Festival, la 67^ edizione con qualche gustosa novità e tanti ritorni | Arieccoli? Gaffe della Veatue - Tuttoggi.info

Festival, la 67^ edizione con qualche gustosa novità e tanti ritorni | Arieccoli? Gaffe della Veatue

Redazione

Festival, la 67^ edizione con qualche gustosa novità e tanti ritorni | Arieccoli? Gaffe della Veatue

Ven, 26/01/2024 - 15:22

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Confermato il "gusto" delle anticipazioni in ordine sparso sul programma. L'Assemblea fila liscia tra una gaffe e l'approvazione del budget

Come accade ormai da qualche tempo, la nuova edizione del Festival dei Due Mondi di Spoleto, la 67^ della sua storia, in programma dal 28 giugno al 14 luglio è stata illustrata a grandi linee nel corso dell’assemblea dei soci della Fondazione Festival tenutasi nel pomeriggio di ieri l’altro, 24 gennaio.

Oltre i normali adempimenti assembleari come la votazione per l’approvazione del Budget 2024, c’è stato tempo anche per raccontare parte del programma della manifestazione.

Il gusto delle anticipazioni in ordine sparso, diciamolo, rovina un po’ quella atmosfera di attesa che era tipica della gestione menottiana, quando il programma era un vero e proprio Santo Graal che veniva svelato in un unico appuntamento, come se si trattasse di un rito religioso.

Nei tempi recenti ci siamo abituati prima a qualche anticipazione che arrivava verso la fine dell’anno per poi passare a due appuntamenti: uno tutto spoletino e solo dopo, presso il Ministero della Cultura a Roma (gestione Ferrara). Negli ultimi 3 anni invece (gestione Veaute), come Pollicino con le briciole, le anticipazioni sono state seminate durante varie occasioni accompagnando l’intervallo di tempo che separa la fine di un festival dalla data di inizio del successivo (per la cronaca la conferenza stampa dovrebbe tenersi il prossimo 4 marzo a Roma).

E’ così che, già dal febbraio 2023, sapevamo di alcuni degli appuntamenti previsti per Spoleto67. Uno di questi, lo spettacolo teatrale Baùbo, segna il ritorno dopo due anni a Spoleto di Jeanne Candel. Come dimenticare la famosa minzione incendiaria e la fetta biscottata che fuggiva dalla scena in Demi Véronique. Ma a parte la nostra personale predilezione per le stravaganze di questa artista d’oltralpe, il resto del programma raccontato in assemblea ha in se il gusto del “gradito ritorno”, fatta eccezione per qualche novità che si prospetta interessante.

Ma andiamo con ordine.

La Veatue non ha svelato tutto-tutto, e tre-4 spettacoli li ha tenuti per la prossima conferenza stampa. Così è evidente che davanti ad un’aula con circa 50 presenti – tra chi prendeva appunti e chi ha buona memoria – qualche anteprima è trapelata. E che Tuttoggi può qui anticipare.

Dopo tanto parlare di nuovo concetto di teatro-musicale, di tradizione festivaliera che non è rispettata se non c’è l’Opera di apertura, la Veaute ne piazza nel programma ben due. Ariadne auf Naxos – opera inaugurale con la Budapest Festival Orchestra diretta da Ivan Fischer, e a seguire l‘Orfeo ed Euridice – regia Damiano Michieletto. Anche queste anticipazioni già fatte in chiusura della 66^ edizione. Ricordiamo peraltro che L’Orfeo di Michieletto, una coproduzione con il Komische Oper, è già andato in scena nel 2022 a Berlino.

Per il Concerto Finale avremo invece il primo dei graditi ritorni, quello di Barbara Hannigan che ne sarà la direttrice, con l’ Orchestra di Santa Cecilia. Sempre la Hannigan sarà protagonista di uno spettacolo al Romano su musiche di John Zorn.

Per la parte musicale, non mancheranno i Concerti di Mezzogiorno, mentre proseguendo il positivo accordo collaborativo con Umbria Jazz, al Teatro Romano avremo il concerto di Lizz Wright, interprete vocale poliedrica che spazia dal Blues al Gospel, al jazz puro.

Ritorna anche la musica elettronica con lo stile particolare di Oneohtrix Point Never (al secolo Daniel Lopatin), una musica contemporanea ispirata all’ambient-drone e che viene composta generalmente attraverso l’uso di sintetizzatori di vecchia fattura.

Tra ritorni e novità anche la Danza a Spoleto67

Di nuovo al Festival, Yoann Bourgeois che monterà uno spettacolo, movimento-danza-acrobazia, decisamente più complesso delle precedenti apparizioni, questa volta in Piazza Duomo.

Di sicuro interesse lo spettacolo di AdrienM con un progetto immersivo replicato più volte al giorno a San Nicolò, tra movimento umano e animazione digitale.

Tra i grandi nomi in arrivo c’è il coreografo inglese Wayne McGregor, direttore della Biennale Danza e “coreografo residente” del Royal Ballet di Londra, con una nuova produzione. Al Teatro Romano l’ultima creazione del coreografo Dimitri Chamblas con Kim Gordon, l’iconica musicista dei Sonic Youth. E per finire le coreografie di Friedemann Vogel, già etoile allo Stuttgart Ballet e allievo di John Cranko.

Per il Teatro molte conferme (e ritorni)

Sicuramente presente a Spoleto67, per chiudere il suo ciclo di regia su Cechov, Leonardo Lidi che mette in scena Il Giardino dei Ciliegi e l’intera Trilogia dello stesso autore in una corposa maratona teatrale.

Da indiscrezioni dell’ultimo momento , dovrebbe ritornare al Festival con un nuovo reading anche Alessandro Baricco. E al contempo dovrebbe essere riconfermata anche la presenza di Liv Ferracchiati

Mentre la vera novità è l’arrivo a Spoleto di Isabelle Adjani anche lei per un reading teatrale.

Confermata la collaborazione con il neurobiologo, Stefano Mancuso, sui temi della bio-sostenibilità.

Per questa edizione il Manifesto ufficiale sarà opera dell’artista toscana, Chiara Camoni

Festival Spoleto67, anticipazioni su danza e opere di apertura | C’è anche l’icona Kim Gordon dei Sonic Youth

L’assemblea, CdA “non interessati agli emolumenti”

L’appuntamento sarebbe dovuto scivolare via come l’olio, al più in un’ora atteso lo stringato ordine del giorno. C’era da approvare il bilancio preventivo e l’aumento delle indennità per il collegio dei revisori dei conti imposto dalla recente normativa.

Il Presidente del Cda e Sindaco di Spoleto ha però voluto aprire i lavori, come se fosse un nuovo anno scolastico o la prima lezione di quelle sedute di terapia di gruppo in cui ognuno narra di sé, chiedendo ai neo Soci (nuovi si fa per dire visto che la nomina risale a luglio scorso) di alzarsi e presentarsi.

Per il CdA erano presenti, oltre al primo cittadino tutti i componenti al netto del Vice Presidente Paolo Feliziani, mentre il Festival schierava la d.a. Monique Veaute accompagnata dalla fedelissima Paola Macchi (direttore amministrativo) e da Eva Pogany. Al momento di trattare la remunerazione dei revisori, una socia ha fatto presente che quella normativa prevede anche un emolumento per il board (da 40 a 70mila euro l’anno) e che sarebbe giusto prevederla viste le grandi responsabilità in capo ai 5 componenti.

Che però hanno fatto cadere lì la cosa, sia perché lo Statuto non prevede che i soli rimborsi spese per trasferte conferenti alla kermesse, sia perché il cda ha già (giustamente) una assicurazione di responsabilità. Tanto può bastare. “Nessuno siede qui per un possibile emolumento” dice uno dei 5 a Tuttoggi, “non è questo lo spirito per cui abbiamo accettato le nomine e non c’è alcuna intenzione di cambiare lo Statuto su questo aspetto”. Non solo: a Statuto vigente, quella del Cda è funzione prettamente notarile con nessuna possibilità di incidere. Poco meglio va all’Assemblea dei soci che ha almeno l’onere l’onore di approvare i bilanci.

La Gaffe della Veatue

La seduta è finita senza particolari criticità. Se non per l’intervento del socio-consigliere comunale Giancarlo Cintioli che ha richiamato la Fondazione a verificare bene lo stato dell’arte circa la sicurezza, ai fini antincendio, del Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti e a Palazzo Collicola.

Entrambi, a quanto si è potuto apprendere dal recente consiglio comunale, dotati di certificato Cpi ma su cui non si sarebbero fatte (il condizionale è d’obbligo) le revisioni semestrali.

Unico sussulto quando la Veatue, nello spiegare i problemi legati all’Opera da realizzare al Teatro Nuovo ed in particolare alle difficoltà di inserire nella ‘buca’ sotto il palcoscenico gli orchestrali, se ne è uscita con la frase: “uno non molto intelligente ha costruito un muro nella buca…”. Patapumfete.

Il “non molto intelligente” altri non è che lo stimato architetto spoletino nominato socio dell’assemblea in quota Pd, che sedeva proprio davanti alla Veatue. E che poco prima, su invito del sindaco, come gli altri colleghi si era presentato dichiarando di aver lavorato ad alcuni progetti tra i quali il consolidamento e restauro di Palazzo comunale e Teatro Nuovo.

Il professionista, con buona dose di sangue freddo e signorilità, ha preferito non reagire e far cadere lì l’infelice commento dell’italo-francese.

(Carlo Ceraso e Carlo Vantaggioli)

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