Ast 130 anni di storia / Orgoglio d'acciaio di Terni - Tuttoggi.info

Ast 130 anni di storia / Orgoglio d'acciaio di Terni

Redazione

Ast 130 anni di storia / Orgoglio d'acciaio di Terni

Lun, 10/03/2014 - 19:56

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Una storia legata nelle radici alla città di Terni lunga 130 anni: era il 1884 (10 anni dopo la fabbrica d'armi, in rappresentanza della quale c'era il Col. Ghione) quando, il marzo, venne costituita la Saffat (società degli alti forni, fonderie ed acciaierie di Terni), che presto divenne un polo produttivo di primaria importanza, soprattutto per il settore bellico. Sotto la dittatura fascista la fabbrica passa sotto il controllo dell'Iri, ma è negli anni '60 il boom produttivo con gli acciai speciali. È alla fine degli anni '80 che lo stabilimento diventa Ilva e nel '94 la cordata Riva, Agarini Falck e Krupp rileva gli impianti di Viale Brin. Nel 2001 la Kupp si fonde con Thyssen, e le acciaierie conoscono forse il periodo più nero della loro storia. Viene ridotta la produzione, fino allo smantellamento del magnetico. Nel 2011 Tk decide lo scorporo dell'inossidabile, il resto è storia recente, con le vicende legate a Inoxum, Outokumpu e Thyssen.

Tutte le massime autorità civili, militari e religiose hanno preso parte alla cerimonia per il 130° dell'Ast, ma la presenza di Pietro Grasso, presidente del Senato, è stata l'occasione per ribadire a livello nazionale un orgoglio tutto ternano. Il presidente del Senato, nella sua visita ai vari reparti dello stabilimento, si è fermato a parlare con gli operai per avere spiegazioni sul tipo di lavoro che era in corso. Pietro Grasso è sembrato a suo agio tra le manovalanze dell'Ast, ma è dal palco che ha fatto sentire le acciaierie come parte integrante del sistema produttivo nazionale: “Ancora oggi le acciaierie di Terni costituiscono un patrimonio fondamentale per la città, per l'Umbria e per l'Italia. Un patrimonio da difendere perché hanno permesso a migliaia di persone di avere un lavoro ed emanciparsi sia da un punto di vista materiale, che da un punto di vista morale. La fabbrica ternana – ha continuato Grasso – è la prima per produzione di acciaio in Italia, seconda in Europa: racchiude la sapienza delle competenze degli operai che ci lavorano con sacrificio e l'impegno che producono ogni giorno. Anche se ormai l'industria pesante sembra aver perso un ruolo fondamentale nell'economia globale, che si indirizza sempre di più verso nuove tecnologie, questa è ancora la spina dorsale della nostra economia. Proprio per questo è necessario garantire la sicurezza per quanto riguarda i lavoratori e l'ambiente. La produzione e il profitto non possono far passare in secondo piano problematiche legate alla vita umana. Il benessere e la salute devono essere compatibili”.

L'ad, Marco Pucci, ha ribadito la volontà di Thyssen di investire sul polo siderurgico ternano e di potenziare le produzioni attive. La notizia era già stata anticipata da una nota della multinazionale tedesca nel giorno in cui era diventata ufficiale la transazione con Outokumpu. Nell'ambito della cerimonia sono stati premiati, in modo simbolico, l'operaio più giovane, Matteo Matteucci, e il più anziano, Ennio Rossi.

Altro ospite d'eccezione è stata la vicepresidente del Parlamento Europeo, Roberta Angelilli, che ha ricordato come: “Nella cerimonia di oggi abbiamo ripercorso la storia prestigiosa di una delle industrie più importanti per l'Italia. Una storia fatta di ingegno, qualità, lavoratori specializzati, fatica e capacità di rialzarsi e ricominciare anche nei momenti difficili fino a far diventare AST una delle realtà più strategiche nel panorama dell'industria siderurgica europea. Per questo motivo è fondamentale che partendo dall'orgoglio del proprio passato e la consapevolezza del presente si guardi al futuro per un percorso che sempre di più proietti il sito ternano su scenari competitivi a livello internazionale”.

Il saluto di Catiuscia Marini- “Qui siano in una città cresciuta attorno alla sua fabbrica che ne ha connotato in modo indelebile il tratto identitario, sociale, culturale ed urbano. Qui sono le radici di uno sviluppo industriale che ha messo sempre al centro il manifatturiero, segnandone in modo inscindibile lo sviluppo della città e della regione”. E’ quanto affermato dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini.

Nel suo saluto la presidente Marini, dopo aver sottolineato come le Acciaierie rappresentino “un asse strategico del Paese nel settore degli acciai speciali”, ha voluto ricordare le vicende più recenti relative all’assetto proprietario di AST e al recente via libera della Commissione Europea alla riacquisizione del sito industriale da parte di Thyssen Krupp: “in questi due anni – ha affermato Marini – la ‘fabbrica’, la città di Terni e l’intera regione, hanno vissuto con grande preoccupazione il clima di incertezza determinato dalla decisione di un passaggio nell’assetto proprietario”.

In questa vicenda, secondo la presidente Marini, “la Commissione Europea ha mostrato il volto più burocratico di una Europa preoccupata più delle astratte regole di funzionamento del mercato interno, anziché cogliere, nella crisi globale e nel riassetto del mercato mondiale anche dell’acciaio, la necessità di una nuova strategia di politica industriale europea che favorisca la crescita e l’occupazione”.

Chiarezza della struttura dell’operazione rispetto agli obiettivi strategici di TK, comunicazione del piano industriale della multinazionale tedesca e mantenimento della strategicità del sito integrato di Terni e dei livelli occupazionali, sono – per Marini – i temi aperti che attendono “risposte chiare”.
“L’industria e la manifattura in questa regione – ha proseguito la presidente – non è solo la nostra storia: abbiamo l’ambizione di pensare e di chiedere all’industria un contributo alla formazione del PIL maggiore di quanto non accada in altri territori”.
Infine la presidente ha ribadito che “Terni dovrà continuare ad essere città dell’industria e del lavoro, luogo di lavoro e per i lavoratori, capace anche di ripensare se stessa. Con questa consapevolezza guardiamo con fiducia vigile al nostro futuro”.

(modificato h 22,22 )

Il video è di Sergio Dotto

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