Il Ministro Profumo presenta "Smart cities e Smart Community": un bando da 650 milioni euro. Ad accoglierlo tutte le istituzioni perugine- FOTO TO - Tuttoggi.info

Il Ministro Profumo presenta “Smart cities e Smart Community”: un bando da 650 milioni euro. Ad accoglierlo tutte le istituzioni perugine- FOTO TO

Redazione

Il Ministro Profumo presenta “Smart cities e Smart Community”: un bando da 650 milioni euro. Ad accoglierlo tutte le istituzioni perugine- FOTO TO

Lun, 30/07/2012 - 15:27

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Ale. Chi.

Una Sala dei Notari gremita di gente, membri delle istituzioni e addetti ai lavori: è stato accolto così a Perugia il Ministro dell'Università e della Ricerca Francesco Profumo, in città per presentare il nuovo bando “Smart Cities e Smart Communities”. Ad attenderlo la Governatrice della Regione Catiuscia Marini, i sindaci Boccali e DI Girolamo, i rettori Stefania Giannini e Francesco Bistoni, i presidenti di Confindustria Umbria e della Camera di Commercio di Perugia. Per tutti loro è stato un modo per ricordare come l'Umbria, insieme alle sue due province e alle sue città “sia pronta per affrontare le nuove sfide dell'economia”, attraverso la sinergia e la collaborazione tra le imprese e le istituzioni.

Il bando – “Smart Cities e Smart Communities” si presenta come uno metodo grazie al quale “usufruire di mezzi in grado di migliorare le prestazioni della città”. Saranno così gli strumenti della finanza sociale a investire nella società e nei giovani studiosi che vorranno entrare nel mondo della ricerca e del lavoro. Sarà dunque la formazione di una cittadinanza intelligente, consapevole degli strumenti che ha a disposizione nella propria città, il fulcro del progetto: a sua voltà saranno i membri di questa società professionalizzata e ricca di conoscenze a far crescere la comunità stessa. In palio ci sono 655,5 milioni di euro a disposizione di imprese, centri di ricerca, consorzi e società consortili, organismi di ricerca con sedi operative su tutto il territorio nazionale. Le idee da finanziare dovranno proporre interventi e sviluppare modelli per risolvere problemi di scala urbana e metropolitana negli ambiti individuati dal MIUR (Sicurezza del territorio, Invecchiamento della società, Tecnologie welfare ed inclusione, Domotica, Giustizia, Scuola, Waste Management, Tecnologie del mare, Salute, Trasporti e mobilità terrestre, Logistica last-mile, Smart grids, Architettura sostenibile e materiali, Cultural heritage, Gestione risorse idriche, Cloud computing technologies per Smart Government). Un 29% di questi finanziamenti andrà alla ricerca, mentre il resto sarà destinato a fondo perduto e al credito agevolato per il sistema delle imprese. Una quota della dotazione finanziaria – pari a 25 milioni di euro – è destinata ai giovani di età non superiore ai 30 anni che vogliano presentare progetti di innovazione sociale. La scadenza è fissata al 9 novembre 2012, mentre i progetti di innovazione sociale possono essere presentati fino al 7 dicembre 2012. Si parla dunque di credito agevolato, attrattivo non tanto quanto quello a fondo perduto, ma utilizzato in quanto le imprese che puntano al prodotto e al servizio finale lo preferiscono. Ad essere coinvolti saranno in tutto non più di 8 soggetti, per non frammentare il progetto stesso: 300 milioni verranno dati ai grandi progetti, mentre 20 saranno destinati alle idee più “piccole”.

Da un primo bilancio, l'iniziativa sfrutta il sistema virtuoso delle Regioni, che interagiscono tra loro sui grandi progetti. Dal sud, poi, si è avuta una buona risposta.

L'innovazione tecnologica e il governo – “Siamo tutti convinti, in questo periodo di grande crisi economica, della necessità di passare a una stagione nuova, di mettere in campo un processo di riforme, ma le misure assunte dal governo nazionale destano qualche perplessità in noi amministratori locali. Ma siamo abituati a vedere il bicchiere mezzo pieno ed è in questa prospettiva che si inserisce l'iniziativa che oggi presentiamo”: così il sindaco Wladimiro Boccali ha aperto i lavori. “L'innovazione tecnologica – ha detto il sindaco – è uno strumento per migliorare la qualità di vita dei cittadini”. E ha poi ricordato che Perugia ha già iniziato questo processo innovativo e d'avanguardia: “alcune azioni previste dal governo in fatto di smart cities hanno già trovato applicazione nella nostra città. Penso alla coesione sociale, alla capacità d'innovare in una città antica in tema di mobilità sostenibile. E ora, le ultime sfide, che riguardano le politiche energetiche e quelle dei rifiuti”. Boccali ha anche sottolineato la necessità che tutta la comunità regionale condivida questo nuovo percorso, attraverso una rinnovata e più stretta sinergia fra istituzioni locali, Università e privato. Incontrando il Ministro Profumo il sindaco Boccali gli ha consegnato una lettera con la richiesta di un incontro per parlare del futuro dell'Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia, nella quale Il sindaco ha ricordato che l' Accademia vive sostanzialmente grazie alle risorse messe a disposizione dalle istituzioni umbre (Regione, Comune, Provincia) i cui bilanci sono però in stato di grave sofferenza. Presente in conferenza anche il sindaco di Terni Di Girolamo, il quale ha precisato: “C'è bisogno di un cambio di paradigma per le nostre città di medie dimensioni, dove è bello vivere e il benessere della vita é alto. Serve un cambiamento radicale per aiutare le città a divenire partecipi del cambiamento”.
Le università – “Un bando importante per lo sviluppo e l'innovazione tecnologica, fondamentale perché la società ha bisogno delle università per rimanere al passo con i tempi”. Così il rettore dell'Università di Perugia Bistoni, il quale ha aggiunto: “credo che le facoltà umanistiche non subiranno questa direzione: esse sono incluse in questo processo, grazie alla loro capacità di generare innovazione. La nostra università, che parteciperà proattivamente in questo progetto, è impegnata nei cluster nazionali attraverso un centro specializzato in genetica, come anche nelle aziende digitali, e nel campo delle energie alternative.”

“Abbiamo già partecipato a dei progetti smart due anni fa con l'INAIL – ha dichiarato la rettrice dell'Università per Stranieri Stefania Giannini – quando creammo una applicazione su smartphone per un vocabolario traghettizzato sulle imprese edili.”

Le parti sociali – “Noi ci siamo come si siamo sempre stati, con i poli tecnologici, innovativi e collaborativi, insieme alle istituzioni, al mondo della cultura e dell'università. Questa è l'occasione per collaborare ancora e riuscire a fare delle cose utili”. Questa la dichiarazione da parte di Confindustria Umbria, che ha tenuto a essere presente proprio in qualità di rappresentante di quelle industrie che dovranno dare l'impulso ai progetti.

L'Umbria c'è – “Creare un capitale umano: questa la sfida che una regione di ridotte dimensioni come l'Umbria deve fare”. La Presidente Marini nel suo intervento ha voluto ribadire quanto l'Umbria sia in carreggiata e ben salda nel campo della produttività e delle innovazioni. “Bisogna costruire un progetto di dimensione regionale per entrambe le città più grandi, anche attraverso la riproducibilità nelle amministrazioni locali. Abbiamo già dei poli che hanno avviato dei progetti, e ci sono imprese che fanno ricerca. Ora bisogna coinvolgere le pubbliche amministrazioni nelle tematiche scelte. Ma soprattutto “spazio ai giovani: bisogna puntare su di loro per le nuove idee e per l'occupazione”.

Italiani qualificati – Il Ministro Profumo ha voluto soffermarsi nel suo discorso sull'eccellenza italiana: “gli italiani qualificati che si recano all'estero hanno un altissimo grado di penetrazione nelle scuole, nelle università e a livello dirigenziale. Le nostre città sono piccole e piene di cultura: e allora bisogna partire da qui, creando un modello di smart cities”. Per costruire però non bisogna partire sempre da zero: “dobbiamo piuttosto condividere ciò che viene sviluppato nei territori per il bene comune. E' un periodo difficile, nel quale trovare risorse è complesso: ecco perchè dobbiamo usare ciò che è nelle nostre possibilità al meglio, grazie alla filiera e alle specializzazioni che abbiamo sui nostri territori. Questo vuol dire anche aiutare la ricerca, ed aiutarla a fare impresa tramite il cosiddetto capitale di rischio. Dobbiamo mettere un collante che permetta di creare un progetto paese. Se ogni regione si prendesse la responsabilità di un progetto pilota e noi mettessimo i soldi, nascerebbe un prodotto, un servizio: solo allora avremmo creato qualcosa di significativo”.

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