Ad oltre due anni dal tragico incidente in località Altomare (San Giustino) dove persero la vita 4 giovanissimi, il giudice Natalia Giubilei, durante l’udienza preliminare di stamattina (28 gennaio), ha rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio stradale i due dirigenti comunali di San Giustino – un 70enne di Arezzo (in carica dal 99 al maggio 2000 e oggi in pensione) e un 63enne di Città di Castello (tuttora in carica dal maggio 2000) – finiti sotto inchiesta proprio dopo lo schianto fatale del 3 dicembre 2022.
Entrambi – secondo l’accusa – avrebbero “violato le norme in materia di circolazione stradale con negligenza, imprudenza ed imperizia” nel loro ruolo di dirigenti del Servizio Lavori Pubblici e Patrimonio del Comune di San Giustino. Sempre secondo quanto ricostruito dalla Procura non avrebbero neanche curato la manutenzione di via Umbra in San Giustino (dove è avvenuto l’incidente), “in quanto omettevano di ripristinare idonea barriera stradale di sicurezza”, ovvero il guardrail rimosso dopo un incidente avvenuto il 1° aprile 2018, ritenuto “necessario per proteggere la pila del ponte sito lungo la strada”.
Non avendo reinstallato il guardrail dunque i due dirigenti – come riportato dalla Procura – avrebbero “concorso a cagionare la morte di Natasha Baldacci, Nico Dolfi, Gabriele Marghi (tutti 22enni) e Luana Ballini (17)”, deceduti a bordo della Fiat Punto che, quella notte, ha perso il controllo all’altezza dell’incrocio con via Mattei, “ritrovandosi con entrambe le ruote del lato destro all’interno del canale di regimentazione delle acque lungo il margine della banchina, non segnalato e privo di protezioni, andando infine a sbattere contro il muro di cemento armato della pila del ponte”.
I due imputati sono difesi dagli avvocati Luca Fanfani e Vittorio Betti, per i quali l’assenza del guardrail non avrebbe determinato la fuoriuscita del veicolo dalla strada. In sostanza anche se la barriera fosse stata presente – dicono – la tragedia sarebbe avvenuta ugualmente. Le famiglie dei ragazzi – 18 le parti civili indicate dalla Procura – si sono affidate ai legali Eugenio Zaganelli, Giacomo Bacchi, Marco Nicastro, Leonardo Gabrielli, Gloria Cangi e Riccardo Vantaggi, che hanno richiesto un risarcimento complessivo di quasi 3 milioni. Il processo inizierà il 22 aprile.