A Foligno, c'è aria di bilanci, e a quanto pare la crisi generale ha richiesto anche per la realtà cittadina, delle necessità di restringere i fondi di alcuni settori. A tal proposito, si è aperto un dibattito sui tagli al bilancio degli eventi culturali, sul quale, l'assessore alla Cultura e al Turismo, Giovanni Carnevali (nella foto insieme a Vittorio Sgarbi), ha voluto intervenire per dire la sua e per cercare di salvaguardare un settore fondamentale per l'intero sistema economico di Foligno. Non risparmiando attacchi a membri della sua stessa giunta.
Queste le considerazioni dell'assessore Carnevali: “Desidero intervenire in merito alle dichiarazioni del direttore generale e del vicesindaco in merito al bilancio previsionale 2009, in particolare laddove si rende pubblica una volontà di tagliare i fondi agli eventi e a sostegno di associazioni.
Personalmente ho sempre evitato, per un senso di responsabilità istituzionale, le polemiche pubbliche sui giornali riguardo alle differenti visioni, politiche ma anche personali, che a volte emergono in una giunta di coalizione.
Il compito di un amministratore è pensare prima di tutto all'interesse della città e non alla visibilità personale, propria o del proprio partito. Stavolta, tuttavia, non posso tacere.
Poiché la discussione su cosa concretamente tagliare per realizzare i risparmi necessari è ancora aperta, mi aspettavo che, con un pizzico di eleganza in più, oltre che di spirito di coalizione, si aspettasse a lanciare messaggi pubblici che mettono poi concretamente in difficoltà chi ha le deleghe a seguire gli eventi culturali.
Le manifestazioni che fanno vivere la città sono tante, stabilire priorità è compito della politica, la giunta è un organo collegiale e le decisioni si prendono insieme, tenendo conto del parere di chi è stato delegato dal Sindaco a seguire le questioni culturali.
L' assessorato alla Cultura si fa responsabilmente carico, come tutti gli altri, della parte di sacrifici che riguardano il proprio bilancio, nell'interesse della città.
Sarebbe follia poter pensare di spegnere tutta la vita culturale di Foligno, perché gli eventi culturali e la vita delle associazioni non sono “brillantini e paillettes” ma volano di sviluppo economico, componente indispensabile della qualità della vita e del senso di identità di una comunità.
I tagli riguardino proporzionalmente TUTTI i settori del Bilancio Comunale, non solo gli eventi. E, a limite, secondo quale dogma meglio non aumentare le tasse che spegnere le luci alla cultura?
Dobbiamo rassegnarci ad essere considerati, in Umbria, solo una specie di città dormitorio, mentre l'intera regione ha fatto del binomio cultura e turismo la chiave di volta di un nuovo modello di sviluppo? Personalmente non ci sto”.