di Carlo Ceraso
Alberto Stramaccioni è il nuovo segretario provinciale del Pd. E’ quanto hanno espresso i 228 delegati del piddì presenti a Perugia (l’assemblea è composta da 270 dirigenti, 240 quelli che avevano firmato la propria presenza stamani). Un successo che ha trovolto l’altro candidato, il segretario uscente Piero Mignini. Alla fine sono stati 143 i voti riportati da Stramaccioni contro i 75 ottenuti da Mignini (10 le schede bianche o nulle). 52 anni, professore di Storia Contemporanea, giornalista professionista, Stramaccioni era stato segretario regionale del Pds-Ds dal 1992 al 2001 e deputato nella XIV e XV legislatura nelle liste dell’Ulivo.
Una mattinata di tensioni – al voto si è arrivati in un clima solo apparentemente tranquillo. Stefano Fancelli, possibile out sider, all’ultimo momento ha deciso di non prensentare la propria candidatura. Nella sala, dove gravitano anche dirigenti di partito che con l’assemblea provinciale non c’azzeccano nulla, comincia la caccia al voto. A differenza dei pronostici però Stramaccioni parte con il vento in poppa: gli ex margheritini (una ottantina) son tutti con lui e anche fra i diesse, da Castello a Foligno, c’è chi giura che sosterrà l’ex parlamentare con il proprio voto. In un angolo del parterre, stando a quanto riferiscono i bene informati, la governatrice Rita Lorenzetti e l’onorevole Giampiero Bocci parlano in modo vivace. Anche troppo, a guardare la gestualità delle mani. Comincia lo spoglio dei voti. Qualcuno ha già abbandonato l’aula, altri assistono a testa bassa alla vittoria del prof.. Ma i più festegiano.
Il Stramaccionipensiero – Subito dopo la nomina il professore ha dichiarato che intende lavorare “con tutti e per tutti. Il lavoro fin qui svolto è senza dubbio positivo – ha detto rivolgendosi al suo predecessore – ma ora bisogna attuare quelle modifiche necessarie per restare al passo con i tempi”. Poi ha indicato le priorità che sono l’individuazione delle coalizioni – “da Prc all’Udc” ha detto Stramaccioni a margine della votazione – il programma e i candidati.
Un nuovo Pd – il risultato del voto dimostra che il piddì sta trovando una sua nuova dimensione e un nuovo assetto. Lontano da quelle logiche che ancor oggi lo fanno apparire come un partito diviso a metà. Stramaccioni dunque ha già un merito: quello di saper rappresentare insieme l’anima diessina e quella margheritina. E non è cosa di poco conto. Ma il Pd oggi ha dato a tutti un’altra lezione: quella che le urne non son poi più così tanto sicure come un tempo.