” Nessuno di noi di Casa Rossa è diventato comunista o avversario di chi ha governato o si candida a governare sotto l'ombrello degli interessi che contano (centro sinistra e centro destra), dopo aver perso una poltrona di prima fila nei DS. Non possiamo tradire coloro che ci voteranno perché siamo e ci vogliono oppositori onesti che rifiutano il compromesso, sostenendo chi fino all'ultimo momento ha tentato di accordarsi con gli eredi di Brunini, così confermando che il loro modo di fare politica è lo stesso di una volta. E' per questo che fin dal 19 novembre dello scorso anno abbiamo presentato il nostro candidato sindaco, per indicare una strada di opposizione di sinistra certa e più ancora necessaria, lanciando un forte appello per l'unità dei comunisti.
Hanno ragione certo coloro che temono la frammentazione ma le cose sono andate così, ed è bene che si conoscano.
I grillini hanno mandato a quel paese tutti subito ( Casa Rossa, PdCI, Sinistra Democratica, PRC, Italia dei Valori ). Hanno preso l'iniziativa, hanno convocato tutti per dirgli poi che gli facevano “schifo” e che non volevano avere nulla a che fare con i partiti, con chi aveva occupato posti di potere, con chi era corrotto. Siccome noi non siamo nulla di tutto ciò, e ce lo hanno anche riconosciuto, anche se non hanno avuto mai il coraggio di dirlo in realtà non volevano avere nulla a che fare con i comunisti.
Rifondazione dopo aver affermato per bocca di Agostino Pensa, al primo incontro promosso dai seguaci del comico milionario ( quello che nei suoi comizi mette nella stessa lista di parlamentari da proscrivere Dell'Utri e Farina del Centro Sociale Leocavallo) che MAI si sarebbero alleati con il PD, si sono accordati con il PD, praticamente subito.
L'Italia dei Valori per la verità ha detto che avrebbe provato ad accordarsi con Benedetti, poi è avvenuto che invece che imporre il codice etico, hanno subito il codice politico del PD che ha chiesto la testa degli uomini ex DS coinvolti nelle faide interne dell'era Brunini.
Il PdCI ( alias Sinistra per Spoleto) per non subire la stessa sorte, dopo aver tentato fino alla fine di accordarsi, ha dovuto arrendersi e fare da solo, perché sostenere il nostro candidato Sindaco Fabiani gli è sembrato troppo ( a parole c'hanno detto che è a Perugia che non hanno voluto, ma insomma, anche fosse vero, siamo li).
La situazione perciò è chiara, anche se non conosciuta e le riflessioni da fare sono queste, la prima è che ci sono tre gruppi politici capeggiati da uomini reduci dalla diaspora diessina, ognuno diretto di fatto da un ex dirigente DS. Andreani per l'Italia dei Valori, Pensa il PRC, Calabresi il PdCI. Ognuno con la propria macchina elettorale pronti alla sfida come vecchi capicorrente.
La seconda riflessione è che se non ci fossero stati i veti sugli ex DS, si sarebbero accordati tutti, e ciò parla del fatto che il problema vero erano gli uomini, non l'accordo con gli eredi della banda Brunini.
La terza è che c'è chi l'accordo l'ha fatto lo stesso nascondendo ciò che non potevano presentare, cioè Pensa, mentre gli altri hanno avuto uno scatto di orgoglio, oppure non hanno saputo reprimere gli istinti personalistici.
Noi pensiamo che non aver scelto di sostenere il candidato Sindaco di Casa Rossa, oppositore da sempre della politica dei comitati di affari di casa nostra, è stato da parte loro un marchiano errore, e hanno perso una importante occasione politica semmai l'hanno cercata, anche di essere presenti in Consiglio Comunale.
Pensiamo pure che coloro che vogliono aria nuova a Spoleto sapranno distinguere tra chi non ha fatto accordi con Brunini nel passato e ha chiaramente detto per il futuro non ne farà con i suoi eredi, e chi invece gli accordi li ha fatti nel passato ( o meglio ha avuto anche, chi più chi meno, un passato comune con Brunini ) e li ha provati a fare per il futuro.
Intanto sarebbe bene che gli elettori comunisti chiedano loro che intenzioni hanno al secondo turno e se tenteranno ancora l'abbordaggio al Centro Sinistra in una situazione di pressante e reciproca convenienza politica.
Come ognuno può capire perciò non abbiamo avuto alternative che mettere la garanzia della nostra storia politica e personale in questa vicenda elettorale, perché nessuna certezza può dare chi si propone come nuovo e intanto costruisce ciò che dice di voler combattere, un partito e una macchina elettorale ( altro non sono un gruppo di cittadini maturi che votano mediamente da 15 anni, organizzati, con un programma a “cinque stelle”, presenti in centinaia di grandi e piccole città) , senza avere la capacità di vedere che quell'onestà e quella giustizia che cercano ce l'avevano già in città, come nessuna certezza può dare chi in realtà non è mai uscito dalla logica di fare accordi con il centro sinistra.
Noi ce la faremo, fateci lavorare un mese alla pari e vedrete, la crisi spingerà i ceti popolari dalla nostra parte, la sola parte che li difende. La differenza infatti sta tutta qui e non è poca, comunque vada dopo il 7 giugno saremo in campo, il Consiglio Comunale per noi è uno strumento non un obiettivo. Per coloro che invece fanno del Consiglio un obiettivo in caso di sconfitta saranno dolori e non crediamo proprio che sopravviveranno.”
-Comunicato stampa a cura di: COLLETTIVO DI LAVORO POLITICO DELL'ASSOCIAZIONE CULTURALE CASA ROSSA-
