Una condanna a un anno e sei mesi per non aver provveduto alla messa in sicurezza, “predisponendo un idoneo guardrail nel tratto di strada dove si trovava la pianta”, della strada statale “Centrale Umbra”, cinta di alberi secolari: è questa la sentenza della Corte Suprema a proposito di Bruno Bruni, capo cantoniere dell’Anas di Foligno, condannato per l’omicidio colposo di Michela Crucianelli, morta a seguito dello schianto della sua vettura contro uno dei platani della SS 75.
La sentenza costituisce ora un precedente clamoroso per tutti i tribunali e le procure d’Italia: secondo l’innovativo principio giuridico di sicurezza stradale stabilito dalla Cassazione, tutti gli alberi che si trovano entro 6 metri dalle strade extraurbane sono infatti fuorilegge. L’articolo 26 del regolamento entrato in vigore il primo gennaio del 1993 vietava la presenza di alberi entro una distanza minima di 6 metri: la norma sembrava però non fosse retroattiva, e dunque non riferita agli alberi preesistenti, ma solo a quelli piantati da quel momento in poi. Dopo 17 anni, dunque, la Cassazione ha deciso definitivamente che il divieto vale per tutto il patrimonio arboreo che borda le strade extraurbane del nostro Paese.