Metalmeccanici, sciopero anche nel Perugino

Metalmeccanici, sciopero anche nel Perugino

Redazione

Metalmeccanici, sciopero anche nel Perugino

Dom, 01/11/2020 - 10:54

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Giovedì 5 novembre, ad un anno esatto dalla presentazione della piattaforma contrattuale, i metalmeccanici scioperano 4 ore in tutta Italia per il rinnovo del contratto nazionale Federmeccanica-Assistal scaduto ormai da 10 mesi. 

“Uno sciopero che nella nostra provincia interessa migliaia di lavoratrici e lavoratori che attendo con ansia il loro nuovo e sudato contratto nazionale – affermano i segretari di Fiom, Fim e Uilm d di Perugia, Simone Pampanelli, Adolfo Pierotti e Daniele Brizi – una risposta necessaria all’intransigenza di Federmeccanica e Assistal, che in questi mesi hanno nei fatti impedito la trattativa per il rinnovo del Ccnl”. 

I motivi dello sciopero

La mobilitazione dei metalmeccanici pone al centro sei questioni fondamentali: la difesa dell’occupazione e il rilancio dell’industria metalmeccanica; l’aumento del salario, il miglioramento del welfare, dei diritti e delle tutele; la salute e la sicurezza dei lavoratori; la stabilizzazione dell’occupazione precaria e l’introduzione della clausola sociale nei cambi appalti; il riconoscimento delle competenze professionali; la contrattazione dello smart-working e della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.

Le aziende metalmeccaniche del Perugino

“Nella nostra provincia – continuano Pampanelli, Pierotti e Brizi – le aziende metalmeccaniche vanno a due velocità. Quelle che erano già in difficoltà, hanno subìto un’ulteriore contrazione a causa della pandemia; altre che facevano parte di settori finora trainanti, come ad esempio quello aeronautico, oggi accusano per la prima volta i colpi inferti dalla pandemia; infine, ci sono filiere, come quella dell’automotive e della cosiddetta ‘tecnologia verde’ che danno timidi segnali di ripartenza”.

Emergenza Covid e risorse Ue

In quadro del genere, secondo Fiom, Fim e Uilm è “assolutamente fondamentale” cogliere le opportunità derivanti dal Recovery fund e dalle altre risorse europee, che vanno “inserite in una politica industriale mirata anche alla riqualificazione delle condizioni del lavoro”.

“Ecco perché – concludono i sindacati delle tute blu – è decisivo che i lavoratori riconquistino insieme al sindacato il loro contratto nazionale e diano forza alle loro organizzazioni, che con la battaglia per gli ammortizzatori sociali, il blocco dei licenziamenti e il protocollo Covid hanno evitato una deriva che avrebbe messo a serio rischio i livelli occupazionali, la sicurezza e la salute dei lavoratori”.

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