Bonifica fiume Clitunno, non ci fu frode. Ammenda per il trattamento dei fanghi

Bonifica fiume Clitunno, non ci fu frode. Ammenda per il trattamento dei fanghi

Redazione

Bonifica fiume Clitunno, non ci fu frode. Ammenda per il trattamento dei fanghi

Gio, 03/03/2022 - 08:25

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Assolti il direttore della Bonifica umbra, due dipendenti e il titolare di un'azienda per la maggior parte dei reati che gli venivano contestati

Non ci fu alcuna frode da parte del Consorzio della bonificazione umbra nei lavori di bonifica del fiume Clitunno a seguito del rogo alla Umbria Olii di Campello. Si è chiuso con l’assoluzione per vari reati ed una ammenda relativa alle contestazioni sul trattamento dei fanghi, dopo anni, il processo di primo grado davanti al tribunale di Spoleto che vedeva imputate 4 persone.

I lavori erano stati eseguiti tra il 2013 ed il 2015, nei territori di Campello sul Clitunno e Trevi, a seguito dell’esplosione alla raffineria avvenuto il 25 novembre 2006 nella quale persero la vita 4 operai di una ditta esterna. Sotto la lente della magistratura erano finiti il direttore e due dipendenti della Bonifica umbra, oltre al titolare dell’azienda che si era occupato dei lavori relativi al fiume. Erano accusati, a vario titolo, di frode, gestione illecita di rifiuti pericolosi e reati di tipo ambientale connessi allo stoccaggio dei rifiuti estratti dal fiume ed il loro deposito nell’area di cantiere.

Martedì il collegio penale del tribunale di Spoleto ha assolto gli imputati dalle principali accuse, condannandoli soltanto per alcune violazioni al testo unico sull’ambiente ad una ammenda di 6mila euro ed al risarcimento delle parti civili (Regione Umbria e Wwf).

Era stata la stessa pubblica accusa a chiedere l’assoluzione degli imputati dai reati di falso nella redazione del giornale dei lavori, di indebita percezione di erogazioni pubbliche e di frode in pubbliche forniture. Richiesta accolta dai giudici che, appunto, hanno condannato i quattro soltanto per l’illecito trattamento dei fanghi rimossi dall’alveo dei corsi d’acqua, contenenti rifiuti solidi abbandonati, in assenza di analisi atte ad escluderne la pericolosità.

“Non ho mai avuto dubbi della correttezza delle azioni del Direttore e dei tecnici coinvolti, – asserisce il Presidente del Consorzio della bonificazione umbra, Paolo Montioni a nome di tutto il CdA, – supportandoli in ogni passaggio di questa vicenda. Oggi l’Ente può asserire di aver ridato alla nostra collettività un’opera godibile realizzata con lungimiranza e impegno. Le analisi svolte dall’Università di Perugia confermano, in maniera incontrovertibile, che tutto il sito è migliorato da un punto di vista ambientale. Siamo orgogliosi di tutta la squadra del Consorzio riconfermando alla Direzione e a tutti i collaboratori, se mai ce ne fosse bisogno, tutto il nostro supporto”.

(aggiornato alle 17)

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