Coronavirus, quando andare in banca si può e quando è reato: i casi

Coronavirus, quando andare in banca si può e quando è reato: i casi e le segnalazioni

Massimo Sbardella

Coronavirus, quando andare in banca si può e quando è reato: i casi e le segnalazioni

L'appello del segretario umbro della Uilca, Luciano Marini: "La nostra categoria è in trincea"
Lun, 23/03/2020 - 11:56

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Anche nell’ultima stretta del Governo per l’emergenza Coronavirus, i servizi bancari, finanziari, assicurativi e postali resteranno garantiti. Con le modalità da remoto o tramite l’utilizzo del bancomat, per chi lo possiede. Ma anche mantenendo le aperture degli sportelli, pur con le limitazioni, negli orari e nelle modalità di accesso per il cliente, assunte dalle aziende in rispetto del protocollo per la sicurezza firmato dalle parti.

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E questo, nonostante le organizzazioni sindacali, in modo unitario, chiedano la chiusura degli sportelli bancari e assicurativi (ma anche postali) per almeno due settimane.

Marini (Uilca): “Noi bancari siamo al fronte”

La nostra categoria è al fronte” commenta all’indomani del nuovo decreto del Governo il segretario umbro della Uilca, Luciano Marini. “Tra bancari e operatori del settore assicurativo – prosegue – c’è tanta preoccupazione. Anche perché tutti i cittadini devono fare uno sforzo ulteriore per limitare gli spostamenti a quelli realmente necessari. Invece, si continuano a perpetuare vecchi riti, soprattutto dalle persone anziane, le più vulnerabili dal punto di vista sanitario“.

Marini esprime anche perplessità sul fatto che il Governo abbia inserito i servizi assicurativi tra quelli fondamentali in questa fase, nonostante non siano mai stati contemplati tra i servizi pubblici essenziali: “Le assicurazioni devono restare aperte e questo aumenta i rischi, per i dipendenti e per la clientela“.

I dipendenti delle banche, pur con limitazioni alle attività di sportello, stanno continuando a lavorare, per garantire tutti i servizi fondamentali, come i pagamenti in scadenza, i servizi bancomat, la gestione dei flussi finanziari per le imprese, ma anche di stipendi e pensioni.

Ancora troppe persone in banca senza motivo

Marini rinnova l’appello agli umbri: “E’ importante restare a casa. Oggi molte operazioni possono essere fatte da remoto. Capisco che molti anziani non hanno attivato questo servizio, ma possono farsi aiutare da altri familiari o telefonando ai nostri operatori“. Quella telefonata che dovrebbe essere fatta preventivamente, in ogni caso, prima di recarsi in filiale, per verificare se l’operazione richiesta può essere gestita diversamente, in sicurezza, oppure se l’uscita si configura come reato.

I servizi essenziali: quando si può andare in filiale

Le singole banche stanno fornendo indicazioni su quali operazioni siano ammesse agli sportelli. Ed in quali giorni, orari, modalità. Anche se non sempre c’è uniformità tra una banca e l’altra o addirittura tra le filiali di uno stesso gruppo.

E allora, insieme a Luciano Marini, vediamo per quali operazioni ci si può presentare allo sportello, sempre dopo aver telefonato in filiale:

  • Operazioni funzionali al pagamento degli stipendi;
  • Pagamento (che in banca, a differenza delle Poste, non sarà anticipato) e ritiro delle pensioni per chi non ha il bancomat;
  • Pagamento delle bollette, ma solo se in scadenza (anche se le utenze, in caso di ritardo, non saranno staccate e quindi il consiglio è di rinviare comunque l’operazione);
  • Ritiro di contanti per l’acquisto di generi e servizi di prima necessità se non si possiede il bancomat;
  • Accesso alle cassette di sicurezza (che deve essere garantito anche in caso di sciopero).

Quando invece recarsi in banca è punibile con una denuncia penale

Poiché i decreti sulle misure restrittive causa Coronavirus consentono le uscite di casa solo per recarsi al lavoro (nelle attività non chiuse), motivi di salute e stato di necessità, recarsi in banca per operazioni non necessarie configura un reato punibile con un’ammenda di 206 euro ed una denuncia penale con pena fino a 3 mesi di carcere.

Ecco quindi le operazioni che non si possono fare:

  • Pagamenti di bollette a lunga scadenza;
  • Continui prelievi di piccole somme di denaro;
  • Interrogazioni sui conto correnti;
  • Stipula di polizze assicurative;
  • Versamenti di denaro contante tenuto in casa.

Le violazioni: i casi in Umbria

Eppure – racconta Marini – i casi di continue violazioni segnalateci dai colleghi delle filiali in giro per l’Umbria sono numerosi“.

In tanti si presentano in filiale per richiedere l’estratto conto. C’è chi pretendeva di pagare una bolletta con scadenza a maggio “perché ho sempre fatto così“.

C’è chi si è presentato per più giorni di seguito prelevando ogni volta 30 euro dal proprio conto. E chi si è presentato in filiale con due banconote da 20 euro chiedendo che gli fossero state cambiate con due da 10 e quattro da 5. A Perugia c’è anche un pensionato che si è recato in una filiale “per vedere se i dipendenti allo sportello portavano le mascherine”.

Pochi controlli, un perugino segnalato alle autorità

Eppure al momento, vista la gran mole di lavoro, sono poche le occasioni in cui le forze di polizia possono vigilare fuori dalle banche per verificare il rispetto delle norme da parte della clientela.

E allora sono i bancari, in qualche caso a segnalare alle autorità competenti i comportamenti illegali reiterati da parte di persone che, con il loro comportamento, espongono a rischio di contagio se stessi e gli altri.

E’ il caso di una filiale di Perugia dove una persona è stata segnalata alle autorità di fronte all’ennesimo arrivo in banca per prelevare dallo sportello piccole somme di denaro.

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