(Carlo Vantaggioli)- E alla fine il presidente della Vus Spa, Maurizio Salari, arrivò a Spoleto per una conferenza stampa. Come si conviene, non si va per la prima volta in visita di cortesia senza portare un “presente”, che nel caso odierno è la succosa sospensione decisa dalla Commissione Tributaria Provinciale circa l'esecutività del provvedimento sulle accise-gas post-terremoto non versate, e che ora l'Agenzia delle Dogane rivuole indietro. Sul piatto ballano 5 milioni di euro, cifra che ha fatto alzare una nube tossica, politicamente parlando, che ha contaminato vasti territori. Perlomeno tutti quelli dei comuni, inclusa Spoleto, che nel 2009 si presero i soldini che erano passati dalle casse Asm a quelle della Vus, dopo aver pagato però le imposte sugli utili di impresa, il 35%. La vicenda è nota alle cronache ormai da molti mesi e il provvedimento della Commissione Tributaria mette di buon umore il presidente Salari che prima ancora di mollare il “fagiano” sul tavolo dei giornalisti invita il dirigente Vus, Romano Menechini, a raccontare per filo e per segno cosa è accaduto nella recente disavventura della nuova super-rottura a Colle San Tommaso dell'Acquedotto dell'Argentina. Una bella tecnica di depistaggio comunicativo che simbolicamente passa da un paio di buchi sulla condotta- tubo, al buco sulla condotta-gestione.
Maledetta ghisa- “E' già la seconda volta che questo materiale ci fa degli scherzi”, afferma un sospettoso Romano Menechini raccontando come sia strano che la ghisa, materiale di cui è fatta la condotta del tratto incriminato ( 1,5 mt lineari in tutto ndr.) si buchi in maniera da far pensare ad un fenomeno corrosivo non facilmente comprensibile, sopratutto perchè la ghisa si spacca ma non si buca. Cinque anni prima lo stesso tipo di rottura sempre nella zona di Colle San Tommaso, pochi metri più avanti rispetto al guaio di 72 ore prima. “Stiamo cercando un laboratorio capace- spiega Menechini- che possa analizzare il materiale in modo da evitare per il futuro problemi analoghi. Di bello c'è però che la portata di tutte le sorgenti, quest'anno davvero ricche di acqua, ha consentito di ritornare alla normalità, dopo l'inevitabile chiusura, in men che non si dica”. Interessante prospettiva in vista dei prossimi caldi e memori delle fatiche e dei “dolori” dello scorso anno.
Maledetta Accisa- Con la bombola di ossigeno attaccata, dopo la sospensiva della Commissione Tributaria, un Salari rifiatante si lancia nella diesamina della vicenda accise non versate. “ Ritengo che il comportamento della Vus del 2009 sia stato corretto, tutti gli atti legittimi, e che sia infondata la richiesta dell'Agenzia delle Dogane”. Che altro potrebbe dire l'ex-sindaco di Foligno al tempo del terremoto e della Asm? Lui c'era.
“Sia chiaro in caso di condanna non sapremmo dove trovare i soldi, sia noi che i comuni interessati e la sospensiva ci fa tirare un sospiro di sollievo”, dettaglia con il giusto pathos Salari che così comincia anche a mettere alta l'asticella delle responsabilità. E per pulirsi per bene le mani dopo aver offerto il regalo, aggiunge “Mi risulta incomprensibile una certa acredine di alcune istituzioni e partiti di Spoleto per questa vicenda, quando chi si dovrebbe arrabbiare più di tutti sono i cittadini di Foligno, che saranno costretti nel caso di condanna definitiva a pagare due volte”. A quanto pare l'ossigeno fa miracoli, stimola la competizione tra territori, se ce ne fosse ancora bisogno.
Chiediamo al presidente di Vus Spa se per caso i comuni e la stessa azienda stiano accantonando delle cifre di salvaguardia, nel caso si materializzi la condanna. Salari ci risponde asciutto, “impossibile, la crisi e la carenza di cassa impediscono una simile azione”. Ergo, diciamo noi, se qualcuno dovrà pagare basta fare uno+uno e si scoprirà chi è.
Maledetta “Primavera” dei rifiuti– Una puntatina però la conferenza stampa la fa anche sulla questione rifiuti. Dopo aver chiesto notizie sulla differenziata che stenta a decollare a Spoleto e del porta a porta appena partito a Foligno, tra mille discussioni manco a dirlo, l'asino casca subito sulla discarica di Sant'Orsola chiusa a gennaio, e sull'accordo Ati2 per il conferimento alla discarica di Borgo Giglione che terminerà a giugno. Nel mezzo il progetto di ampliamento e recupero di Sant'Orsola che si è arenato in Regione per alcuni problemi tecnici inerenti il tipo di proposta fatta. “La cosa di per se, non potrà essere risolta in breve”, conferma Salari e poiché a giugno termina l'accordo con B.Giglione si prospetta una estate con tanta acqua, ma anche con tanti rifiuti da sistemare. E non è il solo “crostino” da ingollare. Ogni mese il sovrapprezzo della gita a B. Giglione è di 250mila euro. Se si dovesse poi finire a sversare ad Orvieto la cifra lieviterebbe di non poco a causa della distanza. Come sempre fare uno+uno per capire chi pagherà. Operazione matematica confermata anche da Salari, che candidamente ricorda “ per noi il servizio tanto costa, tanto dobbiamo rifatturarlo, non possiamo fare utili su questa cosa”. E allora la domanda sorge spontanea: ma se questa azienda nella sua operatività fa solo “pari e patta”, perchè tutti quei litigi, al limite della rissa, per andarla a dirigire? Come prima, fare uno+uno per arrivare alla soluzione del problema.
Riproduzione riservata