Si erano conosciuti nel febbraio scorso in un parco pubblico. Spoletino di 40 anni lui, polacca di 37 lei. Subito era scoccata la scintilla, tanto che poco dopo la donna aveva deciso di andare a vivere con il nuovo compagno. Ma, secondo i racconti che la giovane ha fornito agli inquirenti, dopo poche settimane di convivenza l’indole buona e gentile dell’uomo avrebbe lasciato spazio a comportamenti brutali, che spesso sarebbero sfociati in autentica violenza. Da qui la denuncia e l’arresto dell'energumeno. Ieri si è concluso il processo a carico dell’uomo. Il Collegio Penale del Tribunale di Spoleto formato dai Giudici Emilia Bellina, Roberto Laudenzi e Manuela Olivieri lo ha condannato a 6 anni di reclusione per violenza sessuale continuata. E’ stata quindi accolta in pieno la richiesta di condanna del Procuratore Capo Gianfranco Riggio (aveva richiesto 6 anni): l'imputato è stato assolto dagli altri reati a lui ascritti, quelli di sequestro di persona, maltrattamenti familiari e lesioni. Il legale difensore dell’imputato, l’avvocato Gianvito Ranieri, ha tentato fino all’ultimo di provare l’estraneità ai fatti del proprio assistito puntando sulla mancanza di prove dell’avvenuta violenza sessuale, ma non ha avuto successo. Ranieri ha comunque annunciato che presenterà ricorso in appello.
Concussione a Campello – Una sorte migliore è toccata al dipendente del Comune di Campello a processo per concussione, che è stato assolto dal Collegio Penale. La tesi sostenuta dall’accusa durante il dibattimento processuale era che il giovane, arrestato in flagranza di reato nel 2007 ma rimesso in libertà tre giorni dopo, avesse abusato della sua posizione lavorativa per farsi consegnare da un privato cittadino la somma di 170 euro relativa ad una pratica edilizia e che non avesse mai versato il denaro nelle casse comunali. La riscossione del pagamento era avvenuta direttamente a casa dell’uomo. Il Collegio Penale ha però assolto l’imputato poiché il fatto non sussiste. E’ stata così riconosciuta valida la tesi della difesa, sostenuta dall’avvocato Giuseppe La Spina, secondo cui i soldi consegnati al suo assistito erano realmente relativi alla pratica (fra diritti comunali e marche da bollo) e non a una tangente. La modica somma trovata in tasca dell'uomo aveva sin dall'inizio fatto nascere qualche sospetto. Non è da escludere che ora il funzionario chieda che venga accertata la responsabilità di chi denunciò ai carabinieri il fatto.
Bombe a Baiano – SI è conclusa con un nulla di fatto, infine, l’udienza del processo relativo all’esplosione delle bombe nello stabilimento militare di Baiano, avvenuta nell’aprile del 2005. Ieri avrebbero dovuto sfilare davanti al giudici i primi 13 testimoni della lista del Pubblico Ministero dei 120 previsti in totale. Ma la mancata notifica agli stessi ha di fatto impedito che l’udienza avesse luogo, rimandando tutto al prossimo 16 luglio. Sono così ancora più destinati a ridursi i tempi per la prescrizione. (Jac. Bru.)
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