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Manovra finanziaria, l'Ordine degli Avvocati di Spoleto allarmato dai tagli previsti dal Ministero

Redazione

Manovra finanziaria, l'Ordine degli Avvocati di Spoleto allarmato dai tagli previsti dal Ministero

Mar, 23/08/2011 - 17:38

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di Paolo Feliziani (*)

Gli Avvocati spoletini, e con loro i colleghi di Orvieto, sono fortemente preoccupati per l’incalzante susseguirsi di articoli di stampa comparsi nei giorni immediatamente successivi al Ferragosto sul Corriere della Sera e sul Sole 24 Ore relativi alle dichiarazioni del neo Ministro della Giustizia Nitto Palma sull’inserimento nella manovra finanziaria integrativa presentata dal Governo, ed attualmente all’esame delle Commissioni parlamentari, di un emendamento totalmente estraneo al testo originario del provvedimento licenziato dal Consiglio dei Ministri, che prevede il “taglio” di 88 tribunali, e segnatamente di quelli aventi un organico di magistrati giudicanti inferiore alle 15 unità, taglio che consentirebbe, secondo le previsioni del Ministero, un risparmio di spesa nell’ordine di 70/80 milioni di euro.

Il drastico intervento di ridimensionamento dell’attuale apparato giudiziario interesserebbe anche un rilevante numero di Uffici del Giudice di Pace, nella specie tutti quelli non circondariali (cioè dove non c’è né Tribunale né Procura della Repubblica), che sarebbero pertanto ridotti dagli attuali 846 a 165, o forse addirittura a 77 per effetto della prospettata soppressione degli 88 Tribunali con organico “sotto soglia”; così come pure dovrebbe prevedere, stando al dettagliato articolo comparso sul Sole 24 Ore di sabato 20 agosto a firma della ben informata giornalista di settore Donatella Stasio, la soppressione di 220 sezioni distaccate di Tribunale.

Tale iniziativa del Ministro Palma, che ha trovato favorevole riscontre da parte del Vicepresidente del C.S.M. Michele Vietti, oltre che di autorevoli rappresentanti dei partiti d’opposizione (come prontamente riportato nelle colonne del medesimo quotidiano nell’edizione di domenica scorsa), rischia di vanificare una storica battaglia che gli Avvocati di Spoleto e di Orvieto, unitamente a quelli di altri 43 Ordini presenti nelle varie regioni d’Italia, dal Piemonte alla Sicilia, che si riconoscono nel Coordinamento Nazionale degli Ordini Forensi Minori, hanno tenacemente ed efficacemente portato avanti da anni, in ciò appoggiati dai parlamentari di riferimento dei relativi territori, primo fra tutti il nostro Sen. Benedetti Valentini.

L’Avvocatura italiana, sia nelle sue massime espressioni istituzionali (Consiglio Nazionale Forense) ed associative (Organismo Unitario dell’Avvocatura), sia e soprattutto quella degli Ordini di più modeste dimensioni, non si è mai sottratta ad affrontare il tema della revisione delle circoscrizioni giudiziarie, nell’ottica di un meditato, serio e razionale riequilibrio dei territori e delle popolazioni ricadenti in ciascun circondario ed in quelli ad esso contermini, e nello spirito di perseguire un miglioramento del servizio giustizia ed assicurare al contempo il mantenimento di un reticolo diffuso di uffici giudiziari che costituisce imprescindibile presidio di legalità, segnale efficace ed autorevole della presenza dello Stato nel territorio, garanzia di effettiva prossimità del servizio al cittadino e a tutte le varie categorie, economiche e non, utenti del servizio medesimo.

Si tratta di un vero e proprio tentativo di “colpo di mano” che, assecondando i convergenti desiderata dell’A.N.M. e dei c.d. poteri forti, ed approfittando del clima confuso ed isterico ingenerato dal dibattito sulla manovra finanziaria bis, elude totalmente ogni esigenza di approfondita analisi dei flussi e di opportuna valutazione delle peculiarità socio-economiche delle diverse aree del Paese, analisi e valutazioni imprescindibili per verificare in via preventiva gli effetti che un così pesante intervento di ridisegno della geografia giudiziaria, operato attraverso un taglio orizzontale ispirato da un criterio meramente aritmetico-finanziario e fortemente condizionato dalla drammaticità ed urgenza dell’attuale situazione congiunturale, è destinato a produrre, anche e proprio con riguardo alle reali ricadute in termini di concreto recupero di efficienza e funzionalità del sistema.

All’insegna di un -non si sa bene quanto effettivo- risparmio di risorse economiche e di un massiccio trasferimento di risorse umane a vantaggio degli uffici giudiziari di maggiori dimensioni -assai spesso in situazioni di collasso non destinate a migliorare per l’arrivo di uno sparuto manipolo di magistrati e di personale di Cancelleria, che per di più porterà con sé il proprio carico di fascicoli pendenti e di nuovi flussi- si rischia, in realtà, di arrecare un vulnus ulteriore al funzionamento della macchina giudiziaria, all’accesso al servizio giustizia, alle comunità ed alle attività economiche che nel proprio Tribunale periferico, assai spesso caratterizzato dalle oggi tanto declamate best practice, hanno finora trovato un solido ed affidabile punto di riferimento.

E’ necessario che le popolazioni, le Amministrazioni e le Istituzioni locali, le categorie professionali ed imprenditoriali, le realtà economiche di maggiore rilevanza presenti nel territorio, facciano sentire la loro voce e si adoperino per scongiurare il minacciato intervento di taglio di uffici giudiziari che, una volta perpetrato sarebbe poi irrimediabile ed irreversibile, tanto più laddove inserito in una manovra finalizzata al riequilibrio del disavanzo statale. E che avrebbe come conseguente inevitabile effetto un gravissimo depauperamento sotto il profilo economico, occupazionale e culturale delle città e dei territori direttamente interessati, ed al quale fatalmente seguirebbe la perdita di ulteriori presidi istituzionali e centri erogatori di servizi alle collettività.

(*) Presidente dell'Ordine degli Avvocati di Spoleto-

Vicepresidente Coordinamento Nazionale degli Ordini Forensi Minori Nazionale degli Ordini Forensi Minori

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