UN SUICIDIO E UN TENTATO SUICIDIO IN MENO DI DUE ORE. FANCULO AL PONTE DELLE TORRI DI SPOLETO, METTETELO IN SICUREZZA - Tuttoggi.info

UN SUICIDIO E UN TENTATO SUICIDIO IN MENO DI DUE ORE. FANCULO AL PONTE DELLE TORRI DI SPOLETO, METTETELO IN SICUREZZA

Redazione

UN SUICIDIO E UN TENTATO SUICIDIO IN MENO DI DUE ORE. FANCULO AL PONTE DELLE TORRI DI SPOLETO, METTETELO IN SICUREZZA

Sab, 01/11/2008 - 23:54

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di Carlo Ceraso

Sono stati ben due gli allarmi scattati ieri sera ai centralini delle forze dell’ordine, allertate da altrettante famiglie preoccupate per le sorti di propri congiunti. A distanza di poco tempo, forse meno di un’ora, un uomo e una donna si sono ritrovati infatti davanti alla finestrella del Ponte delle Torri. Lei, originaria di Spello, ha scavalcato il muretto e si è lanciata nel vuoto. Un turista straniero ha rinvenuto la sua borsa e l’ha consegnata al portiere di notte dell’Hotel Gattapone. Insieme, visionando i documenti, hanno chiamato i familiari e questi a loro volta il 113.

Ma in quegli stessi minuti un altro allarme era stato lanciato ai carabinieri per le sorti di un uomo. Anche lui è arrivato fin davanti alla finestra, inconsapevole di quanto successo poco prima. Fortunatamente è tornato sui suoi passi. Mentre si allontanava dal Ponte ha incontrato i militari che si erano precipitati per cercarlo. La stessa pattuglia (il maresciallo Biagioli e il brigadiere Venanzi) che lo scorso 19 luglio avevano salvato in extremis la vita ad una donna ricevendo per questo anche i complimenti del generale Paschetto.

I loro colleghi intanto, insieme ad agenti del commissariato, vigili del fuoco e 118, perlustravano la zona ai piedi del Colle S. Elia dove, intorno alle mezzanotte, hanno rinvenuto il corpo senza vita della donna.I due ‘casi’, registrati a poca distanza l’uno dall’altro, sono destinati a riaprire l’annosa polemica sulla necessità di mettere in sicurezza il secolare monumento che, con la triste fama assunta negli ultimi decenni, non può più essere preso a simbolo della città.

Come ritenerlo tale dopo che nell’immaginario collettivo è divenuto ormai più famoso per esser teatro del dolore di tante famiglie? Come pensarlo simbolo di Spoleto quando persino una pubblicazione di un ente pubblico lo indicava come il “noto Ponte dei suicidi”? Eppure da più parti, nel tempo, sono arrivate tante sollecitazioni per metterlo in sicurezza. Anche dalla politica. Consiglieri come Panfili (An) e Calandri (Margherita), tanto per citare quelli che più recentemente sono intervenuti sulla problematica, hanno preso posizione. Calandri poi, saputo dei due casi di ieri, ha fatto sapere che presenterà un esposto anche alla Procura della Repubblica. D’altra parte la stessa finestrella non è a norma: se solo si trovasse all’interno di un edificio pubblico, di una scuola come di un comune, o persino all’interno di un’area privata si urlerebbe allo scandalo per l’assenza di barriere di protezione. Indubbiamente sul Ponte si può. C’è poi un aspetto per così dire psicologico: senza entrare nel merito, appare fin troppo evidente la necessità di eliminare ogni possibile ‘stimolo’.

Intanto però, mentre dalla città si solleva l’indignazione, c’è chi continua a dormire. Dormono al Comune come alla Sovrintendenza. Da tanti, troppi anni ormai che sembra quasi un peccato svegliarli. Dorme anche quella parte di mondo cattolico sempre pronta però a prender posizione e a sparare giudizi anche su legittime scelte altrui, come quelle dei casi Welby e Eluana. Ma a prender in considerazione soluzioni come quella che 30 anni fa fu adottata alla Rocca Paolina di Perugia (dove fu installata una rete di protezione) nessuno ci pensa.

Certo fra un sonno e un pisolino ci può scappare qualche discussione ‘teorica’, magari su quale soluzione potrebbe essere la più compatibile con il paesaggio naturale e architettonico del Ponte: finestra, cancello, inferriata, rete, sensori, etc. E così gli anni passano. Dimenticando, i poverini, quante autorizzazioni ben più gravi, quanto ad impatto paesaggistico, hanno firmato e continuano a firmare.

Basta dare uno sguardo dalle parti di Via Martiri della Resistenza o allo scempio fatto alle verdi colline che un tempo impreziosivano il comprensorio, per capire quanto hanno davvero a cuore la salvaguardia del territorio. L’ultima perla l’hanno pensata e realizzata proprio lungo il camminamento del Ponte delle Torri recentemente ribattezzato la ‘lettiera di Spoleto’ per quella sorta di ghiaia resinosa di color bianco che tanto piace a cani e gatti che vi lasciano i loro ricordini: e pensare che ci avrebbero fatto fior di studi per trovare la resina più idonea, più ‘compatibile’ con il monumento. Adesso stanno pensando di cambiarla con un’altra. Fanculo al Ponte!

E’ per questo che, ricordando il leit motiv di Marco Porcio Catone (Carthago delenda est), a partire da oggi e a cadenza settimanale, in un articolo a caso, di qualunque argomento e natura, aggiungeremo al titolo o sottotitolo “Mettete in sicurezza il Ponte”. Almeno fino a quando chi di competenza non interverrà per rimuovere ogni pericolo.

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