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Spoleto, “su Montarello fatto il massimo” / Sanatoria possibile nel 92 ma non venne richiesta

Redazione

Spoleto, “su Montarello fatto il massimo” / Sanatoria possibile nel 92 ma non venne richiesta

Mer, 23/04/2014 - 21:25

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Jacopo Brugalossi

Aveva l’inequivocabile aria di chi vuol togliersi qualche sassolino dalla scarpa l’assessore allo sport del comune di Spoleto Juri Cerasini che, a margine della conferenza stampa di oggi che ha presentato i campionati nazionali di specialità di ginnastica artistica (26 e 27 aprile al Palarota), ha spiegato, documenti alla mano, la situazione degli impianti sportivi di Montarello, su cui pende, pesante come una spada di Damocle, la diffida a demolire entro i prossimi tre mesi.

Fatto il possibile – “Ma tutto quello che era in nostro potere per evitarlo – ha assicurato l’assessore – noi l’abbiamo fatto”. Sin dal 2011, quando il Demanio, proprietario dell’area, comunicò al comune di Spoleto che c’era da risolvere il problema delle volumetrie non autorizzate rispetto ai titoli edilizi rilasciati a fine anni ’60. L’amministrazione fece presente il grave problema sociale che si sarebbe venuto a creare dando mandato ai propri tecnici e a quelli dell’Università di Perugia di studiare soluzioni alternative alla demolizione. Una strada che però non ottenne l’avallo della Provincia la quale, al contrario, si disse pronta a trasferire gli atti alla Procura della Repubblica se il comune di Spoleto non avesse preso i provvedimenti che gli spettavano. Si arriva così al giugno dello scorso anno, quando il sopralluogo dei tecnici degli enti interessati ha di fatto sancito la difformità urbanistico edilizia delle volumetrie costruite a Montarello e in prossimità del campo di ruzzolone di Pontebari.

Sanatoria “persa” – In buona sostanza non sono i campi da gioco a dare fastidio – la destinazione d’uso dei terreni è regolarmente passata da agricola a sportiva – ma gli stabili e le strutture non previste dalle concessioni rilasciate tra il ’67 e il ‘69 che quindi, non sembra esserci via di scampo, andranno demolite. Anche perché, a quanto dichiarato da Cerasini, l’opportunità di chiedere una sanatoria le società sportive l’avevano ottenuta nel 1992 ma non l’avrebbero sfruttata. Certo, la richiesta sarebbe poi passata al vaglio del Demanio e della Regione Umbria, ma a quanto pare non fu nemmeno presentata.

Nuova concessione – Ad oggi, inoltre, le società hanno anche un altro problema. Il canone che corrispondono annualmente all’agenzia del Demanio non sarebbe comparabile, a quanto riferito dall’assessore, ad un affitto vero e proprio. Quindi, per continuare a svolgere attività sui campi non abusivi dovrebbero riformulare l’accordo di concessione col Demanio stesso. Insomma un bel rompicapo per la bocciofila, il circolo tennis e il ruzzolone, che avrebbero comunque già deciso di ricorrere al Tar dell’Umbria per ottenere la sospensiva del provvedimento di demolizione.

Palatenda – Non solo Montarello. L’assessore Cerasini ha parlato anche di Palatenda, e lo ha fatto di fronte a uno dei principali conoscitori della travagliata storia della struttura di via Laureti, quel Roberto Settimi che, in qualità di consigliere nazionale di Federginnastica, qualche anno fa aveva predisposto un progetto per gli attacchi degli attrezzi ginnici. “C’entravano due campi gara, avremmo potuto realizzare in contemporanea manifestazioni maschili e femminili”, ha detto Settimi in conferenza stampa. Che la tensostruttura “viva di rimpianti” non è una novità, ma l’assessore Cerasini ha tenuto a precisare che “il Palatenda è nato come una palestra e tale doveva rimanere, vi invito a consultare i verbali delle sedute di consiglio dell’estate 2008 per rendervene conto”. L’assessore ha puntato il dito contro “quelli che, alla vigilia delle elezioni 2009, hanno cominciato ad alimentare le voci sul palazzetto da mille posti, promettendo qualcosa che non poteva essere concesso dalla legge e innescando una specie di cortocircuito tra la cittadinanza”. Si potrebbe obiettare che anche come palestra, almeno fino al completamento dei lavori per l’impianto di riscaldamento e condizionamento, il Palatenda abbia avuto i suoi bei problemi. Ma questa è storia recente, e sotto gli occhi di tutti.

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