Federico Bigotti da lunedì sera è in una Rems (Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza) della Toscana. Il giovane matricida, dichiarato incapace di intendere e di volere, che due anni fa (era il dicembre del 2015) ha ucciso Anna Maria Cenciarini nella loro casa di Città di Castello ha lasciato la stanza del Repartino psichiatrico di Perugia dove di fatto è stato ospite per un anno, da “cittadino libero”. Dopo il giudizio di improcedibilità nei suoi confronti il giudice di Perugia ha deciso che l’unico posto adeguato per trattenerlo non fosse il carcere ma una struttura specializzata.
Madre accoltellata, non c’è posto per Bigotti in Rems
Ma dalla chiusura degli ospedali psichiatrici, con il passaggio alle Rems, sul territorio nazionale ancora non tutto fila come dovrebbe. Per questo c’è stato da attendere che nella struttura toscana (che in base ad accordo ospita anche la quota di pazienti umbri) si liberasse un posto. Cosa che è avvenuta nelle scorse ore, raddrizzando dunque finalmente una stortura del sistema che aveva creato non poche preoccupazione tra quanti hanno seguito la vicenda, compresi i legali difensori del giovane, avvocati Vincenzo Bochicchio e Francesco Areni.
Federico Bigotti litiga con un altro paziente, dal repartino lamentano: “Può essere pericoloso”
E’ stato un anno di preoccupazione, perché un reparto di psichiatria non era un luogo adatto per contenere la pericolosità di un giovane che ha ucciso a coltellate la madre perché la riteneva responsabile dei suoi mali, era ben evidente. E un anno è un tempo lungo rispetto ad una “soluzione temporanea” in attesa di una sistemazione più congrua, ovvero la Rems che imponeva la legge. E allora, dal “Repartino”, era partita una relazione indirizzata al magistrato di sorveglianza di Perugia che segue il caso. Il problema però era sempre lo stesso: lo stesso magistrato, già in passato, aveva provato a sollecitare nuovamente il collocamento di Bigotti in Rems senza esito. Lunedì finalmente la svolta.
(s.m.)