CRISI MERLONI, SEDUTA STRAORDINARIA DEL CONSIGLIO PROVINCIALE A NOCERA UMBRA - Tuttoggi.info

CRISI MERLONI, SEDUTA STRAORDINARIA DEL CONSIGLIO PROVINCIALE A NOCERA UMBRA

Redazione

CRISI MERLONI, SEDUTA STRAORDINARIA DEL CONSIGLIO PROVINCIALE A NOCERA UMBRA

Ven, 20/11/2009 - 19:32

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La crisi della Antonio merloni è stata al centro del Consiglio provinciale “in trasferta” che si è svolto questo pomeriggio all'Auditorium di Nocera Umbra. Un segnale di attenzione ai territori, quello che la Provincia, ha voluto dare attraverso il suo presidente marco Vinicio guasticchi e l'intera composizione della massima assise politica di livello provinciale. Presenti numerosi esponenti della politica tra cui Domenico Benedetti valentini, Marina Sereni, Franco Asc iutti, Marina Sereni, insieme al sindaco di Nocera, Donatello tinti e agli amministratori dei territori interessati, per la parte umbra, dalle sorti del futuro lavorativo di 1.038 dipendenti dell'azienda e da quello di altri 2mila lavoratori dell'indotto. Il presidente del consiglio provinciale Luciano Bacchetta ha ribadito alla platea di dipendenti della Merloni e delle istituzioni che “il consiglio provinciale ha fortemente voluto questa assemblea straordinaria a Nocera per compattare istituzioni, sindacati e territori al fine di salvaguardare l'occupazione della Merloni e non solo”. “Abbiamo limiti come ente – ha concluso Bacchetta – ma abbiamo l'obbligo di spronare il Governo e le istituzioni al fine di realizzare degli interventi per questa fascia appenninica che rischia di ritornare agli anni '50, tempi bui di emigrazione”. Il presidente poi ha dato la parola al sindaco di Nocera Umbra, Donatello Tinti. “Siamo onorati della presenza della provincia di Perugia, che con i suoi consiglieri e il suo presidente Guasticchi, ha voluto dare il suo contributo al fine di trasformare la questione Merloni in una vertenza interregionale. La Merloni per Nocera e l'Eugubino Gualdese rappresenta l'Alitalia per il Paese, rappresenta la Fiat per Torino. Noi ci troviamo di fronte ad un bivio: o rilanciare la Merloni e il territorio con accordi nazionali oppure fallire lasciando migliaia di famiglie senza un salario e un futuro. Come Sindaco ribadisco che dobbiamo creare una zona franca per questi territori. Con risorse certe e nuove formule di sviluppo rispetto al passato”. Al consiglio provinciale straordinario hanno preso parte anche l'assessore regionale al bilancio, Riommi che si è detto disposto “a portare avanti una trattativa con il Governo al fine di creare un accordo strutturale di rilancio per questo territori che tra la crisi della Merloni e quelle della edilizia e del post sisma sta vivendo un momento difficile che riporta indietro il calendario di quasi 40 anni”. Sono intervenuti anche i rappresentanti di Cgil e Cisl che hanno chiesto un tavolo istituzionale per trovare imprenditori disposti a rilanciare la Merloni della Gaifana e un piano speciale per l'economia in generale”. Erano presenti anche gli onorevoli Domenico Benedetti Valentini e Franco Asciutti che si sono fatti garanti per il Governo “di dare quanto prima una risposta certa sulla Merloni, consapevoli anche delle difficoltà di trovare risorse a causa della crisi internazionale”. Presente Marina Sereni del Pd che ha elogiato il consiglio provinciale “perché rilancia l'impegno e tiene viva l'attenzione della Merloni”. In aula anche rappresentanti della Provincia di Ancona dove la Merloni ha diversi stabilimenti che occupano altri 2mila posti di lavoro. Il consiglio provinciale ha proposto e approvato un ordine del giorno che impegna la Provincia a ” farsi carico di iniziative politiche per tutelare il territorio da proporre al Ministero delle Attività produttive; individuare gli strumenti finanziari per portare avanti progetti di tutela, e farsi protagonista per rendere produttivo ed efficace un Accordo di Programma per il territorio”. “Fare squadra ” è stata questa la parola d'ordine del discorso del presidente della Giunta Provinciale nel corso del partecipato consiglio provinciale aperto sulla crisi della Merloni che si è svolto a Nocera Umbra. Ed ecco il suo discorso integrale: “L'amministrazione provinciale di Perugia ha voluto convocare un'assemblea straordinaria a Nocera Umbra, sulla difficile fase di commissariamento dell'Antonio Merloni di Gaifana. L'abbiamo fatto nella consapevolezza di assolvere ad un preciso impegno per un territorio angustiato anche dalle vicende di un'azienda che occupa oltre 1000 persone. Definire la crisi della Merloni come una delle tante di questo periodo di congiuntura internazionale è una palese sottovalutazione dello situazione attuale. La Merloni non è stata e non sarà un'azienda come tutta altre. Nel 1974, anno del suo insediamento in Umbria, per questo territorio di montagna della Provincia di Perugia il destino personale e collettivo è cambiato. Si è arrestata l'emigrazione verso Paesi come la Francia, la Svizzera e la Germania. Un'emigrazione che nel secolo scorso aveva ridotto all'osso la demografia di città come Nocera Umbra, Gualdo Tadino e Gubbio. Con la Merloni non solo arrivano posti di lavoro ma inizia un percorso virtuoso per tutta l'economia locale. Circolano salari che producono un aumentano dei consumi, cresce l'edilizia e persino turismo e cultura diventano voci fondamentali dell'economia di questa fascia. Un piccolo boom economico e lavorativo che dal 1974 a due anni fa ha dato stabilità ad un'area. L'appuntamento di oggi non è rituale ma piuttosto l'intendimento è di spronare tutte la parti in causa, facendo “squadra”, per cercare nuovi acquirenti dei vari asset aziendali, chiedendo in modo diretto confronti con l'imprenditoria locale e non solo. E inoltre è necessario fare unità per indurre il Governo del Paese a realizzare un piano di intervento per la Merloni. Fare unità per promuovere delle agevolazioni fiscali e benefici per chi vuole continuare a investire in questo territorio. Dopo un anno di commissariamento l'unico vero risultato raggiunto è stato quello di aver scongiurato il fallimento che avrebbe comportato sia una depressione dell'economia territoriale di natura strutturale che un ulteriore impoverimento per centinaia di famiglie di lavoratori che avrebbero perso anche i sussidi a disposizione della Legge Marzano. Inutile oggi dire cose già dette e ridette: dai bandi, ai possibili acquirenti, ai target, fino ad arrivare a far carico all'azienda dei suo ritardi nel capire il mercato e dell'assenza di una vera struttura manageriale. Invece oggi fare un passo avanti: dobbiamo non solo aprirsi all'ascolto ma assumere delle responsabilità per raggiungere due obiettivi: far sopravvivere la Merloni e restituire ai lavoratori dignità e diritti. Vogliamo però essere chiaro su un aspetto: il viaggio sarà lungo, difficile ma non impossibile. E i numeri del passato – mi riferisco ai 1000 dipendenti – forse non si raggiungeranno più o almeno non nei prossimi anni. Sempre se riusciremo a salvare l'azienda. E' necessario quindi che l'istituzioni, la Provincia in primis, discutano anche di come tutelare i giovani di questo territorio. Vogliamo realizzare un piano per una nuova formazione professionale – e questa è nostra competenza – coltivare l'esperienze e le capacità individuali, puntare sul territorio e sul turismo. Ricreare le condizioni per una nuova ripresa economico con premesse stavolta diverse. Per fare questo dobbiamo però rafforzare il reddito, cercare di arginare le preoccupazioni economiche di chi deve essere formato e reinserito nel mondo del lavoro con nuove competenze. Con la Regione e con il Governo affronteremo anche questo discorso per individuare risorse. Concludo con alcuni ricordi personali: il mio primo giorno di campagna elettorale per la Presidenza della Provincia è coinciso con la marcia in difesa della Merloni del 1° maggio del 2009 a Gualdo Tadino. Quel giorno ho sfilato insieme ai lavoratori, ai sindacati e ai colleghi di altre istituzioni. I ricordi e ancora più la funzione che oggi svolgo mi fanno sentire legato a questo territorio, a questa gente e a questa difficile vertenza. In questi giorni ho incontrato molte persone in procinto di emigrare per potersi pagare mutui o più semplicemente per poter vivere dignitosamente. Emigrare come fecero i loro antenati. Oggi per la prima volta i figli stanno peggio dei padri. Non dobbiamo sottovalutare queste storie. Per loro dovremmo avere il coraggio di ammainare bandiere e pregiudizi di bottega politica quando giungerà il momento delle decisioni sul rilancio di questo territorio. Sull'Antonio Merloni e sulla crisi in genere non siamo uomini di parte ma parte di una comunità. Siamo quindi protagonisti, parte attiva e laboriosa che si vuole fare carico di una moltitudine di lavoratori. Ci lasciamo dunque assumendo ognuno la propria parte convenendo tutti sulla necessità di batterci perché nessuno resti solo”.


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