ENERGIA E AMBIENTE: IN 500 AL CONVEGNO PROMOSSO DAI LIONS PER FRONTEGGIARE IL GLOBAL WARMING. ANGELANTONI E IL TUBO “ARCHIMEDE’. CASTRIANNI "MENO BUROCRAZIA". BRUNINI RILANCIA UN TAVOLO PER SPOLETO (Foto) - Tuttoggi.info

ENERGIA E AMBIENTE: IN 500 AL CONVEGNO PROMOSSO DAI LIONS PER FRONTEGGIARE IL GLOBAL WARMING. ANGELANTONI E IL TUBO “ARCHIMEDE’. CASTRIANNI “MENO BUROCRAZIA”. BRUNINI RILANCIA UN TAVOLO PER SPOLETO (Foto)

Redazione

ENERGIA E AMBIENTE: IN 500 AL CONVEGNO PROMOSSO DAI LIONS PER FRONTEGGIARE IL GLOBAL WARMING. ANGELANTONI E IL TUBO “ARCHIMEDE’. CASTRIANNI “MENO BUROCRAZIA”. BRUNINI RILANCIA UN TAVOLO PER SPOLETO (Foto)

Mer, 04/02/2009 - 17:30

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Il futuro del Pianeta, la sua sopravvivenza, il miglioramento stesso delle condizioni di vita della popolazione mondiale sono legati allo sviluppo e sfruttamento delle tecnologie legate alle fonti rinnovabili. Un punto della situazione è stato fatto a Spoleto durante l’interessante convegno promosso dai Lions di Spoleto (in collaborazione con i Lions di Assisi, Foligno, Nocera Umbra e Gualdo Tadino) presso l’auditorium della Scuola di Polizia della città del festival. Un appuntamento che ha visto la straordinaria partecipazione di oltre 500 persone, fra cui 150 studenti degli istituti superiori cittadini, inclusa una classe di una scuola elementare. A fare gli onori di casa è stato il presidente del Club, il generale Franco Fuduli, che ha ringraziato le autorità presenti fra cui il sindaco Massimo Brunini l’assessore regionale Mario Giovanetti e l’arcivescovo Riccardo Fontana e le più alte cariche civili e militari cittadine. Alla conferenza c’erano anche i rappresentanti di tutti gli ordini professionali. Quello dei Periti industriali, stante il valore della giornata, ha riconosciuto 3 crediti formativi agli iscritti che vi hanno preso parte.

I relatori – tutti gli interventi hanno ricevuto una altissima attenzione da parte del pubblico. Fra cui quello dell’ingegner Walter Carini dell’Enea, del professor Raffaele Balli, ordinario di meccanica applicata all’Università di Perugia, dell’ingegnere Vanio Ortensi dell’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale e del dottor Mario Bambagioni della direzione generale Unicredit. L’ingegnere Annalisa Corrado, neodirettore di Azzero CO2, ha focalizzato il proprio intervento sia sulla necessità di divulgare la cultura del risparmio energetico, sia sulle molteplici possibilità di attingere ai finanziamenti per l’installazione di impianti in grado di contribuire all’abbattimento dell’anidride carbonica. Nel suo discorso il sindaco Massimo Brunini ha rilanciato l’istituzione di un tavolo per l’energia attraverso il quale costruire un percorso che possa portare – anche attraverso il progetto “Spoleto, città senz’auto” – all’azzeramento di CO2 nel centro storico.

Il Sahara ci salverà – ma l’intervento che ha ‘incollato’ il pubblico sulla sedia è stato quello di Gianluigi Angelantoni, amministratore dell’omonima Angelantoni Industrie S.p.A., multinazionale con sede a Massa Martana che già da molti anni ha raccolto la sfida delle fonti alternative. Sviluppando alcuni sistemi all’avanguardia. L’ultimo dei quali, prodotto dalla Archimede Solar Energy, è stato presentato agli ospiti del Convegno. Un apparecchio capace di captare energia solare grazie ad una parabola che riflette tale energia su un tubo vettore all’interno del quale c’è una soluzione di Sali. Tale soluzione è in grado di raggiungere la temperatura di 600° centigradi e produrre così vapore in grado di alimentare la turbina che genererà l’energia elettrica. Questa a sua volta, grazie ad elettrodotti sottomarini, potrà essere distribuita in tutto il mondo. Non solo. Non tutta l’energia sviluppata verrà ‘inviata’ alla turbina: quella a bassa temperatura, infatti, potrebbe essere reimpiegata per desalinizzare l’acqua del mare. Con molteplici effetti, anche di grande impatto sociale: dalla possibilità di rendere fertili le aree desertiche, creando uno sviluppo sostenibile per le popolazioni afflitte dalla fame e dalla sete, a quella di ridurre, se non addirittura di bloccare, i flussi migratori. Un megaimpianto termodinamico solare che occupa un’area di 1.600 chilometri quadrati (3 volte il territorio del comune di Spoleto), sarebbe in grado di soddisfare le esigenze energetiche dell’Europa. Una di 210×210 chilometri (appena l’1% della superficie del Sahara) basterebbe all’intero Pianeta.

Appello alla semplificazione – Fra i relatori anche l’imprenditore spoletino Vittorio Castrianni, amministratore della Ediltermica e, azienda che da tempo è impegnata nella installazione di impianti ad energia alternativa. Castrianni, coordinatore del Lions Club Spoleto, dopo aver ricordato l’importanza di sviluppare una nuova cultura della sostenibilità, ha invocato un sempre maggiore coinvolgimento delle istituzioni pubbliche e auspicato una semplificazione amministrativa che possa raggiungere meglio le aspettative dell’utenza. Questo il testo del suo intervento: “Il mio più sincero ringraziamento va alle autorità, ai relatori e a tutti voi qui presenti per la partecipazione, con l’augurio che i lavori di questa mattina possano contribuire all’acquisizione di una presa di coscienza su quanto è necessario fare per una crescita sostenibile, a ridotta emissione di anidride carbonica, indispensabile a prevenire il sempre più preoccupante fenomeno del riscaldamento globale. Lo slogan del convegno recita: «Energia e ambiente: da problema a opportunità». Che cosa significa. Vista l’attuale situazione economica e le prospettive che si profilano per il prossimo futuro, si rende necessario – come sostenuto da molti studiosi – «una revisione profonda del modello di sviluppo dominante». L’interrogativo che si pone è: «Siamo disposti a fare una revisione del modello attuale per uno sviluppo sostenibile?». Interrogativo, questo, che è sollecitato non solo dalle attuali difficoltà finanziarie, ma dal precario stato di salute del pianeta, riflesso di una ben più radicata e generalizzata crisi di natura culturale e morale, i cui sintomi sono ormai da tempo sotto i nostri occhi. Il nostro comportamento e quello dei nostri governanti determineranno il futuro dei nostri figli e delle prossime generazioni. È a tutti ormai fin troppo chiaro che il pianeta non può tollerare che 6 miliardi di persone vivano come oggi noi viviamo nel mondo cosiddetto “occidentale”, soprattutto in considerazione delle preoccupanti prospettive di crescita demografica, che prevedono il raggiungimento di quota 9miliardi entro la metà del ventunesimo secolo. O lo stile di vita della nostra società occidentale cambierà, adeguandosi alle risorse del pianeta e orientandosi verso un’economia sostenibile, o una fetta sempre più ampia della popolazione mondiale sarà esclusa dai benefici del benessere, esasperando ulteriormente il divario esistente tra paesi ricchi e paesi poveri del mondo. Perché ciò sia possibile è necessaria una leadership di alto livello e di una forte partecipazione popolare nell’affrontare le problematiche poste dall’uso incontrollato ed indiscriminato delle risorse energetiche del pianeta perseguito fino ad oggi dai paesi industrializzati. Per tentare di risolvere il problema sarebbe auspicabile cogliere le chance sofferte dalla attuale crisi economica, attraverso investimenti massicci in energie alternative e protezione dell’ambiente. Orientarsi verso una economia sostenibile a ridotta emissione di CO2 impone infatti sia alle aziende sia ai governi e a tutti i cittadini di accollarsi spese a breve termine per benefici a lungo termine. Tenendo presente che i costi dei danni causati all’ambiente alla lunga potrebbero essere molto più alti degli investimenti. E’ auspicabile la riduzione dalla dipendenza dal petrolio, attraverso la promozione dello sviluppo delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica nonché la sperimentazione di tecnologie a minor impatto ambientale, per poter passare da un’economia di consumo – quale è quella attuale – ad una economia sostenibile, a basso impatto ambientale. Ci sono nuove energie da imbrigliare e nuovi lavori da creare. Questa è la sfida che dovremo affrontare insieme per far fronte alla peggiore crisi finanziaria del secolo e allo stesso tempo trasformare le problematiche che questa crisi ci mette davanti in opportunità di crescita. I cambiamenti economici epocali della storia dell’umanità si sono verificati allorchè nuove rivoluzioni energetiche hanno stimolato il progresso tecnologico. All’inizio dell’era moderna l’introduzione della tecnologia del vapore,alimentata a carbone e successivamente l’arrivo dell’energia elettrica hanno dato origine alla prima e seconda rivoluzione industriale. La creazione di un sistema industriale del rinnovabile orientato allo sviluppo tecnologico, per la produzione energetica da fonti non convenzionali ed il risparmio energetico sia nel settore civile, industriale che nei trasporti, potrebbe porre le basi per la terza rivoluzione industriale. Gli ambiziosi obbiettivi di sviluppo delle rinnovabili non si possono ottenere senza un ripensamento dell’attuale processo decisionale e autorizzativo. Le competenze del settore energetico sono oggi frammentate su troppi livelli amministrativi, non sempre coerenti. Questo scenario caratterizzato da forte incertezza, scoraggia gli investimenti delle imprese e dei privati e per superarle è necessario: 1) Semplificare le procedure amministrative e la burocrazia, aggiornare i regolamenti urbanistici alle nuove esigenze, ridisegnando i procedimenti autorizzativi in un ottica pragmatica e trasparente per dare tempi certi agli investitori. 2) Coinvolgere e responsabilizzare maggiormente le istituzioni pubbliche sia rispetto agli obbiettivi climatici sia a quelli delle rinnovabili attraverso un “burden sharing” condiviso. In quest’ottica occorre istituire meccanismi premianti per le amministrazioni virtuose. 3) Costruire una nuova cultura della sostenibilità. Il ritardo accumulato ci potrebbe costare molto, il Kyoto Club valuta in circa 5milioni di euro al giorno il debito virtuale che ci separa dagli impegni assunti. Mentre noi Italiani discutiamo ancora come fare, le nazioni come la Gran Bretagna hanno fissato gli obbiettivi di riduzione dei gas climalteranti entro il 2020 al 26%, la Germania al 36%, il neo Presidente Obama al 80% entro il 2050, con massicci investimenti pari a 150 miliardi di dollari in 10 anni. Mi avvio quindi a conclusione, per lasciare spazio ai relatori, studiosi,professionisti ed esperti del settore che ci indicheranno, attraverso la loro esperienza sul campo e le loro conoscenze, le vie che è possibile seguire. Nella consapevolezza della complessità e della vastità del problema che ci accingiamo ad affrontare – lungi dal voler proporre facili soluzioni – l’incontro di questa mattina vuole essere una semplice occasione di riflessione e di dibattito. A questo fine uno spazio verrà lasciato, alla fine degli interventi, alla partecipazione di quanti presenti in sala vorranno dare il proprio contributo alla realizzazione di quello che è uno degli scopi principali del convegno”.

(Carlo Ceraso)


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