I vasi e monili in bronzo, ceramica e vetro, di origine etrusca, romana e italica, sono stati consegnati dai carabinieri al Museo archeologico di Spoleto
Sono andati ad arricchire il Museo archeologico nazionale di Spoleto ben 13 tra vasi e monili etruschi, romani e italici confiscati dopo essere stati trovati in un’abitazione di Cerreto di Spoleto un anno fa.
Il 19 febbraio scorso, infatti, alcuni dei manufatti che erano stati sequestrati ad un uomo attualmente 62enne sono stati ufficialmente restituiti allo Stato italiano, in virtù delle disposizioni di legge che disciplinano il ritrovamento e l’illecito possesso di beni culturali di natura archeologica (art. 91 D.Lgs 42/2004 Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio).
Vasi e monili antichi erano in una casa di Spoleto
L’uomo (T.S. le sue iniziali, di origini rumene da residente da anni in zona) era stato denunciato a piede libero per ricettazione di beni archeologici dopo che i carabinieri della Compagnia di Spoleto avevano trovato nella sua abitazione – a Cerreto – ben 18 oggetti antichi, tra vasi e monili ma anche monete. Un’operazione che aveva visto la collaborazione del Nucleo Tutela patrimonio culturale dell’Arma che aveva ipotizzato quei manufatti come di possibile origine etrusca e greca, presumibilmente trafugati da scavi archeologici. Al momento dell’accesso nell’abitazione del sessantenne, questi aveva detto ai militari che quegli oggetti gli erano stati dati in consegna da un conoscente. Tutto era stato comunque sequestrato ed analizzato per confermare l’origine storica.
I reperti archeologici erano stati analizzati dagli archeologi in servizio presso la Direzione Regionale Musei dell’Umbria, che ne hanno confermato l’autenticità, relazionando su tipologia, provenienza e valore. Si tratta di bronzo, ceramica e vetro la cui produzione è stata collocata in un arco cronologico compreso tra il X secolo a.C. e la prime età imperiale (I secolo a.C. – II secolo d.C.). Per quanto riguarda l’area geografica di riferimento, dalla composizione dei materiali e dai criteri di realizzazione e raffigurazione, la produzione è stata individuata in ambiti italico, etrusco e romano; mentre il valore economico complessivo, che prescinde in modo sostanziale da quello storico-artistico riferito alla natura di “testimonianza culturale”, è stato quantificato in circa 15.000 euro.
L’importanza dei reperti archeologici
Fra gli oggetti esaminati è stato dichiarato di particolare interesse, per lo stato di conservazione delle pittura e la rappresentazione delle figure disegnate, l’Anfora nicostenica a figure nere con sovradipinture bianche, nonché i restanti manufatti quali: una Ciotola a piede distinto vernice nera; una Kylix a vernice nera; un Coperchio di lekane a figure rosse; una Coppa tipo ionica; un Kantharos in bucchero; un Guttus a vernice nera costolato; un Calice o bicchiere biansato a vernice nera; un Vaso da profumo in vetro; una Olpe in bucchero; una Oinochoe in bucchero; un Aryballos etrusco-corinzio; una Fibula in bronzo, che per caratteristiche e tipologia sono stati ritenuti “interessanti” per le sole finalità espositive e di studio, poiché essendo stati decontestualizzati, ovvero non essendo più possibile ricondurli al loro originale sito di ritrovamento, i reperti non restituiscono nelle loro parti le informazioni utili di uno specifico luogo per ricostruire la ricchezza del territorio e della relativa popolazione.
La consegna di vasi e monili al Museo archeologico
Alla consegna di vasi e monili, avvenuta presso il Museo archeologico nazionale e teatro romano di Spoleto nelle mani della sua direttrice, dottoressa Silvia Caciarri, hanno partecipato anche il neo direttore dei Musei nazionali di Perugia – Direzione regionale musei Umbria, dottor Costantino D’Orazio, il comandante del nucleo Tutela patrimonio culturale di Perugia, tenente colonnello Guido Barbieri, e la comandante della Compagnia carabinieri di Spoleto, capitano Teresa Messore.
La restituzione al patrimonio pubblico di questi “frammenti di storia”, come già avvenuto per tante altre importanti testimonianze del passato, oltre a confermare l’impegno che da più di cinquant’anni accompagna la peculiare attività svolta dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale nella ricerca e recupero di oggetti d’arte, riporta alla fruizione collettiva oggetti che narrano la storia identitaria del nostro Paese, nel presupposto di diffondere e far comprendere quei principi di legalità che sono alla base del rispetto e della salvaguardia del bene comune.