“A 18 giorni dalla tragedia oggi non è più il momento delle inchieste ma è il momento del dolore, della riflessione e della solidarietà”. Queste le parole di Don Basilio Bakhes, parroco di San Paolo Apostolo dove, ieri pomeriggio (sabato 30 luglio), hanno avuto luogo i funerali di Katia Dell’Omarino, uccisa nella notte tra l’11 e il 12 luglio sulle colline di Sansepolcro.
Tantissime le persone presenti alle esequie della 41enne, conosciuta in tutta la Valtiberina umbra e toscana in quanto assidua frequentatrice di discoteche ed eventi mondani nel territorio. Dietro alla bara bianca di Katia, sulla quale è stata appoggiata una rosa dello stesso colore, erano presenti, oltre ai parenti (su tutti mamma Rita, il fratello Paolo e la cognata), alcune istituzioni (tra cui il vicesindaco Luca Galli, l’assessore Catia Del Furia e il presidente del Consiglio comunale Lorenzo Moretti), le forze dell’ordine e tanti amici.
All’uscita dalla chiesa, il feretro di Katia è stato accompagnato dagli applausi e da uno striscione: “Ciao Katia, danza con gli angeli” (firmato Borghesi Tesi, gli ultrà del Sansepolcro), a ricordare la sua grande passione per il ballo. La 41enne è stata tumulata al cimitero del Trebbio, proprio a fianco del papà.
Da oggi ripartono dunque le indagini, che ormai dipendono fortemente da quella traccia di dna ritrovata sul corpo della vittima durante l’esame autoptico e che, si spera, possa appartenere all’assassino. Nei giorni scorsi sono già stati fatti i primi confronti su un folto gruppo di persone precedentemente interrogate dagli inquirenti. Polemiche per l’impianto di videosorveglianza pubblica lungo il tragitto, le cui immagini avrebbero potuto dare preziose informazioni: le telecamere, infatti, sono fuori uso da tempo.