Con i voti favorevoli della maggioranza e l'astensione dei commissari dell'opposizione, è stato approvato stamani, in una riunione congiunta della II e III Commissione il Ddl della Giunta regionale concernente le “Norme per la tutela e lo sviluppo del patrimonio ittico regionale, la salvaguardia degli ecosistemi acquatici, l'eserciziono della pesca professionale e sportiva e dell'acquacoltura”. Relatori in Aula saranno, per la maggioranza lo stesso presidente della II Commissione, Franco Tomassoni (Pd), per la minoranza, Enrico Melasecche (Udc).La novità principale riguarda l'accorpamento in un'unica legge delle norme per la pratica della pesca professionale e sportiva. Il testo della legge è stato concertato tra gli assessorati regionali dell'Ambiente e dell'Agricoltura. Particolare attenzione è stata riservata alle sollecitazioni e alle indicazioni proposte, nel corso di precedenti audizioni, dalle categorie rappresentanti della pesca professionale. Verranno istituite due Commissioni consultive, nominate dalla Giunta regionale, una per la pesca sportiva, l'altra per la pesca professionale. L'obiettivo programmatico della legge mira alla conservazione e valorizzazione della fauna ittica, con particolare riferimento alle specie autoctone, attraverso la salvaguardia degli ecosistemi acquatici, il miglioramento e la tutela delle acque (qualitativo e quantitativo), la disciplina delal pesca e degli altri sport acquatici, evidenziando lo stretto legame tra fauna ittica e ambiente in cui essa vive e si riproduce.Tra gli aspetti caratterizzanti del Disegno di legge: una più razionale attribuzione ed esplicitazione delle competenze tra i vari enti; una durata del Piano regionale di sei anni, comunque aggiornabile, pari al tempo necessario per un aggiornamento completo della carta ittica in tutti i bacini idrografici regionali; una maggiore specifica sui programmi provinciali; precise norme a difesa del patrimonio ittico e dei corsi d'acqua, cui attenersi in ogni intervento in ambito fluviale; la regolamentazione degli sport fluviali, della pesca sportiva e professionale; l'affidamento ai Comuni del rilascio delle autorizzazioni all'ittiturismo; il divieto di ampliamento degli impianti di acquicoltura ubicati nel bacino del fiume Nera; l'ampliamento delle tematiche di ricerca finanziabile per l'acquacoltura oltre a quella connessa alla riduzione dell'impatto ambientale; l'affidamento dei compiti di vigilanza e controllo per pesca professionale e acquacoltura anche ai Corpi di Polizia.Tomassoni ha sottolineato l'opera di “semplificazione e delegificazione apportata con un testo di legge che accorpa due attività (pesca sportiva e professionale), prima divise. Il tutto – spiega – senza far perdere di spessore il settore professionale e, quindi, l'acquacoltura che in Umbria rappresenta un'importante attività”.Anche per Melasecche “nel complesso è stata fatta una buona legge. Parliamo – ha detto – di un settore che sta attraversando molteplici difficoltà idriche, riferite sia alla salute dei due maggiori laghi, Trasimeno e Piediluco, che alla qualità dei fiumi. Per quanto riguarda i laghi, il settore andrebbe incentivato sia dal lato turistico (pesca sportiva) sia da quello professionale (acquacoltura). Come opposizione siamo molto soddisfatti perché, grazie a noi non è stata aumentata la tassa di concessione. E, comunque, ogni aumento della stessa sarà di competenza del Consiglio regionale e non della Giunta come era inizialmente contenuto nel testo”.
APPROVATO IN REGIONE IL DECRETO LEGGE SULLO SVILUPPO E LA TUTELA DEL PATRIMONIO ITTICO
Lun, 29/09/2008 - 18:39