Crollo Chiesa di Spoleto non fu incidente, così il superperito della Procura - Tuttoggi.info

Crollo Chiesa di Spoleto non fu incidente, così il superperito della Procura

Redazione

Crollo Chiesa di Spoleto non fu incidente, così il superperito della Procura

Gio, 29/09/2011 - 00:52

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Carlo Ceraso
Il crollo della Chiesa di San Giacomo non fu un incidente. E’ la conclusione alla quale sarebbe arrivato il superperito nominato dalla Procura di Spoleto, il professor Nicola Augenti, dopo il cedimento che lo scorso inverno interessò la chiesa intitolata a San Giacomo Apostolo, edificio del XII secolo al cui interno, nel corpo absidale, è presente (e salvo) un prezioso ciclo pittorico dello Spagna. Non ci sono ancora conferme ufficiali ma, a quanto trapela, la relazione del consulente tecnico avrebbe evidenziato anche delle responsabilità alla base del crollo.
Erano le 10.30 del 23 novembre 2010 quando gli operai che lavoravano al cantiere per il consolidamento e il restauro dell’edificio sacro avvertirono dei rumori sinistri: un segnale che consentì loro di mettersi in salvo, fuggendo attraverso le impalcature, pochi istanti prima che il tetto della navata centrale si sbriciolasse davanti ai loro occhi. A seguire l’inchiesta è uno dei magistrati di punta della procura, la dottoressa Federica Albano, che ha iscritto nel registro degli indagati 11 persone. Per la perizia si è rivolta ad un vero e proprio luminare: Nicola Augenti è, infatti, uno dei consulenti più apprezzati dalle procure di tutta Italia. E’ stato fra l’altro ctu per il crollo della scuola di San Giuliano in Puglia dove morirono 27 bambini e una maestra e del disastro di Secondigliano del 1996 (11 morti). Più recentemente, nominato dalla procura di Torre Annunziata, si è occupato del crollo che scorso 1 dicembre ha interessato alcune parti dell’area archeologica di Pompei. Docente di “Diagnosi e terapia dei dissesti strutturali” all’Università degli Studi di Napoli Federico II, insegna anche la materia “Dissesti e crolli” presso il Master in Ingegneria Forense presso la stessa facoltà di ingegneria partenopea.
Bisognerà attendere ora la decisione del sostituto procuratore che, sulla base degli esiti della perizia, è chiamata ora a valutare se modificare o meno le accuse nei confronti degli indagati. Agli atti dell’inchiesta anche la consulenza di parte richiesta dalla Arcidiocesi che nel procedimento figura quale parte lesa.
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