Caso Petroro, Meluzzi “Il vescovo Tuzia si occupi del suo gregge” - Tuttoggi.info

Caso Petroro, Meluzzi “Il vescovo Tuzia si occupi del suo gregge”

Christian Cinti

Caso Petroro, Meluzzi “Il vescovo Tuzia si occupi del suo gregge”

Il primate ortodosso: “se si fosse trattato di una moschea, non avrebbe avuto la stessa solerzia” | Il contratto d’affitto tra Etab e martiniani
Dom, 29/04/2018 - 05:39

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Professor Meluzzi, a Todi è in atto uno scontro tra la Diocesi e la chiesa cattolica ortodossa ecumenica di Petroro…
E vuole sapere cosa ne penso?
Mi dica.
Siamo in Italia – risponde Alessandro Meluzzi, psichiatra, scrittore, politico, personaggio televisivo, scomunicato nel 2015 dalla chiesa cattolica romana, si dice per la sua appartenenza alla massoneria, e oggi primate della chiesa ortodossa italiana autocefala – una Repubblica laica. Dove ognuno è libero di esercitare la religione che preferisce senza condizionamenti”.
La Diocesi però sostiene che la comunità di Petroro è disconosciuta dalla chiesa ortodossa…
In Italia abbiamo cinque patriarcati ecumenici e centinaia di altre piccole chiese…
Ma lei conosce la realtà di Petroro?
Sì, è una piccola comunità che svolge attività convegnistiche, ma anche di approfondimento artistico e spirituale. Che si occupa di accoglienza e fa produzioni agricole”.
Quindi?
Quindi sa cosa le dico? Che il vescovo Tuzia, lo dico con molta umiltà, ma anche con saggezza e carità cristiana, dovrebbe occuparsi del suo di gregge e non di quello di Petroro. E che se si fosse trattato di una moschea non avrebbe avuto la stessa solerzia. Il fatto che spenda tanta energia per quei monaci, piuttosto che darsi da fare per difendere le tradizioni cristiane dall’Islam, dice chiaramente la distorsione che si vive all’interno della Chiesa”.

Questione di soldi

L’Associazione accademia nazionale delle arti – di cui l’ordine monastico dei martiniani sembra essere diretta emanazione – è sbarcata a Todi il 5 aprile del 2016, quando in uno studio notarile cittadino, il suo rappresentante legale, Massimiliano Muzzi, firma il contratto di affitto per il castello di Petroro. “Il complesso – spiega Paolo Frongia, presidente di Etab-La Consolazione, proprietaria del borgo – è stato restaurato dopo il sisma del 1997. Abbiamo predisposto diversi bandi prima di arrivare all’affitto definitivo”. La locazione viene assegnata con un contratto modulare. L’associazione entra in possesso del borgo fortificato l’1 ottobre 2016 e per il primo anno deve fare fronte ad un canone di 22.000 euro l’anno, che diventano 37.000 nel secondo anno, in un crescendo costante fino alla quota definitiva di 89.000 euro anno.

Prima di procedere alla stipula del contratto – spiega Frongia – abbiamo fatto tutti gli accertamenti del caso, approfondendo anche eventuali pendenze penali che però non sono emerse”. Le verifiche sono proseguite anche in periodi successivi, soprattutto dopo che l’Etab ha ricevuto alcune “lettere anonime” che mettevano in guardia rispetto all’attività dell’associazione. Che sulla carta spazia dal teatro all’agricoltura fino al sociale.

Petroro è infatti sede legale anche della “Associazione opera di san Martino – Onlus”, iscritta al registro regionale delle organizzazioni di volontariato dal 30 gennaio 2017, il cui scopo sociale è quello di “Migliorare la qualità della vita dei cittadini svantaggiati dal punto di vista fisico, psichico, economico, sociale, familiare attraverso assistenza e consulenza alla persona cooperando con organismi pubblici; fronteggiare situazioni di calamità denutrizione o carenze igienico-sanitarie con interventi di soccorso e aiuti alimentari”. Del consiglio direttivo dell’associazione, oltre allo stesso Muzzi, fanno parte Giovanni Maglia, 40enne siciliano, e Federica Tatulli, romana, attrice e regista e moglie del Muzzi. La San Martino invia periodicamente al comune di Todi progetti e relazioni, finalizzate proprio alla tenuta dell’albo regionale. “Ma al di là delle proposte – dicono di sfuggita a Palazzo del Popolo – di collaborazione ce n’è stata veramente poca”.


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