Partecipate, scatta la rivoluzione: si fondono Umbria Salute e Umbria Digitale | Crisi Covid: i ristori aggiuntivi della Regione

Partecipate, scatta la rivoluzione: si fondono Umbria Salute e Umbria Digitale | Crisi Covid: fondi aggiuntivi dalla Regione, i beneficiari

Massimo Sbardella

Partecipate, scatta la rivoluzione: si fondono Umbria Salute e Umbria Digitale | Crisi Covid: fondi aggiuntivi dalla Regione, i beneficiari

Mer, 16/12/2020 - 17:06

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Società partecipate, la rivoluzione della Regione inizia da Umbria Salute e Umbria Digitale, che entro la fine del prossimo anno si fonderanno in un’unica agenzia. Umbria salute e servizi digitali sarà la centrale di acquisto per la Regione e si candiderà ad esserlo per tutta la pubblica amministrazione in Umbria, così come per tutti i servizi informatici, gestendo la transizione digitale della macchina regionale. Per la sanità pubblica gestirà il Cup, il Nus, il fascicolo elettronico e le liste d’attesa.

Una società unica da 36 milioni di euro di fatturato. La fusione porterà ad un risparmio immediato di mezzo milione di euro, che potrà salire a 2 milioni di euro a regime.

E’ stata la presidente Donatella Tesei a dare oggi mandato ai due amministratori unici di lavorare per la fusione che si dovrà concretizzare entro il 31 dicembre 2021.

Spesa e obiettivi: partecipate subito nel mirino

Le due società, almeno per come sono state concepite e gestite finora, sono le prime due “vittime” della rivoluzione delle società, agenzie ed enti partecipati dalla Regione finiti nel mirino della governatrice Tesei fin dal suo insediamento a Palazzo Donini. Non a caso la governatrice ha tenuto per sé la delega alle partecipate. Individuate da subito come una struttura parallela e non sempre giustificata rispetto alla Regione, con i loro 1500 dipendenti ed il costo di 31 milioni di euro per la collettività regionale.

Gli obiettivi di questa rivoluzione sono stati ricordati da Tesei: rendere certa e riconoscibile la mission delle partecipate, aumentare il livello dei servizi per cittadini e imprese, migliorare la produttività (“in molti casi ci sono carichi di spesa per la finanza pubblica che a volte non si riescono a giustificare nella concretezza”), ridurre la spesa pubblica di sistema. “Perché in questo momento difficile bisogna tagliare la spesa pubblica improduttiva o non comunque legata agli obiettivi” afferma Tesei. Che promette: “Ogni euro che risparmieremo sarà finalizzato all’obiettivo del rilancio dell’economia”.

Le tappe della riforma

A gennaio la presidente ha chiesto lo stato di salute agli amministratori di tutte le società allora in carica. Per poter attuare su di esse anche un pieno controllo.

“Ho anche capito le professionalità utili” ricorda Tesei. Che tra febbraio e luglio ha rinnovato i vertici delle partecipate. Ai nuovi amministratori è stata chiesta la chiusura del bilancio semestrale, la verifica finanziaria (“c’erano situazioni fuori controllo”) ed i piani industriali triennale. Sulla base di questo lavoro sono state definite le nuove mission secondo quattro linee di indirizzo.

Un lavoro che però non si esaurisce con la fusione di Umbria Digitale e Umbria Salute. “Se non dovessimo vedere questa nuova prospettiva – annuncia Tesei – si provvederà a revisioni, accorpamenti e fusioni”.

Fioroni: una rivoluzione di merito

L’assessore Fioroni ha parlato di una “rivoluzione di metodo” rispetto al passato. Con una gestione caratterizzata da una “eccessiva compartimentazione dei ruoli di Dipartimenti regionali, Assessorati e partecipate”. Ad esempio, c’erano 28 centri di costo legati al digitale.

Duplicazioni e impantanamenti che secondo Fioroni erano provocati anche dalla “gelosia di perimetro tra gli assessori” delle precedenti Giunte regionali.

Il lavoro di squadra in sanità

Un lavoro di squadra, tra Umbria Sanità e Umbria Digitale, ma anche tra gli Assessorati competenti, le Aziende ed i Distretti sanitari, che è stato già avviato nell’emergenza Covid. Ad esempio nella riorganizzazione dei drive through per effettuare i tamponi Covid.

Lavoro di squadra e crisi Covid che hanno accelerato l’attività di professionalità che secondo i nuovi amministratori non erano evidentemente messe in grado di lavorare in modo proficuo, dal punto di vista della produttività e soprattutto degli obiettivi da raggiungere.

Il digitale

Centomila umbri a breve potranno accedere a connessioni internet veloci, con la banda larga, attraverso l’adesione di nuovi comuni ai servizi.

In aumento, poi, la digitalizzazione dei bandi. Servizi che si vogliono estendere, proponendoli anche ai piccoli Comuni.

Accanto a questo, ci sono i servizi digitali direttamente utilizzabili dai cittadini, come ad esempio per i nuovi accessi all’ospedale di Orvieto.

Ma la vera sfida sarà quella di supportare una reale semplificazione burocratica.

Crisi Covid, fondi aggiuntivi dalla Regione

Intanto la presidente Tesei, insieme agli assessori Fioroni e Agabiti, ha annunciato una serie di misure di ristoro, aggiuntive o integrative rispetto a quelle del Governo, per autonomi e categorie imprenditoriali fortemente danneggiate dal Covid. Per coloro che hanno dovuto chiudere o ridurre le proprie attività sulla base base del Dpcm nazionale o delle ordinanze regionali sono stati stanziati circa 14,5 milioni di euro (di cui 13,4 milioni per gli autonomi).

I lavoratori autonomi

Per i lavoratori autonomi non garantiti previsto un contributo una tantum di 1.500 euro.

Le categorie dei beneficiari:

  • commercianti, artigiani, artisti o assimilabili che abbiano la propria sede di attività nei centri storici, all’interno di un centro commerciale, nei comuni colpiti dal sisma del 2016 o che si trovino in aree di particolare interesse naturalistico-ambientale o di interesse religioso;
  • i lavoratori autonomi dello spettacolo, iscritti alle gestioni ex Enpals o al fondo PSMSAD (Pittori, Scultori, Musicisti, Scrittori e Autori Drammatici);
  • i lavoratori autonomi dello Sport, con contratto di collaborazione con il Coni, il Comitato Paralimpico, le federazioni sportive, gli enti di promozione riconosciuti, le società o le associazioni sportive dilettantistiche;
  • i lavoratori della cultura previsti dal Codice dei Beni culturali: Antropologo fisico, Archeologo, Archivista, Bibliotecario, Demoetnoantropologo, Esperto di diagnostica, Storico dell’arte.
  • altre tipologie di lavoratori autonomi e titolari di micro o piccole imprese: commercio fiori e piante, bar e ristoranti, attività audio-foto-visive, gestione impianti (sportivi, teatri ecc.), intrattenimento e tanti altri.

Settore fiere e convegni

La misura dedicata al settore dei convegni e delle fiere prevede l’erogazione di un contributo a fondo perduto – variabile tra 1.500 euro, 4.000 euro o 8.000 euro, in funzione del fatturato – e si rivolge alle imprese che esercitino attività di organizzazione di convegni e fiere, di noleggio di strutture ed attrezzature per manifestazioni e spettacoli.

L’indennizzo per i soggetti operanti nel settore del commercio all’ingrosso di alimenti e bevande sarà invece determinato sulla base del numero dei dipendenti aziendali e sarà articolato in 4 fasce: 1.500 euro, 3.000 euro, 6.000 o 10.000 euro.

Le domande potranno essere presentate a partire dal 14 gennaio prossimo, secondo le modalità che verranno specificate negli avvisi.
Le istruttorie per l’una tantum saranno a cura di Arpal Umbria con l’assistenza tecnica di Umbria Digitale e Sviluppumbria, mentre la gestione dell’avviso per convegni, fiere e commercio all’ingrosso di alimenti e bevande sarà a cura di Sviluppumbria, che per domande o informazioni su entrambi i provvedimenti ha attivato quattro numeri di telefono dedicati e un indirizzo E-mail (attivi dal 28 dicembre): per la sede di Perugia: 075/5681280 075/5681281; per la sede di Terni: 0744/806070 0744/806071; avvisounatantum@sviluppumbria.it.

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