Exclave Monte Ruperto ha pure una moneta, consegnato primo “Ruperto” all’ultimo nato nella Baronia - Tuttoggi.info

Exclave Monte Ruperto ha pure una moneta, consegnato primo “Ruperto” all’ultimo nato nella Baronia

Davide Baccarini

Exclave Monte Ruperto ha pure una moneta, consegnato primo “Ruperto” all’ultimo nato nella Baronia

Ven, 19/12/2025 - 10:48

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Con una cerimonia molto partecipata, Città di Castello ha celebrato la storia e l’identità della Baronia di Monte Ruperto, con la consegna del primo “Ruperto”, moneta appositamente coniata per l’occasione. A consegnarla è stato il sindaco tifernate (e barone di Monte Ruperto) Luca Secondi, a Luigi Sponticcia, ultimo nato nella Baronia, accompagnato dalla sorella Renata.

L’iniziativa si è svolta alla presenza della Compagnia dei Balestrieri di Città di Castello in costume storico ed è stata aperta dalla lettura di un documento del 25 giugno 1256, che sancì l’assoggettamento di Monte Ruperto alla città tifernate. Secondi ha sottolineato il valore simbolico della moneta, destinata a essere consegnata ogni anno a una personalità legata alla città o alla storia della Baronia.

L’evento si inserisce in un più ampio percorso di valorizzazione avviato già nel maggio 2024 con la giornata di studi “La Baronia di Monte Ruperto”, realizzata in collaborazione con i Comuni di Apecchio e Sant’Angelo in Vado. A questa hanno fatto seguito l’installazione di una specifica segnaletica turistica, escursioni tematiche, la realizzazione di un piatto celebrativo in ceramica e l’organizzazione del primo Trofeo “Baronia di Monte Ruperto”.

Durante la cerimonia gli ingegneri Giovanni Cangi e Marco Conti hanno poi illustrato i tratti salienti della storia della Baronia, exclave marchigiana di proprietà del Comune di Città di Castello, annessa nel 1256 e paragonabile, per singolarità istituzionale, al caso di Cospaia.

A chiudere la manifestazione è stata la lettura della leggenda che narra l’origine del legame tra Monte Ruperto e Città di Castello, risalente a una carestia del XIII secolo, durante la quale solo la città tifernate portò aiuti alla comunità colpita. Un gesto che, secondo la tradizione, portò il barone, rimasto senza eredi, a cedere il territorio in segno di gratitudine, suggellando un legame che ancora oggi viene celebrato attraverso iniziative culturali e simboli come il “Ruperto”.

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