Se il tutto serve per far tornare Spoleto in prima pagina, il Maestro non se ne abbia a male. E' in uscita oggi nelle edicole il settimanale L'Espresso, e nella rubrica “Riservato”, a firma di Enrico Arosio, fa capolino una spigolatura sul precedente incarico di Ferrara a Parigi come Direttore dell'Istituto Italiano di Cultura. Dal testo traspare un certo attivismo del Maestro che viene definito “come il prezzemolo”. Per quanto ci riguarda se il M° Ferrara volesse usare un terzo del suo attivismo- prezzemolino crediamo che il Festival non potrebbe che risentirne positivamente, viste le precedenti esperienze. Ecco il testo dell'Espresso:
“In copertina, la bella sede dell'Hotel de Galliffet in rue de Varennes, all'interno 112 pagine in carta patinatissima e centinaia di foto. Il libro lussuoso vorrebbe celebrare l'attività recente dell'Istituto italiano di cultura a Parigi. In realtà si direbbe piuttosto una celebrazione del direttore uscente, Giorgio Ferrara. Come regista e ideatore c'è il suo zampino in gran parte delle iniziative ricordate: da 'Aldo Moro, una tragedia italiana' a 'Calvino incontra Mozart', dai Romani in Gallia a Goldoni a Parigi, dall'omaggio a Visconti a quello a Moravia. Anche nel corredo fotografico, tra Jack Lang, Antoine Bernheim e Corrado Augias, sbucano come il prezzemolo Ferrara e sua moglie Adriana Asti, attrice apprezzata in tanti spettacoli di lui. Ora che alla direzione è giunta Rossana Rummo, la famiglia Ferrara lascia un ricordo in quadricromia. Il nome, però, non verrà cambiato in Istituto ferrarese di cultura; l'Istituto rimane italiano. (di E. A.)”
(fonte L'Espresso)
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