiesa di San Giacomo, avvenuto la mattina del 23 novembre 2010. Il GUP Augusto Fornaci ha così stabilito, dopo aver ricevuto il 5 aprile scorso da parte del sostituto procuratore che coordinò le indagini, la dottoressa Federica Albano, la richiesta di rinvio a giudizio. Inizialmente nelle indagini furono implicate altre 4 persone: un sacerdote, due tecnici comunali e uno della soprintendenza, coinvolti a vario titolo nei lavori di restauro a cui la chiesa era sottoposta quando si verificò il crollo. La loro posizione però, anche alla luce delle memorie difensive presentate dai loro avvocati, risulterebbe già archiviata.

Il crollo – I 7 che compariranno di fronte al GUP sono accusati di disastro colposo, per aver cagionato il crollo della navata centrale e di quella laterale destra della chiesa. Tutto avvenne mentre 4 operai della ditta C.E.S.A. di Città di Castello, a cui l’Arcidiocesi di Spoleto-Norcia aveva appaltato i lavori, si trovavano all’interno, intenti a completare lo scavo accanto al secondo pilastro della navata destra per collocarvi le gabbia di armatura della nuova fondazione. Solo la prontezza di riflessi di uno di loro, che avendo udito degli rumori sinistri invitò gli altri ad allontanarsi in tutta fretta, evitò che oltre all’immane danno artistico e architettonico vi fossero anche delle perdite umane.

Le violazioni – Tra coloro per cui è stato chiesto il rinvio a giudizio figurano i progettisti strutturali degli interventi di consolidamento e restauro, i direttori responsabili dei lavori, il coordinatore per la sicurezza, il collaudatore generale e il legale rappresentante della ditta appaltatrice. Fu la loro negligenza, unita a palesi omissioni e grossolani errori di valutazione, a causare, secondo la dottoressa Albano, il disastro. Colonne ed archi non puntellati prima degli interventi strutturali, saggi per verificare la profondità del terreno su cui erano poggiate le colonne mai effettuati, nessun Giornale dei Lavori, demolizioni e sbancamenti effettuati senza le precauzioni necessarie a prevenire infortuni degli adetti ai lavori o danni a terzi. Di queste ed altre violazioni in materia di appalti, edilizia e sicurezza, gli imputati dovranno rispondere di fronte al giudice.

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