Pubblicità tv, è umbro lo zombie della Buondì Motta - Tuttoggi.info

Pubblicità tv, è umbro lo zombie della Buondì Motta

Carlo Ceraso

Pubblicità tv, è umbro lo zombie della Buondì Motta

Massimo Tomassoni, spoletino, vive a Milano dove gestisce una azienda ma coltiva l’amore per il teatro. L’impegno in favore dei bambini, la riconoscenza al Lirico Sperimentale
Ven, 05/10/2018 - 08:45

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E’ umbro il protagonista della pubblicità tv e social del Buondì Motta che da qualche settimana ha invaso tv e social.

Massimo Tomassoni, originario di Spoleto, dove torna di frequente dai familiari, è stato scelto infatti dal  colosso Saatchi&Saatchi per questa nuova campagna basata ancora sull’ironia.

Se lo scorso anno si era puntato sulla pioggia di asteroidi che colpiva una intera famiglia, il nuovo format del gigante dolciario, rifacendosi chiaramente al genere dell’horror comedy, vede protagonista sempre una famiglia, ma stavolta di zombie.

Ad interpretare il ruolo di padre-marito è appunto Massimo Tomassoni. La sua interpretazione, o meglio alcuni frame, stanno già facendo, opportunamente modificati, il giro dei social per essere adattati a messaggi di varia natura, come politici o economici.

Nel primo spot lo si vede raggiungere insieme alla moglie e ai loro due figli la tavola per la colazione del mattino. Ma il dolce preferito è finito. Nel secondo eccolo pronto a cimentarsi all’interno di un supermarket contro un proprio simile (zombie, ovviamente) per conquistare l’ultimo pacco rimasto in vendita. Su Youtube i due spot hanno visualizzato in pochi giorni più di 1,2 milioni di visualizzazioni.

Nel terzo ed ultimo filmato, non ancora andato in onda, sarà invece impegnato con i vicini di casa.

Il finale si chiude sempre con l’esclamazione “Finitiiiii”, voce obbligatoriamente d’oltretomba, quasi a fare il verso al più famoso “Chiamato signore?” di Lurch della Famiglia Addams.

Se la campagna di pubblicità avrà successo è probabile che ci sarà un sequel, come lo è stato per quella degli asteroidi. Ad affiancare la pubblicità televisiva della industria dolciaria ci sono anche sei pillole per il profilo Facebook e la cartellonistica per la grande distribuzione (dove lo spoletino è unico protagonista).

Massimo Tomassoni

Classe ’75, dopo aver frequentato il Liceo scientifico “Volta” ed aver sviluppato la passione per il teatro fino a diventare aiuto regista nella Lucia di Lammermour prodotta dal Lirico Sperimentale di Spoleto, Massimo Tomassoni si è trasferito a Milano dove si è diplomato attore presso la celebre Scuola d’arte drammatica Paolo Grassi.

E’ nella città da bere che si mette in luce. Per la pubblicità viene scelto dalla San Carlo per uno spot sulle patatine, dalla catena Esselunga e dalla Settimana enigmistica. In televisione riveste vari ruoli: nella fiction Sergio Colmes indaga (prodotto dalla Rtsi Svizzera), in Camera cafè con Luca e Paolo, ancora in Piloti e, proprio nella sua città natale, in una puntata di Don Matteo. Nel corso degli anni ha collaborato con Vergassola e Crozza.

Tomassoni durante uno sketch di Crozza Live

Grazie alla esperienza maturata nel teatro e nella pubblicità televisiva, ha fondato con la moglie Ryoko Takano, la Mistermaxparty, azienda specializzata in eventi destinati a bambini e adulti.

Sono pressoché assorbito dalla mia azienda e dal teatro-bambini con i quali stiamo portando in giro per la Lombardia lo spettacolo Difetto Perfetto” dice a Tuttoggi l’attore con voce tutt’altro che lugubre “però mi capita di partecipare a casting di pubblicità e li faccio volentieri perché sostanzialmente mi diverto”.

Se mi manca Spoleto? Diciamo che mi piacerebbe molto lavorarci perché è una città che ha molti angoli belli, molti più dei suoi splendidi teatri, le idee non mancano ma finora ogni progetto presentato si trasformava in un problema dai mille risvolti. Diciamo che mi piacerebbe essere ascoltato perché so che è una città dalle mille potenzialità. Purtroppo è tipico del nostro Paese, all’estero molti Teatri stabili vedono protagonisti i propri figli migliori, in Italia sono gli attorie registi  a dover girare alla ricerca di qualcuno che ascolti i loro progettii. Una cosa però mi manca” conclude Massimo “il Teatro lirico sperimentale, l’unico ente che mi ha dato davvero molto”.

© Riproduzione riservata

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