by Daniel J. Walkin
Francis Menotti ha interrotto un lungo silenzio mercoledì accusando i politici italiani di averlo forzatamente fatto uscire dal Festival, fondato da suo padre Gian Carlo Menotti.
“Me lo hanno voluto sempre sfilare e alla fine ci sono riusciti” ha detto Francis nella sua prima intervista dopo l’estromissione a novembre scorso quale direttore artistico del festival.
“Hanno fatto tutto quello che potevano per rimuovermi. Mi hanno isolato dallo staff, lo hanno impaurito, non mi hanno dato i fondi”.
Menotti sostiene che le forze politiche che stanno dietro alla nuova amministrazione gli hanno accollato 9 milioni di dollari per un debito “inventato”.
E’ riuscito solamente a salvare il sito del Festival dove ha pubblicato delle dichiarazioni con cui si difende dagli attacchi.
“Sono stato esautorato” dice Mernotti “loro mi vogliono distruggere completamente”. E’ apparso alternativamente arrabbiato, ferito e filosofico: “hanno avviato una campagna mediatica per togliermi i risultati conseguiti”.
Questo articolo segue la conferenza stampa tenuta nella sua casa a Edimburgo insieme a due consulenti dagli Stati Uniti, esperti nella gestione delle crisi delle aziende.
Menotti dice che è pronto a sfilarsi dal festial: “se gli spoletini non mi vogliono, mi sta bene”.
Più tardi è sembrato sostenere di sperare di poter essere riaccolto: “se fossero dei gentlmen comprenderebbero i loro obblighi” ha detto.
“Non è modo di comportarsi con una famiglia che ha fatto così tanto e che non ha mai chiesto nulla”. Menotti si è anche guadagnato la rabbia di alcuni impiegati di lungo corso del festival, che avevano lavorato per suo padre, licenzinadoli in gruppo nel 1997: “beh, non mi fido di voi” ha detto loro.
Molti di questi sono tornati a lavorare con il Festival o partecipano agli eventi dopo l’apertura di questa 51.ma edizione.
Menotti ha detto che si sente esiliato dal Festival del quale suo padre lo aveva fatto presidente nel 1993. Ne era diventato direttore artistico alcuni anni fa.
“La mia casa è là, la mia vita è là. Io ho dedicato la mia vita al Festival”: Francis Phelan, il signor Menotti, è stato un pattinatore su ghiaccio professionista e un attore.
Fu adottato da Gian Carlo Menott negli anni ’70.
L’ex ministro della cultura Francesco Rutelli ha rimosso Menotti nominando il direttore artistico Giorgio Ferrara quale presidente e direttore artistico per porre fine ad una lotta fra la città e la vecchia amministrazione del Festival.
“Il signor Rutelli ha messo il festival sotto il controllo della Fondazione che era stata realizzata da Gian Carlo Menotti per supportare la manifestazione”. Il signor Ferrara è il presidente della Fondazione e Massimo Brunini, sindaco di Spoleto è il vice (iniseme a Gilberto Stella, n.d.t.).
Gli altri membri sono politici locali e rappresentanti delle banche.
Precedentemente il festival era gestito da una associazione presieduta da Francis.
Il mese scorso ha perso una causa per evitare che la Fondazione usasse il nome e il logo del Festival.
I critici di Menotti sostengono che le produzioni artistiche e la vendita dei biglietti avevano perso forza e che ha fallito non investendo nel festival.
Menotti ha respinto le accuse dicendo che lui ha sempre presentato il suo budget alla amministrazione e che non ha mai negato che le sue finanze non erano buone.
“Come potete immaginare ho prodotto un festival in circostanze veramente difficili. Il mio obiettivo è sempre stato quello di fare il miglior Festival possibile”.
Ha anche accusato il Comune di aver chiuso temporaneamente in una recente stagione il box office, che ha compromesso la vendita dei biglietti.
Menotti ha poi accusato Rutelli e Ferrara di essersi prodigati a sostenere l’intento di una forza politica di sinistra che lo voleva deporre.
Dice anche che le persone nominate in Fondazione si sono trattenuti i soldi che dovevano andare alla Associazione. Menotti ha accusato chiaramente il sindaco “ha abusato del suo potere in tutti i modi possibili, è veramente un uomo cattivo”
Brunini ha negato di aver abusato dei suoi poteri e ha detto che stava facendo quello che era meglio per il festival e la città. Ha respinto l’idea di una vendetta politica dicendo che il suo unico interesse era di riportare a nuova vita.
“Tutti lo sanno” dice Brunini “ il festival stava morendo”. Ha anche sottolineato che l’attuale governo di centro destra ha approvato le misure prese dal governo precedente. Per quanto riguarda i debiti, dice Brunini, “non me li sono inventati, sono tutti della Associazione”.
Rutelli ha detto che il budget di Menotti per questa edizione è stato rifiutato a causa di una contabilità impropria e che le autorità stanno investigando su movimenti di denaro.
Rutelli ha detto che ha provato a dare una via d’uscita a Menotti offrendogli uno stupendio annuale ma Menotti ha ritenuto inaccettabile la proposta.
“Forse la sua idea era che nessuno potesse fare niente senza di lui” ha detto Rutelli. Comunque l’ex ministro ha aggiunto che le porte restano aperte a Menotti.
Rutelli ha commentato che “è ridicolo” pensare a un complotto politico..
Ad un certo punto dell’intervista Menotti è sembrato sconcertato da quanto successo. “Sto cercando di capire perchè è andata così. Perchè? Perchè? Perchè?” ha detto.
Affacciandosi al suo 70.mo compleanno, il 19 di luglio, ha detto che si sta prendendo cura dei suoi due figli lavorando sugli archivi di suo padre. “E’ stata una vita meravigliosa, penso di esser stato sopratutto frainteso”.