E’ già operativo il nuovo Consiglio di amministrazione della Spoleto Credito e Servizi, la cooperativa che da ieri pomeriggio è di fatto uscita dalla amministrazione straordinaria che Bankit e Mef avevano decretato dal febbraio 2013. Neanche due ore dopo la proclamazione che ha visto stravincere la lista capitanata dall’avvocato Massimo Marcucci – lo si è appreso questa mattina – i 9 membri del board hanno voluto fare il loro ingresso a piazza Pianciani per deliberare subito le cariche amministrative così da rendere operativo il Consiglio. Prima però hanno voluto staccare (meglio strappare) i due poster , formato gigantografia, appesi nell’ufficio che immortalavano la così detta “Assemblea della vergogna”, quella del 17 dicembre 2011, la più brutta pagina della storia della coop.
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L’INTERVENTO DI SANDRO MARTINELLI
Le cariche – alla carica di presidente è stato votato, come da pronostico, l’avvocato Marcucci. Vice presidente è il dottor Andrea Marzapane mentre la carica di Segretario è andata a Pier Francesco Graniti. Gli altri membri del cda sono: Mario Arcangeli, Sandro Martinelli, Daniele Betti, Elena Piselli, Francesco Zeppadoro, Cristiana Graziosi Ruiz. Il collegio dei revisori dei conti è invece composto da Andrea Nasini (presidente), Francesco Castellani e Fabio Petrini
Il primo comunicato – di poco fa la prima uscita ufficiale del presidente Marcucci che ha voluto rivolgere il suo pensiero ai soci Scs, ai dipendenti della Bps e a quegli organi di informazione che in questi anni hanno correttamente svolto la loro funzione. Ecco il testo integrale: “Ieri a giudizio di tanti è accaduto qualcosa di incredibile. La cosa incredibile non è che la mia lista abbia riportato più voti dell’altra, ma che i lavori assemblerai si siano tenuti correttamente. Cosa c’è di strano? In un paese normale, nulla. E invece abbiamo dovuto attendere l’arrivo dei Commissari della Banca d’Italia per poter assistere ad una normale assemblea. Bene, sono contento ma mi auguro che da qui in avanti ogni qualvolta si debbano fare delle assemblee non sia necessario chiamare la Banca D’Italia. Dal punto di vista del risultato, reputo che un particolare ringraziamento deve essere dato (al di la dei miei amici che citerò dopo) ai dipendenti della Banca Popolare di Spoleto. In queste ultime settimane, ho cercato di parlare con tanti di loro (non solo con quelli che rivestono incarichi sindacali) rendendomi conto che avevano necessità di discutere con qualcuno, di far sentire i loro timori (il momento è particolare anche per l’arrivo di Banco Desio) e, se possibile, di essere rassicurati. Quello che mi è sembrato veramente strano è il fatto che queste persone non sono abituate a parlare tra loro perché, a mio giudizio, il timore di dire qualcosa contro qualcuno, seppur legittimo, poteva provocargli delle rivendicazioni (queste non legittime). Quindi solo con il rassicurarli è accaduto quello che è accaduto. I dipendenti sono venuti a votare e, rassicurati anche dal voto segreto, hanno espresso la loro volontà. Finalmente! Ripeto quello che a mio modesto modo di vivere le cose devono accadere: ognuno di noi ha dei diritti che devono essere salvaguardati e anche quelli più modesti devono trovare tutela. Il fatto che alcuni di noi evitino di tutelare le proprie legittime aspettative ha due effetti contrapposti: a) restringere la propria sfera giuridica; b) consentire ad altri di approfittare di ciò occupando quella parte del diritto che l’altro soggetto per timore non ha saputo difendere.
Il concetto non è così estraneo a cosa è accaduto oggi (anzi ieri) rispetto a quello che è accaduto nel dicembre 2011, all’Assemblea della vergogna. In quella assemblea effettivamente è accaduto che le persone (molto probabilmente le stesse persone oggi libere da vincoli e da timori referenziali e non solo) hanno potuto alzare la mano per un voto palese che era palese nel risultato ma non nelle coscienze di tante persone che stavano li. Molto probabilmente un voto segreto anche in quel momento magari avrebbe consentito a tanti di iniziare a distruggere quel voto granitico reso così solo perché condotto con una modalità che consentiva ad alcuni soggetti di “controllare” cosa stava accadendo. Invece ieri non è stato così, anche se ad onor del vero ho purtroppo assistito a condotte non certo trasparenti. Tuttavia, per fortuna, tutto è andato per il meglio. Un inciso; presso la sede della SCS erano appesi due poster che rappresentavano l’assemblea del 17 dicembre 2011 nel momento del famoso voto palese….: i due poster sono stati immediatamente staccati dal sottoscritto insieme agli altri consiglieri!
Ora è necessario iniziare a lavorare ma in un modo diverso: noi vogliamo essere la cerniera dei dipendenti e di tutte le sigle sindacali nei confronti della BPS in modo da poter essere di aiuto alle loro esigenze e ovviamente quest’ultimi dovranno essere i portatori degli interessi e delle aspettative dei nostri soci che poi sono i clienti della Banca Popolare di Spoleto. Solo con questo nuovo modo di coinvolgimento (che necessariamente deve essere rivolto anche a Banca Desio), solo riattivando questo circuito virtuoso forse riusciremo a dare nuova vita alla Coooperativa atteso che negli ultimi anni le sue condizioni di salute sono sempre peggiorate fino a quasi farla morire. Per ultimo, ma non per importanza, debbo ringraziare i miei amici di percorso Sandro Martinelli, Pier Francesco Graniti, Maria Arcangeli, Angelo Mariani e Antonio Cordani che dal 2011 hanno capito che dovevamo fare qualcosa (non dimentico neanche il dott. Pietro Roscini). Devo anche dire che un grande aiuto nell’andare avanti (parlo ovviamente del periodo più buio iniziato proprio il 17 dicembre 2011) mi è stato dato anche da quegli amici giornalisti che con le loro puntuali, coraggiose cronache hanno contribuito in maniera determinante ad informarci di come andavano realmente le cose; anche a loro va in qualche modo il merito di aver salvato la nostra Cooperativa prima che precipitasse nel baratro. Tra questi debbo ricordare, in modo particolare, Carlo Ceraso, Carlo Vantaggioli, Sara Cipriani, Leonardo Perini e Pietro Manna di Tuttoggi.info, Massimo Sbardella e Sara Fratepietro del Giornale dell’Umbria, Simone Filippetti del Sole 24 Ore”.
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