Cambio alla Sala Frau, gestori increduli / La Curia "C'erano altre offerte" - Tuttoggi.info

Cambio alla Sala Frau, gestori increduli / La Curia “C’erano altre offerte”

Jacopo Brugalossi

Cambio alla Sala Frau, gestori increduli / La Curia “C’erano altre offerte”

A subentrare sarà la Coop. Immaginazione, che gestisce la Sala Pegasus / Il 'giallo' del protocollo d'intesa / Ecco le cifre
Lun, 09/03/2015 - 14:00

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Dal primo aprile la Sala Frau cambierà gestione. La notizia ha cominciato a circolare nel week end appena trascorso quando, in occasione della proiezione del film premio oscar Birdman, gli attuali gestori Carlo Carlini e Silvia Quaranta hanno distribuito al pubblico un documento in cui si dicono molto amareggiati per “la morte improvvisa e incomprensibile del progetto di recupero e valorizzazione della Sala Frau”.

Rilanciato il cinema a Spoleto – Ai due va dato il grande merito di aver riportato il cinema nella città del Festival dopo la chiusura del ‘Corso’ che privò per alcuni mesi gli spoletini della possibilità di godersi un film nella propria città. Era il 2013 quando il progetto prese forma ricevendo il plauso di tanti appassionati e degli allora consiglieri di opposizione Cardarelli, Monini e Cappelletti. Un progetto cresciuto di settimana in settimana grazie alla qualità dei titoli proposti ma anche all’affezione dei tanti spoletini che nel tempo hanno sottoscritto gli abbonamenti.

C’erano altre offerte – Un progetto che, però, tra tre settimane chiuderà i battenti, anche se le parole “incomprensibile” e “improvviso” non trovano molto d’accordo la Curia, proprietaria dell’immobile. A quanto è stato possibile apprendere infatti, che la convenzione con gli attuali gestori – a condizioni economiche molto vantaggiose – non si sarebbe rinnovata automaticamente dopo la data di scadenza era stabilito negli accordi presi due anni fa. “Carlini e la Quaranta – fa sapere l’ufficio stampa del Palazzo Arcivescovile – sono stati avvisati telefonicamente che altri soggetti avevano presentato un’offerta economicamente più vantaggiosa per la Sala Frau”, che è stata assegnata infine alla cooperativa sociale ‘Immaginazione’, la stessa che poche settimane or sono ha creato un secondo spazio cinematografico a Spoleto all’interno della Sala Pegasus. “Questa è la dimostrazione che non vogliamo assolutamente far chiudere il cinema come qualcuno ha ipotizzato”, sottolinea l’ufficio stampa. La Curia ha aperto le buste nei primi giorni di marzo giudicando un mese di tempo congruo per predisporre l’avvicendamento.

Protocollo d’intesa – Che, come si può ben immaginare, ha lasciato un grande amaro in bocca agli attuali gestori. Nel documento consegnato al pubblico Carlini e la Quaranta hanno rimarcato per altro come con “con la coop ‘Immaginazione’ negli uffici del municipio era stata avviata la sottoscrizione di un Protocollo d’intesa per lo sviluppo di una sinergia volta al rispetto reciproco delle specifiche realtà e allo sviluppo condiviso della cultura del cinema nella nostra città”. Chiaro che il loro obiettivo, dopo aver rilanciato il cinema a Spoleto, era quello di mantenere la gestione della Sala Frau, magari a diverse condizioni contrattuali, per continuare ad investire nel settore.

Le cifre – La curia nel frattempo ha reso note le cifre delle offerte economiche ricevute per la gestione della Sala Frau. La coop ‘Immaginazione’ ha offerto 1000 euro al mese più il 5% sugli incassi, oltre il doppio rispetto agli attuali gestori che hanno fatto una proposta di 400 euro mensili. C’erano state anche altre manifestazioni di interesse, che poi però non si sono concretizzate in un offerte formali. “Per noi fa una bella differenza – comunica l’ufficio stampa dell’Arcidiocesi – poter contare su 1000 euro anziché su 400, non ai fini di lucro, ma per venire incontro alle esigenze dei più bisognosi. Le richieste di aiuto alla Caritas si moltiplicano di giorno in giorno”.

Sulla vicenda è arrivato anche il commento di Spoleto 5 Stelle. “Il cambio improvviso e inaspettato di testimone nella gestione del cinema Sala Frau ha scosso tutta la città. Nel 2012, dopo anni di sofferenza e declino di tutti i cinema spoletini che hanno portato alla loro chiusura, Carlo Carlini e Silvia Quaranta presentano un progetto con i fiocchi cui la Curia, che è proprietaria del cinema Sla Frau, non può dire di no. In due anni il cinema riprende piena vita, e non solo, diventa volano di un rilancio anche del centro storico, una vera opera di ricostruzione del tessuto sociale e culturale cittadino, distinto da quello spirito di aggregazione di cui la città ha bisogno come il pane. Non è possibile eccepire nulla dal punto di vista tecnico circa l’offerta di mercato avanzata dal Cerchio, più vantaggiosa da un punto di vista economico, proprio nel momento in cui stava per terminare un comodato d’uso. Diciamo però che la vicenda ha colpito per la dinamica e il susseguirsi dei fatti. Vogliamo porci delle domande:

Perché Carlini e Quaranta si sedevano a un tavolo congiunto insieme al Comune di Spoleto (Assessorato alla Cultura), alla cooperativa Immaginazione (Cerchio) e Agis (Associazione Generale Italiana dello Spettacolo.) per stipulare un protocollo di collaborazione e rispetto reciproco tra i cinema spoletini e iniziative comuni,ignari che da lì a poco la gestione sarebbe passata proprio al Cerchio?

Perché quando gli uni pensavano di stare per firmare un protocollo congiunto di collaborazione e rispetto reciproco per creare una cittadella del cinema, gli altri invece si erano già assicurati la gestione del piccolo cinema?

Perché mentre si scriveva un protocollo di trasparenza, insieme al comune che agiva da garante e promotore, questa stessa veniva del tutto meno?

La domanda che ci viene spontanea è: l’amministrazione comunale, mentre sedeva al tavolo congiunto, sapeva che da lì a poco dei due interlocutori – i gestori dei cinema – presenti, ne sarebbe rimasto uno?Se anche gli amministratori sono rimasti esterrefatti come i cittadini ed erano ignari dei passaggi che stavano accadendo, in un certo senso il comune stesso ha subito uno sgambetto. Se invece era al corrente che presto uno dei due soggetti sarebbe stato scansato dall’altro, è venuta a mancare quella trasparenza e quel rispetto che dovevano ispirare il rapporto tra le parti.Qui non muore un progetto di cinema, più che altro muore un progetto di coesione e collaborazione all’interno dei soggetti presenti in città. Una città dinamica si regge anche sulla diversità e la varietà dei soggetti che vi operano, e queste diversità dovrebbero essere valorizzate dalla politica e dalle scelte degli amministratori. Ebbene in questa città questo manca del tutto. Le iniziative private faticano ad emergere, l’intraprendenza di tanti giovani che fuori Spoleto hanno fortuna, è soffocata da uno status quo che tende ad agevolare, nel bene e nel male, sempre i soggetti già ben radicati sul territorio con l’appoggio di un’amministrazione che spesso non da spazio, o meglio, non protegge, non è difensore, non incoraggia le realtà più piccole.In questo caso, forse vorremmo ascoltare anche la voce degli amministratori, l’assessorato alla cultura per chiedere lumi sulla vicenda. Vorremmo, almeno, se altro non è possibile tecnicamente, che fosse spesa una parola di ringraziamento e riconoscenza, se non un riconoscimento proprio, per chi ha saputo creare intorno a un cinema un progetto di aggregazione sociale e culturale per la città.Per il lavoro che da tutta la città è stato riconosciuto come eccellente.

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