Trota Fario, Legambiente e Puletti... a pesci in faccia

Trota Fario, Legambiente e Puletti… a pesci in faccia

Redazione

Trota Fario, Legambiente e Puletti… a pesci in faccia

Dom, 21/05/2023 - 08:05

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Dopo l'attacco degli ambientalisti alla mozione in Regione, la replica dell'esponente della Lega

Pesci in faccia, è proprio il caso di dirlo visto il tema, tra la consigliera regionale della Lega Manuela Puletti e Legambiente. Il nodo del contendere è la mozione, promossa dalla stessa Puletti insieme al collega della Lega Valerio Mancini, con cui il Consiglio regionale impegna la Giunta ad intervenire presso le istituzioni regionali per non vietare il possesso della trota Fario.

In ballo ci sono da una parte gli interessi e le aspettative dei pescatori, dall’altra le norme nazionali che recepiscono le direttive europee sulla biodiversità. E il progetto che vede impegnate Legambiente e l’Università di Perugia per il ritorno in particolare sul Nera e sui fiumi della Valnerina della trota autoctona, quella Mediterranea, al posto di quella Atlantica. Progetto che coinvolge il Centro ittiogenico regionale di Cerreto di Spoleto.

Un progetto scientifico difeso da Legambiente, che per questo attacca la mozione e la sua finalità di “sposare” la causa della specie alloctona.

La replica di Puletti

Una posizione alla quale ora replica la stessa consigliera Puletti: “La presunzione di Legambiente stupisce ogni giorno di più. Pochi giorni fa pretendevano di dettare le regole della pesca umbra già notevolmente compromessa, oggi con una manciata di iscritti pensano di parlare a nome di tutti i pescatori e si permettono di sentenziare su una mozione votata da tutta la maggioranza, Giunta compresa, con la quale si impegna l’esecutivo a intraprendere tutte le azioni necessarie a evitare il divieto di detenzione della trota fario, condizione che causerebbe la fine della pesca in Umbria e non solo”.

“Sono certa che la Regione, così come il Governo centrale a trazione centrodestra – prosegue Puletti – sarà in grado di ribellarsi a queste folli decisioni di quell’Europa che oltre a indicare la trota fario come ultra pericolosa, vuole imporre vermi, locuste o farina di grilli sulla tavola degli italiani. Tra l’altro appare piuttosto anacronistico che Legambiente difenda così tanto questa direttiva europea, quando poi gli ambientalisti promotori del ‘no kill’ pescano le iridee nei tratti consentiti e le rigettano nel fiume senza contribuire all’ “eradicazione di questa specie così pericolosa”: come al solito le interpretazioni della legge a seconda della convenienza”.

“Ricordo ai poco studiosi di Legambiente – prosegue ancora l’esponente della Lega – che molte regioni italiane hanno autorizzato il ripopolamento dei fiumi tanto da costringere i pescatori umbri a spostarsi nella vicina Toscana per partecipare alle gare di pesca sportiva: eppure trattasi dello stesso fiume, il Tevere. La domanda che sorge spontanea è – chiede ironicamente il consigliere leghista – una volta arrivati a San Giustino le trote faranno come i salmoni e risalgono la corrente o continueranno nel corso d’acqua umbro?”.

“L’Umbria – afferma ancora Puletti –  è una delle regioni con il più alto numero di progetti ‘life’, ereditati dalle precedenti amministrazioni di sinistra, è evidente che tali progetti sono fortemente limitativi per una parte e ampiamente permissivi per altri. L’auspicio è che questi progetti life, di cui riconosco la legittimità, ma non condivido l’approccio di alcuni, vadano scemando affinché quando si parla di pesca e del suo indotto non ci sia alcun tipo di limitazione ideologica, perché pensare che la trota fario sia pericolosa è pura follia anche solo scriverlo”.

“In Conferenza Stato – Regioni – conclude il consigliere – sono certa che l’Umbria intraprenderà tutte le azioni possibili per evitare il declino totale della pesca in Umbria e le ripercussioni negative che la messa al bando della trota fario avrà nella nostra economia. La politica del ‘no’ tanto amata da Legambiente non ha mai portato a miglioramenti e se oggi per tagliare un albero si mobilitano dieci persone, per impedirlo la vittoria non è certo di Legambiente, ma è la sconfitta della comunità”.

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