Comincia a dir poco a rilento l’attività del Consiglio comunale di Spoleto, probabilmente “ingessato” dal riassetto della Giunta su cui il sindaco Andrea Sisti ha sciolto le riserve solo nel pomeriggio di ieri nominando l’attuale capogruppo del Pd Federico Cesaretti al posto del neoconsigliere regionale Stefano Lisci, evitando l’allargamento della Giunta a 8 assessori (e su questo bisognerà attendere le eventuali reazioni dei socialisti) e rimodulando le deleghe tra i membri del board.
Eppure sul tavolo di problematiche per il parlamento cittadino ce ne sono a non finire, fuori e dentro il palazzo.
San Martino in Trignano a rischio caos, interrogazione di Catanossi
Cominciamo da quelli più attuali. Di queste ore la presentazione di una interrogazione urgente al sindaco Sisti da parte di Dego Catanossi, capogruppo di Spoleto 2030, che chiede lumi circa i lavori appaltati dalla Vus e che rischiano di compromettere per diverso tempo la viabilità della popolosa frazione di San Martino in Trignano. Lavori legati all’ammodernamento della rete fognaria e idrica, già ipotizzati dalla giunta di Fabrizio Cardarelli, ma di prossimo avvio grazie all’investimento e ai fondi del Pnrr ottenuti dalla Vus del presidente Vincenzo Rossi per la Valle umbra sud (68,5 milioni di cui 47 milioni da Pnrr).
Una parte di questi, circa 3,1 milioni, hanno già interessato piazza d’Armi e San Giovanni di Baiano. Ma quello di maggior impatto, a San Martino in Trignano appunto, deve partire e il count down è appena iniziato.
“Tali lavori porteranno benefici ambientali e infrastrutturali importanti” scrive il gruppo di Catanossi “tuttavia riteniamo che il cantiere sia pianificato con il massimo coinvolgimento della comunità. Infatti la strada provinciale 460 è una strada essenziale per i cittadini dell’Alta Marroggia che collega scuole, le poste, numerose aziende e attività commerciali e che viene percorsa ogni giorno da autobus, camion e mezzi di soccorso. Con l’interrogazione vogliamo sapere da quanto tempo il Comune conosce il progetto, come è stata coinvolta la comunità, tempistiche e modalità di svolgimento dei lavori, se sono stati previsti percorsi alternativi e azioni di supporto per le attività commerciali e, non da ultimo, se è possibile lavorare anche in orari notturni che possano ridurre i disagi. La nostra priorità è garantire che i lavori si svolgano nel miglior modo possibile riducendo al minimo i disagi di chi vive e lavora in questi luoghi, ribadendo che la comunità deve essere sempre al centro delle decisioni” conclude Catanossi.
La preoccupazione tra i residenti, a quanto pare, è scattata dopo un sopralluogo della ditta i cui tecnici avrebbero riferito la partenza imminente dei lavori, già dai primi di febbraio), che dureranno per circa 4 mesi.
Consiglio comunale, a quando la convocazione?
La risposta ai quesiti di Spoleto2030 rischia di arrivare in aula a lavori cominciati, visto che non è stata ancora convocata la conferenza dei capigruppo (che richiede 5 giorni) con cui decidere la data per l’assemblea (7 giorni). Il rischio che si ritorni in Consiglio alla fine di gennaio se non ai primi di febbraio è più che concreto.
Eppure i problemi non mancano. A cominciare da quelli venuti al pettine nell’ultima riunione del 23 dicembre quando, alla richiesta di tutta l’opposizione di innalzare l’esenzione dell’addizionale comunale da 10mila a 12mila euro e di eliminare l’Imu per alcune tipologie di terreni, la maggioranza, vuoi anche per le risposte della dirigente finanziaria che non hanno per nulla convinto la minoranza (incalzata sulle due problematiche da Alessandra Dottarelli di Alleanza civica), ha “costretto” Cesaretti a ritirare la proposta e riportare le pratiche in Commissione bilancio.
Solo in tema economico finanziario ci sarebbero da approvare inoltre tariffe e tributi, nonché il bilancio previsionale, dato per certo entro dicembre e puntualmente slittato ad anno nuovo.
Le comunicazioni del Consiglio serviranno sicuramente per comprendere altre tematiche. Dal Festival dei 2 Mondi (il 22 gennaio è prevista l’assemblea dei soci, mentre in settimana, a quanto annunciato dal presidente-sindaco, dovrebbe arrivare la bozza di Statuto commissionata dal Mic ad un avvocato di Roma) alla selezione dei due dirigenti, pardon delle due dirigenti anche se una sola di queste, l’ingegnere Monica Proietti, già in forza al Municipio, andrà a sostituire il dirigente Francesco Zepparelli, in partenza per la Regione quale vincitore di concorso pubblico. Manterrà invece l’incarico fiduciario l’architetto Vincent Ottaviani il quale, in virtù delle nuove norme previste dalla finanziaria, rimarrà in servizio per almeno un altro anno. Per la cronaca a vincere la selezione è stata un’altra funzionaria comunale, l’architetto Sara Spitella. Bisognerà attendere per capirne di più. Anche in merito a possibili ricorsi che sono stati informalmente annunciati da almeno due candidati che hanno preso parte alle selezioni.
Chissà che non venga affrontato il tema delle feste appena concluse sotto il profilo del commercio che, a sentire almeno i negozi del centro, non è andato affatto bene. Eccezion fatta per il Capodanno; il Natale e l’Epifania non hanno registrato numeri particolari neanche per gli albergatori, nonostante un bel po’ di denaro speso dalla Città per la comunicazione (a cui si aggiunge l’assunzione di una nuova impiegata da destinare al settore per la parte social).
Un’inizio anno che porterà con sé, oltre all’immancabile polemica sulla chiusura della ZTL, la chiusura di almeno 5 attività a contarle solo tra corso Mazzini e corso Garibaldi.
L’assetto di Giunta e maggioranza, tra chi brinda e chi mugugna
Sul nuovo assetto della Giunta, Sisti sembra mostrare il pugno forte non cedendo alle richieste dei socialisti, aggravando di responsabilità il lavoro degli assessori del Pd (a Cesaretti, oltre ai compiti già di Lisci, sono andate anche le opere pubbliche tolte a Manuela Albertella; al vice sindaco Chiodetti il nuovo incarico delle risorse umane del Comune), blindando i fedeli Giovanni Angelini Paroli (unico a mantenere rapporti con il centrodestra) e la pentastellata Agnese Protasi, mantenendo di fatto inalterate le deleghe della Pesci e della Renzi.
Anche se alla Renzi e alla Protasi andranno le nuove deleghe, che solo dalle denominazioni hanno già suscitato più di qualche perplessità, rispettivamente per “la promozione della pace e dell’accoglienza” e per la “promozione delle politiche di sostenibilità e dell’economia circolare nelle scuole e nell’associazionismo” (che solo a riportarlo su un biglietto da visita occorre un lenzuolo). Incarichi che sembrano emulare quanto fatto di recente in altri e più importanti comuni; così, giusto per seguire l’esempio.
Resta da comprendere se le ulteriori deleghe a Chiodetti (da più parti dato quale prossimo candidato sindaco) e Cesaretti siano un riconoscimento o prova per testarne le capacità.
Se il sindaco si è tolto, almeno per il momento, il “peso” di ricomporre la squadra – pur cosciente delle tensioni interne al board -, a trovare un nuovo assetto in aula dovrà ora pensare il Partito democratico del segretario Lisci chiamato a nominare il nuovo capogruppo.
Naturale che in pole ci sia l’attuale vice Guerrino Lucentini il quale, oltre a rivendicare l’esperienza acquisita in questi primi tre anni, può fare forza sulle 162 preferenze per un ruolo da protagonista. Non fosse che tutti quelli che lo hanno preceduto alle elezioni, hanno un incarico: da Marco Trippetti, presidente del Consiglio comunale con 536 voti, alla europarlamentare Camilla Laureti, ai neo assessore Cesaretti con 207 voti e vicesindaco Chiodetti con 195 voti.
Un incarico su cui puntava Vania Buffatello, dinamicissima nella campagna elettorale di Lisci, ma che ha all’attivo appena 81 voti (la metà esatta di Lucentini) e che ha guadagnato lo scranno solo grazie all’elezione a Bruxelles della Laureti. Ma nel partito denso di commistioni famigliari, Lisci avrebbe per lei già una soluzione con un ruolo di qualche rilievo in seno allo stesso consesso.
Non resta quindi che attendere la surroga della prima dei non eletti in consiglio, Maria Rita Palazzi (71 voti) su cui potrebbe risultare di intralcio il ruolo ricoperto dal figlio, Roberto Paolucci, amministratore unico dell’Ase, l’azienda a totale controllo del Municipio. Quanto meno nell’approvazione dei bilanci.
Se dovesse rinunciare, la convocazione slitterebbe su Giampiero Calabresi (69), già membro del consiglio e assessore con i Comunisti italiani nella Giunta Brunini, e affine del neo assessore Cesaretti.
Ohana, direbbero dalla Walt Disney.
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