Aviazione civile, Marini: “l’europa si apra di più al mercato mondiale del traffico aereo” - Tuttoggi.info

Aviazione civile, Marini: “l’europa si apra di più al mercato mondiale del traffico aereo”

Redazione

Aviazione civile, Marini: “l’europa si apra di più al mercato mondiale del traffico aereo”

Ven, 29/11/2013 - 09:05

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Gli interventi pubblici a sostegno della costruzione e dell’ampliamento di infrastrutture aeroportuali rappresentano in larga parte autentiche misure generali di politica economica che non configurano aiuti di Stato. Molti, troppi territori dell’Unione europea sono scarsamente accessibili, troppe Regioni sono mal collegate, la mobilità dei cittadini della Ue è fortemente compromessa, e quindi il mercato unico è frammentato. Gli obiettivi “Europa 2020” richiedono infrastrutture aggiornate, intermodali, e lo Stato e le Regioni hanno un preciso ruolo e una precisa responsabilità pubblica in tal senso.
Parte da questa premessa il parere su “Orientamenti dell’Unione europea sugli aiuti di Stato agli aeroporti e alle compagnie aeree”, approvato oggi a larga maggioranza dal Comitato delle Regioni d’Europa (e trasmesso a Parlamento e Commissione europea), di cui è stata relatrice la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, con l’assistenza di Olga Simeon, in qualità di esperto nazionale.
Una delle questioni che il parere affronta, sulla quale si è registrata una particolare attenzione, è quella relativa allo “status” dei piccoli aeroporti (con un numero di passeggeri annui sotto i trecentomila e che svolgono un servizio pubblico essenziale, quali quelli situati in aree molto marginali o isole): in questo caso l’intervento economico pubblico non può essere configurato come aiuto di Stato, in contrasto con le norme europee sulla concorrenza: “Crediamo fermamente – ha affermato la presidente Marini – che il sostegno pubblico per questi aeroporti non configuri aiuto di Stato, perché incapace di alterare i flussi commerciali e le condizioni di concorrenza tra Stati membri e nemmeno tra Regioni”.
Quanto alla volontà della Commissione Europea di varare norme più severe che riducano e in alcuni casi azzerino l’intervento pubblico sia per la gestione degli aeroporti sia per politiche di investimento, al fine di tutelare la libera concorrenza – principio che la presidente Marini, a nome delle Regioni d’Europa, ha sostenuto di condividere in linea generale – nel parere si afferma però che “non sono le regole degli aiuti di Stato lo strumento per indurci ad interrompere il nostro sostegno ai piccoli aeroporti”.
Nel parere, inoltre, si sostiene essere inadeguato il fatto che la Commissione applichi, ad aeroporti estremamente eterogenei per dimensioni e caratteristiche non solo geografiche, uno stesso approccio senza differenziazioni.

Il riferimento è al termine di dieci anni che la Commissione individua come tempo massimo entro il quale tutti gli aeroporti sotto i tre milioni di passeggeri annui debbano adottare strategie di mercato che consentano di coprire i costi di funzionamento con risorse proprie e dinamiche di mercato. “Alla Commissione – ha proseguito la presidente Marini – le Regioni d’Europa chiedono di conservare gli aiuti al funzionamento degli aeroporti quantomeno per la fascia di aeroporti con traffico annuale inferiore al milione di passeggeri anche oltre i dieci anni di periodo transitorio proposto, in base ad una valutazione della Commissione che tenga conto delle dimensioni e degli eventuali efficientamenti gestionali”.
Secondo le Regioni europee, anche gli investimenti pubblici finalizzati al collegamento intermodale degli aeroporti non dovrebbero rientrare nel campo di applicazione degli orientamenti della Commissione che ritiene, invece, anche questi interventi configurabili come aiuti di Stato da far rientrare nel blocco.
Il parere si conclude con un preciso riferimento al sistema stringente di controllo degli aiuti di Stato dell’Unione europea, che è unico al mondo per rigidità, e alla competitività dell’aviazione europea a livello globale, che non può prescindere dai massicci finanziamenti pubblici che negli Stati Uniti, in Asia e in Medio Oriente continuano ad essere elargiti alle infrastrutture aeroportuali e alle compagnie ponendo l’Unione europea in una situazione di rischioso svantaggio competitivo. “Anche per questa ragione – ha concluso la presidente Marini – chiediamo alla Commissione di prendere in considerazione la possibilità di finanziare nuove rotte da aeroporti europei verso aeroporti al di fuori dello spazio aereo comune europeo”.


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