Coronavirus, corsa in banca per il decreto liquidità: "Non venite, non è attivo"

Coronavirus, corsa in banca per il decreto liquidità: “Non venite, non è operativo”

Massimo Sbardella

Coronavirus, corsa in banca per il decreto liquidità: “Non venite, non è operativo”

Banche e sindacati: le norme devono essere chiare e subito applicabili
Mar, 07/04/2020 - 18:15

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Corsa in banca per chiedere i soldi annunciati dal Governo per far fronte al Coronavirus. All’indomani dell’annuncio del premier Conte e dei ministri interessati, nel giorno in cui è stato firmato il decreto per dare liquidità alle imprese con la garanzia dello Stato numerosi piccoli imprenditori si sono recati alla filiale della loro banca per avere informazioni.

Tanto che l’Abi (Associazione banche italiane) insieme ai sindacati di categoria (Fabi First-Cisl Fisac-Cgil Uilca Unisin) ha dovuto firmare un comunicato congiunto in cui si ricorda che il provvedimento non è operativo e che comunque, secondo le nuove disposizioni per garantire la sicurezza di clienti e dipendenti, in banca ci si può recare solo su appuntamento.

La nota congiunta

Alcune delle importantissime misure a sostegno delle imprese adottate con il Decreto Liquidità – ricordano banche e sindacati dei lavoratori bancari – prima di essere applicate richiedono anche l’assenso dell’Unione Europea“.

Auspichiamo che tale processo – prosegue la nota congiunta – si esaurisca nel minor tempo possibile. Anche per questo, è fondamentale che tutte le persone interessate contattino la propria banca telefonicamente per avere informazioni recandosi successivamente in filiale solo dopo aver fissato l’appuntamento. Le persone che lavorano in banca sono a fianco dei clienti e compiono ogni sforzo possibile per aiutarli: per questo hanno bisogno che le norme, oltre ad essere chiare e complete, siano immediatamente applicabili.

I rischi

Insomma, recarsi in banca in questa fase per avere i soldi è inutile. E’ in alcuni casi è addirittura un reato punibile con multe e denunce penali, visto che i vari decreti per l’emergenza Coronavirus consentono di uscire di casa solo per situazioni di emergenza. Eppure ancora i bancari sono costretti a rimandare a casa chi pretende di effettuare operazioni non necessarie, con segnalazioni fatte alle forze di polizia nei casi più gravi.

I casi di contagio

Del resto, anche in Umbria sono diversi i casi di dipendenti di banca che sono rimasti contagiati. Per questo sono stati numerosi gli appelli dei sindacati affinché i dipendenti di banca vengano dotati dei dispositivi di protezione e perché i clienti evitino di recarsi in banca per operazioni non necessarie.

I timori di Confartigianato

Anche il presidente e il segretario di Confartigianato Imprese Perugia, Giorgio Buini e Stelvio Gauzzi, subito dopo l’approvazione del Decreto Liquidità e in attesa della sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, hanno manifestato timori circa la tenuta del sistema bancario, che “dovrà gestire un elevato numero di pratiche con il personale al minimo e con pochi sportelli aperti sul territorio, dove già si fa fatica a predisporre l’iter per la sospensione dei mutui e per l’anticipazione della cassa integrazione“.

A questo si aggiungono i rischi per ulteriori casi di contagio, come in occasione della scadenza per il pagamento delle pensioni.

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