Bar chiuso da Polizia, la rabbia della titolare: ai residenti “andate in campagna”, alla Questura “ridicola” – Foto, commenta - Tuttoggi.info

Bar chiuso da Polizia, la rabbia della titolare: ai residenti “andate in campagna”, alla Questura “ridicola” – Foto, commenta

Redazione

Bar chiuso da Polizia, la rabbia della titolare: ai residenti “andate in campagna”, alla Questura “ridicola” – Foto, commenta

Sab, 22/10/2011 - 09:32

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“Se volete vivere tranquilli andate in campagna!”. E’ lo sconcertante invito che la titolare del bar di Vicolo dello sdrucciolo, chiuso dal Questore di Perugia la scorsa settimana per motivi di ordine pubblico, ha rivolto ai residenti della zona. E non è tutto. Nel mirino della esercente è finita anche la Questura il cui provvedimento viene definito “ridicolo”.
La reazione – il messaggio è stato fissato sulla porta di ingresso del bar in modo che tutti posano leggerlo, che i residenti conoscano qual è il pensiero della titolare. Che indubbiamente ha mal digerito l’ordine della Polizia di Stato. Leggiamo il testo, già acquisito dalle forze dell’ordine: “Per la felicità di alcuni e per la tristezza di molti, il locale rimarrà chiuso fino al giorno 25 ottobre. Tutto iniziato grazie ai 22 firmatari, cittadini che non hanno ancora capito che x vivere tranquilli esiste la campagna! Per poi passare al ridicolo provvedimento preso dalla Questura! Ve lo lascio in visione qui vicino! Anche c’è espressamente scritto che io ne il locale c’entriamo nulla! Bà! Chi è bravo capisce! Grazie ragazzi! E scusate il disagio! Valentina”. Da Perugia confermano che ad avviare l’indagine è stata la petizione dei cittadini, ma che il provvedimento è stato preso per la grave situazione di sicurezza e ordine pubblico riscontrata sul vicolo, come hanno immortalato le telecamere fissate dagli agenti e confermato alcuni blitz operati dagli uomini del vicequestore Peppicelli. Lungo il quale sostavano fino ad ora tarda gli avventori, alcuni dei quali risultati pregiudicati. Proprio il comportamento di alcuni di loro ha fatto scattare la sospensione dell’attività per dieci giorni: dall’uso di sostanze stupefacenti a comportamenti contrari alla morale pubblica (il vicolo era diventato una sorta di vespasiano), agli schiamazzi. Le telecamere hanno ripreso anche l’accoltellamento di un giovane, mentre è certo che nelle passate settimane una ragazza sia stata presa di mira da un ubriaco che le ha lanciato un bicchiere colpendola violentemente al volto. Insomma ce n’era abbastanza per applicare la sanzione amministrativa prevista dal decreto legislativo 480/1994 che ha aggiornato il Testo Unico delle Leggi sulla pubblica sicurezza. La sospensione firmata dal Questore Nicolò D’Angelo ha messo sì in luce l’assenza diretta di responsabilità in capo della titolare, ma è evidente che il piccolo bar è diventato in breve tempo punto di ritrovo anche di soggetti poco raccomandabili.
L’affronto – la reazione della commerciante ha fatto gridare allo scandalo sia i residenti, che si dicono ora ancor più preoccupati, sia gli stessi esercenti del centralissimo Corso Mazzini. “Questa signorina – dicono 2 abitanti della zona – non ha il minimo concetto di proprietà e dimostra una arroganza preoccupante. Sappiamo bene noi cosa succedeva tutte le sere e come a volte siamo stati costretti ad armarci di ramazza per pulire il giorno dopo il vomito e i bisogni fisiologici degli ubriachi. E’ una situazione intollerabile e da quel messaggio mi pare che non c’è alcuna volontà di migliorare le cose. A questo punto chiediamo l’intervento del sindaco Benedetti e dello stesso presidente dell’Ascom affinchè si trovi una soluzione immediata”. “E’ assurdo – continuano – che si possa autorizzare un locale in un vicolo del centro storico e fino a notte fonda. Il centro si è già svuotato, se l’obiettivo del comune è quello di mandarci a vivere in campagna non ha che da dirlo. Al presidente Ascom chiediamo un maggior rispetto per i residenti che sono i primi clienti degli esercizi del centro storico”. Un pensiero in linea con quello anche di molti commercianti della via che di fronte ai fatti registrati chiedono che le forze dell’ordine mantengano il ‘pugno duro’.
(C.C.)
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