"Beato Acutis, l'evento non è causa del boom di contagi" Diocesi Assisi risponde alle accuse - Tuttoggi.info

“Beato Acutis, l’evento non è causa del boom di contagi” Diocesi Assisi risponde alle accuse

Flavia Pagliochini

“Beato Acutis, l’evento non è causa del boom di contagi” Diocesi Assisi risponde alle accuse

Mar, 24/11/2020 - 11:41

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Dopo giorni di critiche, proteste, articoli di giornale, la Diocesi di Assisi-Nocera Umbra e Gualdo Tadino prende carta e penna per mettere i punti sulle i. Secondo la ‘vox populi’ su Facebook, il boom di contagi in questo mese ad Assisi, e non solo, che ha peraltro interessato anche alcune rsa sarebbe dovuto alla Beatificazione di Carlo Acutis, che ha portato in città oltre 41.000 pellegrini, soprattutto dalla Lombardia. Una tesi che, dopo settimane di critiche, la Diocesi smonta tramite don Cesare Provenzi. Della vicenda si è discusso nel corso di un incontro tra sindaci e vescovo, dove è stato sottolineato come “i parroci pongono nell’applicazione delle misure di contenimento del contagio. È stato infatti evidenziato che sia le celebrazioni liturgiche che altri eventi sono svolti in sicurezza e che non c’è nessuna correlazione tra aumento di positivi e manifestazioni, soprattutto nel caso Assisi“.

Beatificazione di Carlo Acutis, “tutto si è svolto in sicurezza”

Vorrei fare chiarezza rispetto a una serie di inesattezze che girano anche sui social rispetto alla beatificazione di Carlo Acutis e la diffusione del Coronavirus. Innanzi tutto – si legge nella nota della Diocesi – è necessario dire che la data del 10 ottobre non l’ha scelta il vescovo, il sindaco, il sottoscritto o la Curia, bensì la Santa Sede, come avvenuto per altre beatificazioni celebrate nello stesso periodo (Bologna e Napoli). Nel momento in cui l’abbiamo saputo ci siamo subito messi in contatto con la Prefettura e gli altri organismi che si occupano di sicurezza e salute pubblica per avere l’autorizzazione e seguire i protocolli. Il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica insediato in Prefettura ha dato l’assenso all’evento perché tutto è stato tracciato (nomi, provenienza, numeri ecc.). Per evitare al massimo gli assembramenti abbiamo deciso di offrire la possibilità di venerare il Beato in un arco di tempo di oltre due settimane“.

Certo – sottolinea il presidente della Fondazione, don Provenzi – non ci aspettavamo un flusso del genere (41 mila persone in 19 giorni, non in un giorno come si va dicendo) e per questo abbiamo implementato quelle misure di sicurezza già predisposte come: transenne, termoscanner, mascherine, disinfettanti, personale volontario e agenzia per la security specializzata. Sempre presenti le forze dell’ordine a cui va il nostro più sentito ringraziamento. Tra tutte le persone che oltre al vescovo, allo staff della Curia e al sottoscritto hanno seguito l’organizzazione dell’evento, ci sono stati solo tre positivi; tramite il contact tracing siamo poi riusciti a capire che hanno contratto il virus da persone non legate alla Beatificazione. I focolai attivi nel centro storico (Casoria, Serafico, Casa di riposo, comunità di religiosi) che rappresentano circa la metà dei contagi dell’acropoli – spiega ancora don Cesare – non sono partiti con la Beatificazione di Carlo Acutis perché nessuno degli ospiti, nessuno degli operatori e dei consacrati ha avuto a che fare con l’evento“.

Pertanto – aggiunge il priore della Cattedrale – mi auguro che questa città sappia affrontare la situazione con lo spessore che l’emergenza necessita, mettendo da parte illazioni e affermazioni che non hanno nessuna evidenza scientifica. Personalmente ritengo che la Beatificazione di Carlo Acutis sia una grande grazia per Assisi, soprattutto a livello spirituale perché farà confluire molti giovani desiderosi di avere risposte alle domande nascoste del loro cuore. Credo altresì ci potranno essere effetti positivi anche dal punto di vista economico (ho visto che alcuni commercianti per lo più critici verso la beatificazione hanno già autonomamente realizzato dei gadget di Carlo). Come Fondazione abbiamo voluto mettere a frutto subito questa grazia avviando già il progetto per aprire una mensa per i poveri proprio vicino al Santuario, come annunciato il 1 ottobre dal nostro vescovo”.

Le azioni tra Comuni e Caritas

Intanto nei giorni scorsi il vescovo Monsignor Domenico Sorrentino ha incontrato i sindaci dei nove comuni del territorio (Stefania Proietti – Assisi; Paola Lungarotti – Bastia Umbra; Silvana Pantaleoni – assessore all’Istruzione di Cannara; Lamberto Marcantonini – Bettona; Massimiliano Presciutti – Gualdo Tadino; Giovanni Bontempi – Nocera Umbra; Enrico Bacoccoli – Valfabbrica; Giampiero Fugnanesi – Sigillo; Monia Ferracchiato – Fossato di Vico). “Mi auguro che la nostra comunità sappia reagire a questo momento di profonda difficoltà con la forza che ha dimostrato in altre situazioni di prova, facendo prevalere l’unione rispetto alla divisione, il bene sul rancore, la solidarietà rispetto alla rabbia e alla chiusura in se stessi”, l’auspicio del presule.

Ciascuno dei sindaci ha descritto la situazione del contagio nel proprio territorio, evidenziando le difficoltà maggiori; in tutti gli interventi è emerso che la diffusione del virus è legata al contagio familiare partito molto spesso dagli adolescenti che “ancora faticano a comprendere i rischi del gruppo e dell’abbassamento delle misure protettive”. L’incontro è stato anche l’occasione per fare il punto sulle iniziative che la diocesi, anche attraverso la Caritas, sta portando avanti in questa fase di emergenza pandemica. “Ci ha fatto piacere sentire dai sindaci – ha spiegato don Cesare Provenzi, priore della cattedrale di San Rufino, nonché presidente delle due Fondazioni, Santuario della Spogliazione e Assisi Caritas – dell’importante sostegno che ricevono dalla Caritas e dai Cvs territoriali nell’aiuto alle famiglie che, oltre al Covid, sono alle prese con seri e crescenti problemi economici“.

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