Consentito raccogliere le olive, anche nel terreni al di fuori del proprio comune di residenza. Questo l’orientamento per le regioni nelle zone di rischio “arancione”, tra cui l’Umbria, la Toscana, la Liguria.
Raccolta delle olive, arriva
la risposta del Governo: le regole
Dopo la nuova classificazione, numerose sono state le richieste di chiarimenti in tal senso. La Regione Liguria ha annunciato un chiarimento in cui consente la raccolta delle olive. In Umbria, già diversi comuni si sono espressi per l’interpretazione più estensiva.
La raccolta delle olive può essere ovviamente effettuata anche dagli hobbisti se il terreno si trova nel proprio comune. Ovviamente rispettando il distanziamento. I raccoglitori professionali possono muoversi tra i confini dei Comuni e delle Regioni, trattandosi di attività lavorativa. Ma devono farlo con l’autocertificazione.
Il problema si pone quando gli hobbisti si devono spostare in altro comune. L’interpretazione prevalente, viste le faq del Governo, è quella estensiva, in assenza di un diverso provvedimento della Regione interessata. La raccolta delle olive può continuare ad essere effettuata anche negli oliveti posti al di fuori del proprio territorio comunale, trattandosi di una attività necessaria per non mandare al macero un bene primario come l’oliva appunto.
Caccia, pesca e tiro: cosa è vietato e cosa è consentito fare
nelle zone gialla, arancione e rossa
Gli spostamenti possono essere effettuati solo limitatamente a tale attività, come deve risultare dall’autocertificazione, nella quale va indicato l’indirizzo dal quale ci si sposta e la zona in cui è situato il terreno dove si raccolgono le olive.
Autocertificazione Covid per spostarsi:
come si scarica e si compila
I familiari impegnati nella raccolta delle olive
Possono effettuare spostamenti in altro comune i collaboratori familiari che aiutino nella raccolta delle olive. Questa misura vale per i soggetti familiari (parenti e affini) entro il sesto grado di parentela.
Per raggiungere i frantoi
E’ ovviamente consentito portare le olive nel frantoio situato all’interno del proprio comune. Se non ce n’è uno o se questo non consente di soddisfare le esigenze del territorio, ci si può spostare in quello di un comune vicino. Questa anche l’interpretazione data da Coldiretti.
Le aziende possono invece portare le olive nel proprio frantoio di fiducia anche fuori dal proprio comune, trattandosi di attività di lavoro.
Per acquistare l’olio
Nelle zone arancioni non ci si può spostare in altro comune per acquistare olio, a meno che la tipologia richiesta non sia disponibile nel proprio comune. L’olio può però essere consegnato a domicilio dall’azienda, anche se situata in altro comune o regione.
Il consiglio è comunque sempre quello di chiedere preventivamente un parere, in caso di dubbi interpretativi, alle autorità locali (ad esempio polizia locale).
Zona arancione, l’allarme di Coldiretti
Le misure più restrittive previste per la “zona arancione”, in cui entra a far parte anche l’Umbria, in particolare con la chiusura della ristorazione, produrranno nuovi pesanti effetti su tutta la filiera agroalimentare a causa del taglio delle forniture di alimenti e bevande. È quanto sottolinea Coldiretti Umbria evidenziando la necessità di adeguati ristori per le imprese colpite e ricordando come da quando è iniziata la pandemia il 57% delle aziende agricole nazionali abbia registrato una diminuzione dell’attività.
Gli effetti della chiusura delle attività di ristorazione – sostiene Coldiretti – si fanno sentire a cascata sull’intera filiera agroalimentare con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti agroalimentari, dal vino all’olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi, latte e formaggi che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco.
In zona arancione sono sospese tutte le attività di ristorazione e, quindi, anche la somministrazione di pasti e bevande da parte degli agriturismi. È consentita – precisa Coldiretti – solo la consegna a domicilio, nonché fino alle ore 22 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle vicinanze dei locali.
Le aziende a Km zero
Proprio con l’aggravarsi della situazione e le restrizioni imposte, la rete Coldiretti delle aziende agricole umbre che fanno perno sul km zero si sta rimettendo in moto a tempo pieno, con le consegne di prodotti agricoli a domicilio e pasti da asporto.
Le limitazioni alle attività di impresa, su cui inciderà anche la riduzione della mobilità – afferma Albano Agabiti presidente Coldiretti Umbria – devono prevedere un adeguato e immediato sostegno economico lungo tutta la filiera per salvare l’economia e l’occupazione e dare liquidità ad aziende che devono sopravvivere all’emergenza.
Con le nuove restrizioni – ribadisce Mario Rossi direttore regionale Coldiretti – che intendono limitare anche gli spostamenti tra territori, è chiaro che il nostro comparto, dalla vendita di prodotti alla ristorazione e ricettività, subirà un altro duro colpo. Occorre perciò in ogni modo salvaguardarlo visto che, specie con la pandemia, ha già dimostrato ampiamente tutta la propria strategicità.