Lunedì 3 dicembre, alle 21, arriva al Teatro Nuovo di Spoleto, Leo Gullotta con L'UOMO, LA BESTIA E LA VIRTÙ di Luigi Pirandello, spettacolo che, debuttato nella primavera del 2005, sino ad oggi è stato visto da circa 90.000 spettatori in 35 città e si trova tra i primi dieci spettacoli più visti in Italia nella stagione 2006/2007.
L'entusiasmo degli spettatori per questo lavoro, è dovuto anche alla regia di Fabio Grossi, che ha riportato il testo di Pirandello al sorriso delle origini, aggiungendovi una intelligente carica di paradosso, alla scena di Luigi Perego e alle musiche di Germano Mazzocchetti, a tutta la compagnia, da Antonella Attili, la “virtuosa” signora Perella, a Carlo Valli, il capitano Perella, chiamato la “bestia”, aggressivo e sensuale, a Gianni Giuliano, l'amico medico che aiuta i due amanti, e a tutto il resto del cast. Ma l'indiscusso protagonista di tanto successo è Leo Gullotta in forma smagliante nell'interpretare il professor Paolino, mostrando del personaggio tutto il cinismo e l'ipocrisia mascherati da perbenismo.
L'uomo, la bestia e la virtù è fra le commedie pirandelliane tra le più rappresentate e meglio accolte dal pubblico, probabilmente per le sue esteriori apparenze di pochade che ne nascondo l'intima drammaticità e il suo più valido e intrinseco significato: quello di una satira graffiante delle ipocrisie e del perbenismo borghese, satira che la rende attuale ancora oggi a ottantacinque anni di distanza. Tratta dalla novella Richiamo d'obbligo fu rappresentata per la prima volta nel maggio del 1919 dalla compagnia di Antonio Gandusio, e ben presto tradotta e messa in scena anche all'estero: in Spagna, Polonia, Ungheria, ma anche a Berlino e a Praga, ad Atene e a New York, e nel 1931 a Parigi con Marta Abba. Un successo insperato, visto il dissenso della “prima milanese” e la rimozione dalle scene italiane durante gli anni del fascismo, di questo testo considerato “triviale”, anche se, nel 1922, il critico Silvio D'Amico esprime un giudizio favorevole: “Tutto è trattato con spirito originale, e in tutto s'avverte un sapore acre e nuovo non conosciuto nel nostro teatro prima che Pirandello v'apparisse”. Ma dagli anni Cinquanta, “l'iniezione di veleno” di quest'opera, considerata da Pirandello stesso “una delle più feroci satire che siano mai state scritte contro l'umanità e i suoi valori astratti”, non offende più ed è un susseguirsi di successi.
L'intreccio è molto semplice: il “trasparente” professor Paolino (l'uomo), un insegnate onesto e rispettabile, che dopo aver reso madre “la virtuosa signora Perella” durante una delle frequenti assenze del marito ammiraglio, costringe quest'ultimo, infedele e insensibile al fascino della moglie, e perciò definito “la bestia”, a compiere – contrariamente al suo solito – il proprio dovere coniugale: mezzo per raggiungere tale scopo una torta afrodisiaca appositamente preparata.
In un susseguirsi di scene non prive di angosciosa suspense per i due amanti, la vis comica di Pirandello emerge pienamente: il nascituro avrà un padre legittimo, la virtù della signora Perella e la rispettabilità del professor Paolino continueranno ad essere inattaccabili.
Per informazioni e prenotazioni ci si può rivolgere telefonicamente, fino al giorno precedente lo spettacolo, presso il Botteghino Telefonico Regionale del Teatro Stabile dell'Umbria, tutti i giorni feriali, dal lunedì al sabato, dalle 16 alle 19, al n°075/57542222. E' possibile acquistare i biglietti on-line sul sito del Teatro Stabile dell'Umbria http://www.teatrostabile.umbria.it/.