Sottoscritto stamattina a Città di Castello uno "storico" accordo tra Comune, Cgil, Cisl, Uil, Confindustria e Arpal, per favorire la ricerca di un impiego a chi ha subito abusi e maltrattamenti
Il Comune di Città di Castello, capofila dell’Altotevere, ha firmato stamattina (6 novembre) con Cgil, Cisl, Uil, Confindustria e Agenzia Regionale Politiche Attive del Lavoro dell’Umbria il primo protocollo di intesa in Italia per favorire l’inserimento occupazionale delle donne vittime di violenza.
L’accordo rappresenta il tassello mancante a tutti i percorsi finalizzati all’uscita dall’incubo dei maltrattamenti, che spesso non iniziano per la mancanza di un’autonoma capacità di sostentamento della persona presa in carico dai servizi sociali. L’indipendenza economica derivante da un impiego è infatti ciò che può liberare la donna da una condizione familiare difficile, permettendole il pieno distacco dai contesti relazionali in cui si trova.
Ecco perché i Servizi Sociali tifernati, su indicazione del centro antiviolenza “Medusa” (gestito dall’Associazione Liberamente Donna Ets), segnaleranno ai centri per l’impiego ‘Arpal’ le donne residenti negli 8 Comuni altotiberini che hanno avviato un percorso di uscita dalla violenza per cui si ritiene opportuno chiederne l’inserimento lavorativo. Arpal proporrà alle aziende persone selezionate in base ai profili richiesti. Cgil, Cisl e Uil avranno invece il compito di sensibilizzare le imprese sui contenuti e opportunità del progetto, supervisionare il rispetto dei contratti e promuovere forme di collaborazione che tengano conto delle fragilità legate a vissuti di violenza. Confindustria si farà infine carico di comunicare le necessità assunzionali che possano essere prese in considerazione.
Un lavoro di raccordo già iniziato e che ha visto emergere le prime disponibilità da parte di importanti aziende del comprensorio, pronte ad accogliere le donne che subiscono violenza, piaga in inarrestabile espansione anche in Altotevere. Da gennaio a ottobre 2023 sono stati infatti 36 i nuovi casi presi in carico dal Centro antiviolenza “Medusa”, dato in linea con i 46 ingressi registrati nel 2022. Le chiamate registrate nei primi 10 mesi dell’anno sono state in tutto 510 e in 257 occasioni sono stati avviati colloqui individuali per esaminare le rispettive situazioni.
“Sono i numeri a dire che abbiamo il dovere di assumerci sempre nuove responsabilità nei confronti delle donne vittime di violenza e oggi diamo per primi in Italia una risposta. Un protocollo operativo, perché propone una linea di intervento concreta a sostegno della condizione femminile, aperto alla partecipazione di tutte le componenti della società e aziende del territorio che vorranno unirsi a noi e dare il proprio contributo”, ha dichiarato stamattina (6 novembre) in conferenza stampa il sindaco Luca Secondi insieme all’assessore alle Pari Opportunità Letizia Guerri e all’assessore alle Politiche Sociali Benedetta Calagreti.
Gli amministratori hanno presentato il protocollo d’intesa insieme a tutti gli attori coinvolti: “Con questo protocollo, che pone con decisione all’attenzione generale il tema dell’indipendenza economica femminile e l’importanza che riveste per combattere una piaga come la violenza di genere, diciamo alle donne vittime di maltrattamenti e abusi che devono avere la forza di denunciare, perché c’è una società che è pronta ad accoglierle e affiancarle nel percorso di uscita da questo incubo, anche con un lavoro e la prospettiva concreta di potersi rifare una vita”.
Un messaggio sottoscritto dal sindaco di Citerna Enea Paladino, dall’assessore alle Politiche Sociali di San Giustino Andrea Guerrieri e dall’assessore alle Politiche Sociali di Umbertide Lara Goracci, che hanno preso l’impegno di supportare al meglio per quanto di competenza l’attuazione del protocollo, dando atto al Comune tifernate del ruolo di raccordo svolto finora con i propri uffici, con la referente del Centro Anti Violenza Lorenza Scateni e la responsabile Veronica Baldoni. Presenti allo storico appuntamento anche il presidente della Sezione Altotevere di Confindustria Umbria Raoul Ranieri, i rappresentanti sindacali Fabrizio Fratini, Vanda Scarpelli e Barbara Mischianti (Cgil), Antonello Paccavia (Cisl) e Sandro Belletti (Uil), Patrizia Venturini (Spi-Cgil Umbria) e il responsabile dell’area Umbria Nord di Arpal Francesco Giovagnoni.