Bevagna sarà il Borgo dei Borghi 2018 per l'Umbria - Tuttoggi.info

Bevagna sarà il Borgo dei Borghi 2018 per l’Umbria

Carlo Vantaggioli

Bevagna sarà il Borgo dei Borghi 2018 per l’Umbria

Sentieristica e pista ciclabile da Assisi a Spoleto, i progetti del nuovo prg per far diventare il 'gioiello d'Italia' il brand stesso della "Umbria Experience"
Mer, 15/11/2017 - 10:43

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Bevagna, borgo medievale nel cuore dell’Umbria, già Bandiera Arancione, sarà il Borgo dei Boghi 2018 per la regione. Questo piccolo gioiello d’Italia, antico pagus agricolo, poi fiero e fiorente Comune medievale, si estende su 56 km quadrati nella valle sotto il Monte Subasio, dove domina Spello, a soli 23 km da Assisi e 35 dal capoluogo Perugia. E’ anche tra due fiumi e da qui il nome ‘mevania’, terra di mezzo.

Il suo territorio, ricco di santuari e circondato da castelli, conserva intatte vestigia romaniche e medievali, conferendo un fascino straordinario al paesaggio e anche allo stile di vita dei bevanati, lento, colto, sospeso tra passato e futuro.

Non a caso i due i simboli più noti di Bevagna oggi sono il celeberrimo Mercato delle Gaite, rievocazione filologica dei mestieri medievali, evento unico al mondo, che in giugno richiama folle di visitatori; e il Carapace, la avveniristica cantina scultura di Arnaldo Pomodoro delle Tenute Lunelli – sì, quelle del ‘Ferrari’ di Trento che hanno investito a Bevagna nel mitico Sagrantino -, che nel 2016 ha avuto 11mila visitatori.

Il terremoto del 2016 a Bevagna non ha creato danni, tuttavia ha causato un calo del 50% dei turisti. Ora la nuova amministrazione comunale vuole riportare Bevagna ad essere protagonista assoluta del turismo umbro, il brand stesso dell'”Umbria Experience”, puntando sulla valorizzazione delle risorse culturali, paesaggistiche e imprenditoriali e dei prodotti tipici del territorio, in sinergia fra l’Amministrazione, gli Operatori e le Associazioni. Obiettivo far di Bevagna un marchio distintivo unico, grazie a un’offerta integrata che consenta una completa “esperienza” del territorio: sentieristica, strutture sportive e benessere, enogastronomia e prodotti tipici, artigianato medievale ed eccellenze tessili contemporanee, patrimonio culturale e religioso, con un calendario annuale di eventi tematici.

Due al momento le ipotesi già avanzate dal governo della città ed esposte nel piano regolatore, lo sviluppo della sentieristica lungo la Strada del Sagrantino, con mappatura, attrezzature, etc, e la valorizzazione della rete di piste ciclabili che collega Assisi a Spoleto via Bevagna, essendo quest’ultima a valle ed equidistante da entrambe le mete attualmente preferite dai turisti.

Parallelamente, è stato commissionato uno studio sulla composizione e la comunicazione professionale dell’offerta ai 18 giovani del Master di primo livello in Tourism Strategy & Management dall’Università degli Studi di Milano-Bicocca MTSM. I risultati sono stati resi noti l’8 novembre nel corso di un workshop in Università.

Un punto di forza di Bevagna è senz’altro la sua centralità geografica nel cuore dell’Umbria, in questo senso, lo sviluppo di una sentieristica di collegamento intercomunale, la pista ciclabile che collega due splendide realtà come Spoleto e Assisi, ha in Bevagna il naturale baricentro; l’appartenenza alla zona del Sagrantino, che lega a doppio filo la città con Montefalco (a soli 7 chilometri) e con gli altri comuni circostanti, un centro storico molto grande pur contando 5.000 abitanti, una cantina artistica come il Carapace, che non ha eguali in Umbria, la storia millenaria sono tutti elementi che rendono Bevagna veramente particolare.

C’è il problema dell’accessibilità (il progetto alta velocità per la ferrovia è fermo, l’aeroporto è inadeguato e bevagna è fuori asse autostrada), ma la Regione su questo è impegnata a trovare soluzioni.

BEVAGNA È…

Bevagna con la mitica piazza Filippo Silvestri, capolavoro urbanistico medievale, uno spazio asimmetrico e di allineamenti frontali, tutto giocato sulle prospettive di ‘spigolo’, che dà vita a una vera e propria scenografia esaltata dalla presenza monumentale del palazzo dei Consoli, della colonna di S. Rocco e della fontana. Bevagna con i reticoli di stradine e vicoli, di corti che si spalanco d’improvviso regalando scorci magici; le fontane e i campanili, i conventi e le chiese, le antiche botteghe e sullo sfondo la natura lussureggiante di querce, ulivi e vigneti. Bevagna e l’antica arte tessile, il Teatro e i cori, i bevanati gentili e accoglienti, impegnati, giovani e anziani, con saggezza, ma incessantemente, nella vita culturale del borgo per tener vivi riti arcaici, culti e tradizioni: sono veramente numerose e inimitabili le unicità di Bevagna.

Mercato delle Gaite: è la manifestazione storica più famosa di Bevagna ed è annoverata tra le più importanti dell’Umbria, l’unica al mondo nel genere. Trae ispirazione dall’antica divisione del paese in 4 quartieri, detti appunto Gaite. Per dieci giorni, alla fine di giugno, si ricostruisce la vita quotidiana degli abitanti tra il 1250 e il 1350 sulla base dello Statuto cinquecentesco del Comune da cui sono tratte le informazioni sulla vita politica, economica, amministrativa e sociale. Le botteghe degli antichi mestieri riaprono i battenti e riprendono le loro attività con attrezzi d’epoca mentre i vicoli si popolano di bevanati in abiti antichi, che vivono la quotidianità degli avi mangiando, lavorando, giocando come loro. Quattro le gare, del mercato, dei mestieri, gastronomica, sportiva con il tiro con l’arco. Il vincitore riceve il Palio della Vittoria. L’evento attira migliaia di turisti e studiosi per la ricerca filologica che supporta l’iniziativa turistica si, ma anche e forse soprattutto culturale.

Tacuinum Sanitatis: è un prontuario del “ben vivere” redatto in epoca medievale a Baghdad per iniziativa del medico e letterato cristiano Abū al-Ḥasan per il giovane sultano . Nella biblioteca di Bevagna si conserva una delle circa 15 preziose versioni esistenti trascritte dall’originale in arabo e illustrate, come conferma la Treccani.

Un gruppo di esperti di Bevagna e di professori universitari lo ha tradotto in italiano e pubblicato, aprendo così la strada a una sua più ampia conoscenza e a un utilizzo in chiave moderna. Un documento unico ancora tutto da scoprire.

Acqua: circondata dal Clitunno, il Timia e il Teverone, ha ancora attivo l’antico lavatoio; la pianura intorno anticamente era un lago e il terreno, ancora ricco di acqua, è molto fertile. Proprio grazie alle sue vie fluviali, Bevagna, ovvero la romanica Mevania (tra due fiumi), ricoprì una posizione centrale nella viabilità dell’impero che ne determinò, insieme ai fiorenti scambi commerciali, la floridezza fino al III secolo d.C. L’acqua è anche culto religioso: numerose le case private a Bevagna che hanno all’interno polle sacre d’epoca romana dette ‘aisilli’ dal nome della pozza risorgiva Aisillo, nei pressi del paese, già luogo di culto per i romani, a breve distanza dall’Aiso, un lago di modesta estensione ma di notevole profondità che risulta essere sede di un culto già in epoca umbra (VI-V sec. a.C.). L’Aiso è censito tra i Siti d’Importanza Comunitaria (SIC).

Stile di vita, come ha ben sintetizzato il sociologo Giuseppe De Rita creando il termine ‘bevagnizzazione’ per indicare il carattere di resilienza e lentezza dell’esistenza a Bevagna, dove il passato non è ‘recuperato’ ad arte, ma ancora vivo e presente perché il tempo qui rallenta. Non a caso Bevagna organizza con la pro loco di Castelnuovo- Cantalupo la Settimana della cultura della pace e ha ancora attive attività artigianali medievali. Tipica di Bevagna è l’ospitalità, il saper far sentire ‘al centro’ l’ospite.

Buen ritiro, nel suo centro storico, nei castelli, nelle sue case di collina, negli agriturismi, nei camping, sempre più scelto dagli stranieri come oasi di pace nella natura e nella cultura, dove il contatto umano rimane al centro della vita del borgo.

Design e arte, con il Carapace, la cantina ‘scrigno’ per il vino esclusivo di queste terre, su commissione della famiglia Lunelli da Arnaldo Pomodoro le cui sculture spiccano in luoghi simbolo di tutto il mondo. Si arriva al Carapace attraverso il ‘Parco della scultura’, dove moderne opere d’arte sono inserite nella natura.

Turismo religioso: siamo sulla scena della vita di San Francesco, dove tutto, natura e cultura, favorisce la spiritualità. Nella chiesa a lui dedicata (XIV e XVII sec.) in particolare c’è la Pietra su cui posò i piedi durante la predica agli uccelli a Piandarca. Di notevole impatto le tradizioni religiose che si tramandano di generazione in generazione e vedono coinvolta l’intera cittadinanza.

Cultura medievale. Dal 1000 d.C. Bevagna fu un libero Comune tenuto retto da Consoli e l’aspetto odierno della città ne rispecchia lo sviluppo medioevale, con la suddivisione in 4 Gaite (quartieri). In giugno, la festa delle Gaite vede nelle vie di Bevagna rifiorire il Medioevo con botteghe artigiane che ripropongono i mestieri di allora (1250-1350) con precisione storica e filologica, con degustazione di antichi sapori medievali e presentazione delle produzioni artigianali tipiche. Poi ogni anno una bottega resta in attività producendo davvero per la commercializzazione, con macchinari e tecniche d’epoca. Il 2017 è l’anno della cartiera dove Francesco Proietti produce una preziosa carta di cotone con un albero a camme che va ad acqua risalente al 1.100! Non a caso quindi Bevagna è anche un centro importante a livello internazionale di studi medievali.

Castelli: sulle colline di Bevagna sorgono i Castelli Torre del Colle (sec. X), Cantalupo, Castelbuono, Limigiano e Gaglioli, tutti ancora abitati, che vegliano sul borgo dall’alto da più di mille anni. Per secoli costituirono un sistema difensivo di notevole efficacia. Abbandonati nel dopoguerra oggi tornano a rifiorire grazie ai numerosi restauri e a illuminati imprenditori che hanno scelto di rivitalizzare questi gioielli dimenticati.

Vestigia preziose d’epoca romanica: Bevagna, sorta sull’antica via romana Flaminia, fu capitale del popolo Umbro e poi fiorente municipio romano di Mevania, della tribù Aemilia ricoprendo una posizione centrale nella viabilità romana che ne costituì la ricchezza fino al 774 quando la città entrò a far parte dello Stato della Chiesa. Tutt’oggi è in piedi quasi intera la cinta muraria dell’epoca. E sono romaniche le chiese di San Silvestro (1100 d.C) e di San Michele Arcangelo (1100 d.C). Visitabili i resti del Tempio Romano (II sec. d.C.), del teatro romano (I sec. d.C.) da 10mila posti (II sec. dopo Cristo) attualmente adibito a laboratorio per la lavorazione delle ceramiche e delle terme romane (II sec. d.C.) con mosaici i cui motivi marini sono in un disegno che oggi fa parte della Collezione Windsor. Nel 1886 il Palazzo dei Consoli, affacciato sulla piazza Silvestri, fu trasformato. Prima ospitava il Governatore e anche l’archivio pubblico e le carceri, poi divenne un Teatro intitolato al letterato “Francesco Torti” e, dopo opportuni retauri, dal 1994 è regolarmente attivo. Il Teatro Torti è un gioiellino che può accogliere 140 preziosissimi posti.

Città della musica. Cori di adulti, bambini, ragazzi, musical, gospel, antiche Cantigas dell’età di mezzo, Cantoria Mevaniae, la Scuola di musica “Maurizi”, la Banda musicale “città di Bevagna” ….si può ben dire che Bevagna è una città della Musica. Ogni momento festivo ha il suo concerto, ogni fascia d’età il suo coro. Per chi visita Bevagna in ogni momento dell’anno può trovare un concerto a cui partecipare in particolare per le festività. A questi vanno aggiunte le numerose rassegne e festival che negli anni hanno scelto Bevagna come sede: il Festival Federico Cesi, Bioritmando, I Concerti della Società delle Mura e degli Archi.

Investimenti: noti imprenditori italiani hanno investito in strutture ricettive perché credono nel valore turistico di Bevagna. Bevagna è anche al centro del percorso che va da Firenze a Roma, non lontano dalla via Francigena, lo stesso che per secoli ha visto poeti, letterati, artisti e filosofi, viaggiare per il Bel Paese alla ricerca di arte, storia e paesaggi. Una posizione che dovrebbe permettere di intercettare anche i flussi dei turisti stranieri che vengono da lontano per visitare il nostro Paese e sono sempre più interessati a scoprire l’Italia dei piccoli borghi, quelle più autentica delle province.

Vino, basta pensare alla Strada del Sagrantino.

Sport nella natura incontaminata, dove l’antropizzazione è limitata alle sapienti coltivazioni.

Paesaggio, ricco di piccoli seminativi, girasoli, grano, con insediamenti frammentati dove si riconoscono i margini, è quindi vario alla vista per forme e colori. Un panorama bellissimo che emoziona il viandante sbucando all’improvviso in fondo a certe stradine e tutto da contemplare dell’alto della Chiesa di Santa Maria delle Grazie (sec. XVI). In questo posti tra i più incantevoli, proprio nel cuore dell’Umbria non poteva mancare un servizio di giri in mongolfiera.

Cibo genuino e tipico: il territorio florido e generoso offre numerose produzioni tipiche, dalle erbe spontanee, ai legumi e le Cipolle (Zona di Cantalupo inserita nell’area della Cipolla DOC di Cannara), i prodotti del bosco (nocciole). Bevagna è inoltre Città dell’Olio (uno per tutti, l’antico frantoio Nuzzi risale 1870, è alla settima generazione che utilizza metodi, macine e presse come due secoli fa). E’ la terra della Carne Chianina, della Porchetta «di Bevagna», delle Lumache anche dette chiocciole e della cacciagione. E sulla Strada del Sagrantino, da non perdere gli gnocchi al Sagrantino e gli gnocchi ripieni di carne, una ricetta che proviene direttamente dalla cucina del Monastero delle Suore Benedettine di Santa Maria al Monte dove ancora si realizzano tra gli altri stupendi ricami. Tra gli antipasti, i crostini con fegatini e milza sono tra i più saporiti e come dolce sono famosi i tozzetti col vinsanto, una vera e propria istituzione.

Cachemire: un tempo Bevagna era nota per le tele pregiate chiamate “bevagne”, oggi offre il distretto del cachemire più grande al mondo con 5000 operatori specializzati, 30 marchi e 200 aziende; ricca anche la produzione tessile insieme all’artigianato artistico, anche per percorsi esperienziali memorabili tra antiche botteghe dove si utilizzano strumenti e procedure antiche di millenni.

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