Statuetta etrusca in bronzo in vendita online, sequestrata dai carabinieri

Statuetta etrusca in bronzo in vendita online, sequestrata dai carabinieri

Redazione

Statuetta etrusca in bronzo in vendita online, sequestrata dai carabinieri

Mar, 02/02/2021 - 09:29

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L'uomo è ora chiamato a rispondere del reato di ricettazione in relazione all’impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato

Un vero reperto archeologico, una statuetta etrusca, in vendita su Internet. E’ costato una denuncia per ricettazione ad un ternano l’annuncio online relativo allo storico manufatto, con quest’ultimo che è stato sequestrato e che ora finirà sicuramente esposto in un museo.

L’operazione è dei carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale (TPC) di Perugia, coordinati dalla Procura della Repubblica di Terni ed in collaborazione con i militari del locale Comando Provinciale dei Carabinieri.

La statuetta etrusca, un guerriero con elmo

I militari dell’Arma hanno infatti sequestrato una statuetta in bronzo di epoca etrusca raffigurante un “Guerriero con elmo”, individuata fra gli annunci di vendita pubblicati sulla pagina di una delle più comuni piattaforme di commercio on-line.

Il monitoraggio delle vendite online

L’attività che ha consentito ai militari dello specializzato Reparto dell’Arma che opera in Umbria di individuare e sequestrare il manufatto di natura archeologica, è il risultato della mirata e costante azione di controllo che viene svolta dai Carabinieri attraverso il monitoraggio periodico delle piattaforme di commercio on-line. E’ infatti tramite le numerose “piazze virtuali”, svincolate dalle rigide regole del mercato ordinario (tracciabilità dei beni e delle transizioni di acquisto) e sempre frequentate da (incauti) appassionati e collezionisti alla ricerca del “Buon affare”, che si possono reperire in vendita oggetti di ogni tipologia, anche di connaturato “Interesse culturale”, che però il più delle volte si rivelano di dubbia qualità o addirittura di illecita provenienza.

Considerando che in territori come quello dell’Umbria, caratterizzati dalla presenze di vaste aree di interesse archeologico, è molto probabile rinvenire oggetti del passato rimasti per anni sepolti e occasionalmente tornati alla luce, o ritrovati e recuperati illegalmente nel corso di ricerche non autorizzate compiute con l’utilizzo di metal detector, i Carabinieri del TPC, oltre al consueto controllo dei siti archeologici, effettuato con periodici sopralluoghi volti a verificarne l’integrità e contrastare il fenomeno degli scavi clandestini, operano sistematicamente anche il monitoraggio del web per intercettare e impedire l’illecita vendita di manufatti di natura archeologia provento di tali attività vietate dalla legge.

L’annuncio di un ternano per la statuetta etrusca

Gli investigatori, analizzando i numerosi annunci, si sono imbattuti e posto l’attenzione all’inserzione che indicava una “Statuina in bronzo originale etrusca” corredata di alcune immagini del manufatto che, per tipologia, materiale e fattezza poteva essere riconducibile ad un rinvenimento effettuato sul territorio. Ciò confermato anche dal fatto che reperti votivi di analoga caratteristica figurativa sono presenti nelle più importanti collezioni museali locali.

Reperto autentico

Attraverso il nickname è stato possibile individuare l’utente che aveva messo in vendita la statuetta etrusca, un cinquantenne incensurato originario e residente nel ternano.

Gli approfondimenti successivi, compiuti avvalendosi della competenza dei funzionari archeologi della Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio dell’Umbria e della collaborazione dell’Arma Territoriale, hanno consentito di ottenere conferma circa l’autenticità del reperto nonché riscontrarne l’illecita detenzione. La conseguente ed immediata comunicazione delle risultanze investigative all’Autorità Giudiziaria ha portato all’emissione del decreto di perquisizione e sequestro eseguito nei giorni scorsi presso l’abitazione dell’indagato. L’uomo è ora chiamato a rispondere del reato di ricettazione in relazione all’impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato. Questo non tanto per il valore dell’oggetto trovato in suo possesso, quantificato in qualche centinaia di euro, quanto per l’aver posto in commercio un bene culturale costituente, per sua natura, patrimonio indisponibile di proprietà dello Stato.

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