La regione apre le porte più segrete e suggestive all'insegna del suo Giotto, della sua arte, dei suoi vini e oli, della sua natura e dei suoi paesaggi Stimolare il desiderio di andare sulle orme di Giotto in luoghi celeberrimi, ma anche in quelli un po' nascosti e perfino segreti ai più, dove l'arte è legata in maniera identitaria alla natura, ai suoi prodotti e al paesaggio che tutto comprende. Percorrendo quel reticolo di vie fiancheggiate da lunghi filari di viti e omaggiate da ulivi maestosi, che attraversano in lungo e largo l'Umbria.
Tenendo ben presente questo obiettivo, le Strade del Vino e dell'Olio – nell'ambito della giornata di presentazione dell'Umbria presso gli spazi del Vittoriano di Roma sede della mostra “Giotto e il Trecento”, che iniziata lo scorso 6 marzo terminerà il prossimo 29 giugno – hanno promosso il 18 giugno alcuni itinerari turistici legati a Giotto. Grazie alla collaborazione con la Regione Umbria, che ha contribuito alla realizzazione dell'importante esposizione romana sul maestro fiorentino e sul percorso figurativo giottesco, le Strade hanno presentato a operatori, giornalisti e opinion leader una serie di nuovi prodotti turistici che legano gli itinerari giotteschi ai percorsi del Vino e dell'Olio, collegando gli appassionati dell'arte al buon vivere e al buon mangiare.
L'intento, insomma, è quello di intercettare un determinato tipo di turista-visitatore legando l'aspetto artistico anche all'olio e al vino con l'Umbria che aprirà così le porte agli amanti di Giotto, proponendo, grazie ad appositi pacchetti turistici, dei fine settimana all'insegna del gusto, dell'enogastromonia, della cultura, della natura e di paesaggi unici, passando non solo per Assisi (luogo simbolo dell'arte del maestro fiorentino), ma anche per gli itinerari giotteschi più segreti e nascosti sparsi in tutta la regione. Le Strade del Vino e dell'Olio dell'Umbria – progetto che unisce grazie ad un Coordinamento le quattro Strade del Vino (Strada dei Vini del Cantico, Strada dei Vini Etrusco Romana, Strada del Sagrantino e Strada dei Vini Colli del Trasimeno) con la Strada dell'Olio Extravergine d'Oliva Dop Umbria – continuano in questo modo a voler rappresentare l'unicità dell'intero territorio regionale con un'azione congiunta che si sta sempre più dimostrando vincente per la promozione integrata dell'Umbria a 360 gradi e soprattutto dei suoi prodotti d'eccellenza, i vini Doc e Docg e l'Olio Dop.
L'arte di Giotto e dei “giotteschi” in Umbria lungo i percorsi del vino e dell'olio.
È ben nota l'esperienza di Giotto di Bondone nelle varie regioni d'Italia e la svolta impressa dal suo genio alle tradizioni e alle scuole pittoriche dei luoghi dove il maestro si recò nel suo pellegrinaggio artistico. Tra questi luoghi, un posto di primissimo piano spetta all'Umbria. Ed è proprio in questa regione che gli estimatori del famoso maestro fiorentino possono seguire un percorso emozionale più unico che raro, rispetto a tutti gli altri contesti possibili ed immaginabili, trovando inediti spunti di arricchimento personale. Quella che viene quindi proposta è una sorta di ricerca del tempo perduto nel presente, lungo le cosiddette Strade del Vino (denominate, secondo le zone di produzione, Strada del Cantico, Etrusco Romana, del Sagrantino e dei Colli del Trasimeno) e dell'Olio Extravergine d'Oliva Dop Umbria: un'unica lunga strada dei Rossi, dei Bianchi e del Verde-Oro, legata alle principali colture e ai prodotti che più e meglio connotano il territorio, ne rappresentano l'unicità e ne costituiscono i più quotati indicatori di qualità enogastronomica. Questa ricerca non è un semplice viaggio nel “gusto” nella sua più completa accezione, ma una vera e propria filosofia di vita. Da assaporare lentamente, girovagando tra chiese e musei, antichi palazzi e umide viuzze, vecchi frantoi e profumate cantine, atelier d'artisti, botteghe artigiane, piccole locande e tranquille osterie, aziende agrarie e agrituristiche, in una sorta di percorso dei cinque sensi, risvegliati da rumori dimenticati, da cibi e bevande della tradizione, dall'avvicendarsi dei profumi delle stagioni, dall'impatto costante con la bellezza vera.
Un percorso, inoltre, che è pure una ricerca cromatica. Chi andrà sulle tracce di Giotto e dei “giotteschi”, ma anche di altri artisti nativi e non che hanno fatto grande questa regione, potrà davvero verificare di persona la mirabile assonanza tra i colori della natura e dei suoi prodotti – dalle argentee foglie dell'ulivo a quelle rossicce delle viti, dall'azzurro del cielo al verde dell'olio e della campagna – ed i colori impressi sulle tele e sugli affreschi. L'impatto visivo, infatti, è così forte che anche un artista “forestiero” come Giotto non poté non far suoi tali scintillanti cromatismi, ma non solo. Quando il grande fiorentino incontrò l'Umbria fu sicuramente amore a prima vista. Così da interpretare nella maniera più forte e sincera lo spirito francescano e la religiosità di questa terra, dove ancora oggi sembrano trovare testimonianza e sostanza gli indimenticabili versi del Cantico delle Creature. Il primo approccio con Giotto, infatti, non può che avvenire ad Assisi, nel trionfo della Basilica di San Francesco. Le idee nuove espresse da Giotto nei cicli della Chiesa Superiore di Assisi si diffusero con estremo vigore nei centri artistici umbri, provocando un rapido mutamento del linguaggio pittorico italiano immediatamente successivo.
Il giottismo in Umbria si affermò già verso la metà dell'ultimo decennio del Duecento, specialmente a Perugia, Spello, Montefalco, Gubbio e naturalmente la stessa Assisi. Ma tante altre sono, nell'Umbria intera, le suggestioni lungo questo originale viaggio sui passi di Giotto, dei suoi precursori, dei suoi allievi, dei suoi aiuti e dei suoi seguaci. E tante ancora, all'interno di questi percorsi dell'arte, le sorprese dell'Umbria dell'Olio dove nelle cinque sottozone (Colli Martani, Colli Assisi Spoleto, Colli del Trasimeno, Colli Orvietani, Colli Amerini) primeggiano cultivar, che in purezza o sapienti blend, raccontano i sapori speciali del moraiolo, del frantoio, del leccino, o la lunga vita di varietà storiche come la San Felice di Giano dell'Umbria e la Dolce Agogia del Trasimeno. E propone ulteriori specialità da un angolo all'altro anche l'Umbria del Vino che esplode in tutta la sua classica pienezza nell'Orvietano, che oltre ai famosi e storici bianchi conosce un'inaspettata riscoperta bacchica color rubino, a Narni e nell'Amerino con il Ciliegiolo, a Torgiano – dopo il Sagrantino di Montefalco la Riserva di queste parti è l'altra Docg dell'Umbria – passando per il Trebbiano Spoletino, per il Gamay del Trasimeno e molte altre delizie per il palato. E per arrivarci, come si è visto, se tanti sono i percorsi, unica è la strada. Che porta alla scoperta di Giotto, dell'arte, del gusto, della natura e dei paesaggi dell'Um bria più segreta e suggestiva.