Il tradimento c’è stato e sarà la Città di Spoleto a doverne pagare le conseguenze. Ma pagheranno anche quelli che non hanno rispettato gli accordi. E’ questo, in estrema sintesi, il commento a caldo del segretario del piddì spoletino Dante Andrea Rossi all’indomani della mancata elezione dell’unico candidato che si presentava alla tornata elettorale per Palazzo Cesaroni, Gincarlo Cintioli. Rossi, come aveva anticipato Tuttoggi.info, ha confermato che la segreteria stavolta userà la mano pesante. Con i traditori, più o meno blasonati, che hanno ostacolato il cammino del consigliere uscente.
“Il congresso comunale – ricorda in apertura il segretario – aveva indicato all’unanimità, con la sola astensione di Giorgio Flamini, la candidatura di Cintioli. Poi però c’è stato qualche amministratore ed ex ammiistratore che ha preferito fare altri interessi, riportando la ostra città alle vecchie divisioni e all’isolamento. Chi si è comportato in tale modo, chi non lavora per l’interese di Spoleto non può più far parte di questo Partito”. Di nomi Rossi non ne vuol fare. “Sarà un percorso interno al Partito, per il momento non intendiamo fare alcun nome, anche se abbiamo le prove di come si sono comportati certi iscritti”. Come a dire. voi giornalisti scrivete pure che c’è chi ci ha sparato contro ma non chiedeteci il suo nome. Anche se poi i nomi sono già trapelati e nessuno li ha smentiti. Rossi passa poi ad analizzare il voto: “Il Pd ha retto molto bene, anzi ha incrementato di qualche punto ed è per questo che rivendichiamo un ruolo, un nostro rappresentante in Regione”.
Sono diverse le ferite che bruciano, anche se quella che fa più male sembra legata al successo del folignate Barberini. Al quale Rossi manda una stoccatina: “quale neoconsigliere deve dimettersi immediatamente da presidente della Vus, non per una questione di incompatibilità, che non lo è, ma per una questione etica”.
Tocca a Cintioli che inizia annunciando una propria lettera di ringraziamento all’elettorato “per la fiduia che mi ha accordato e comunque per l’ottimo risultato ottenuto”. Poi l’analisi del voto: “per il nostro territorio, l’uscita di scena di un rappresentante della maggioranza è una cosa grave, con l’asse del potere che si è spostato sulla E45 fino alla Valle del Tevere. Questo a dimostrazione che il comportamento tenuto da chi è andato contro gli interessi della nostra città ha tenuto un comportamento maniacale, demenziale! Da solo ho preso più preferenze di Zaffini e Hanke messi insieme, e questo vorrà dire qualcosa”. Ma i ‘traditori’ per Cintioli non sono solo alcuni iscritti locali. Il tiro lo posta sui vertici regionali e su alcuniparlamentari. “Lo scorso anno – ricorda – ci fu un accorato appello affinchè facessi un passo indietro nella candidatura a sindaco. La segreteria regionale, quella provinciale e i parlamentari si impegnarono, di fronte alla mia disponibilità, ad aiutare il percorso intrapreso 5 anni prima, ovvero di tutelare la città con almeno un proprio rappresentante in Regione, ed invece….”. Invece da fuori le mura non è arrivato nulla. “Chi aveva promesso un aiuto elettorale in almeno 1.500 voti (Bocci? n.d.r.) sembra si sia dimenticato all’ultimo momento dell’impegno preso. E’ giusto che la città sappia, che le associazioni di categoria, gli imprendori conoscano come stanno le cose”.
Anche lui si riserva di fare i nomi, anche se chiarisce che lo sgambetto porta la firma di qualche margheritino: “non ho mai fatto alcuna differenza fra provenienti dai diesse e dalla margherita, anzi ho sempre lavorato per l'unità del Partito, ed è per questo che trovo scandaloso chi oggi si giustifica nel dire che non poteva sollecitare la mia candidatura perchè provengo dai Ds”.
Poi la richiesta al sindaco “la cui opera in questa campagna elettorale è stata leale e concreta. Benedetti – continua Cintioli, vada a Palazzo Donini, a Palazzo Cesaroni, dove vuole, ci pianti una tenda a Perugia ma ottenga un ruolo per questa città”. Che Cintioli sia determinato lo si capisce anche nelle intenzioni delle sue prossime azioni: “io di certo non mi fermo qui, non mi ritiro nè vado in pensione. Continuerò a lavorare affinchè vengano rispettati gli impegni presi, anche in termini di stabilità di tenuta della nostra città”. Un messaggio fin troppo esplicito. Il confronto interno è cominciato già oggi pomeriggio alle 18, quando è stata convocata d’urgenza la segreteria. Impossibile sapere come sia andata anche se c’è chi giura che sul tavolino le varie parti abbiamo messo davvero tutto, anche con toni accesi. Il ‘processo’ interno, a detta di Rossi, si concluderà in una decina di giorni. Bisogna sbrigarsi, anche perchè la base sarà chiamata a rinnovare la segreteria fra poco meno di 2 mesi. Meglio chiarirsi prima.
(Video – guarda l’affondo di Cintioli)
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