Elezioni Pd, missione romana per il "caso" Verini

Elezioni Pd, missione romana per il “caso” Verini

Massimo Sbardella

Elezioni Pd, missione romana per il “caso” Verini

Dom, 14/08/2022 - 09:44

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Oggi ennesima trattativa col nazionale per le candidature, in vista della ratifica nella Direzione del giorno di Ferragosto

E’ la domenica in cui il Pd decide le candidature per le elezioni politiche del 25 settembre. Per le ore 11 del 15 agosto, data per la quale il segretario Letta ha aggiornato la Direzione nazionale, la quadra deve infatti essere trovata. Con le ultime trattative che devono dunque chiudersi oggi, appunto.

Come il nodo che in Umbria riguarda Walter Verini (nella foto). Il tesoriere nazionale del partito, che in quanto tale ha la certezza di una candidatura blindata che gli assicuri il quarto mandato in Parlamento. Solo che un’eventuale candidatura nel Lazio la vivrebbe come una sorta di allontanamento da quell’Umbria dove è stato a lungo commissario del Pd decimato dal caso Sanitopoli.

Il “rinnovamento” anti Verini

Il partito regionale, però, è compatto nel chiedere a Roma un segno di “rinnovamento”. Che tradotto significa: Verini, da big nazionale, venga candidato altrove.

Rinnovamento lo chiedono Francesco De Rebotti e Massimiliano Presciutti, disponibili ad accettare le candidature per le sfide difficili all’uninominale (il primo nel collegio Umbria sud della Camera, il secondo in quello per il Senato) solo se non si ritroveranno Verini capolista per Palazzo Madama. Non hanno fatto il suo nome nella lettera indirizzata a Letta, ma il senso è chiaramente quello. “Il Pd nazionale ci deve mettere nelle condizioni di lavorare al meglio nella nostra regione, lasciandoci gli spazi necessari per proseguire il percorso di ricostruzione del nostro partito”, le loro parole. E per creare spazio, occorre spostare altrove una figura politicamente ingombrante qual è quella di Verini.

Chiede “rinnovamento” l’area ternana, infastidita da due liste a trazione tifernate (la numero uno per la Camera è indiscutibilmente Anna Ascani).

Lo chiede il segretario umbro Tommaso Bori. E il fatto che su questa linea abbia dietro di sé praticamente tutto il partito unito – lo certifica la firma di De Rebotti – mostra come la sua non possa solo essere bollata coma una battaglia personale contro l’ex commissario con cui è entrato in rotta di collisione.

La missione romana di Bori

Oggi Bori è atteso a Roma per l’ultimo tentativo di convincere il nazionale a mutare lo schema iniziale delle candidature. Anche perché, in caso contrario, gran parte della proposta umbra cadrebbe. De Rebotti e Presciutti hanno pubblicamente detto di sfilarsi, qualora la richiesta che proviene dall’Umbria non venisse ascoltata dal nazionale. E non darebbe la propria disponibilità ad altre candidature che non sia quella di capolista per il Senato il segretario perugino Sauro Cristofani, chiamato ad essere della partita insieme all’omologo ternano Pierluigi Spinelli, che dovrebbe accomodarsi al secondo posto, dietro la Ascani, nella lista per la Camera.

L’addio di Donatella Porzi

Alla vigilia del giorno del giudizio in casa Pd arriva la notizia dell’addio di Donatella Porzi. Che fino all’ultimo aveva sperato nella possibilità di ottenere la deroga al diktat che vieta ai consiglieri regionali di scendere in lizza per un posto a Roma. Il fatto che l’ex presidente dell’Assemblea regionale abbia deciso di rompere prima ancora di vedere come andrà a finire la partita sull’ex collega della Margherita, Cristofani, è stato letto come uno strappo personale da molti (ex, a questo punto) compagni di partito e di corrente. La mossa di chi, comunque, non sarebbe stata ricandidata per un terzo mandato in Regione e con la strada sbarrata verso Roma avrebbe visto chiusa la sua corsa in quel Pd che in Umbria aveva contribuito a fondare.

La trattativa con Azione

Ma lo strappo proprio nel momento in cui si decidono le candidature per le politiche è funzionale alla costruzione di un nuovo percorso politico. Da giorni, compresa che la strada verso Roma sarebbe stata preclusa, Porzi è in contatto con gli esponenti di Azione. Dove vorrebbe essere capolista per la Camera, Leonelli permettendo. E’ vero che l’ex segretario del Pd è il primo dei non eletti in Regione e quindi si avvantaggerebbe dall’eventuale trasferimento a Roma di Porzi in caso di successo del terzo polo. Ma a quel punto, vorrebbe tentare lui l’assalto ad un posto in Parlamento. A meno che nel partito di Calenda non si trovi un accordo che guardi anche agli scenari futuri, non solo a quello immediato delle politiche.

Altrimenti, Porzi intende restare nel Gruppo Misto, attualmente in compagnia di Bianconi e, ancora, Peppucci.


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