Terremoto Aquila, arresti e perquisizioni per tangenti / Indagato ingegnere di Perugia / Tutti i nomi dell'inchiesta "Do ut Des" / Aggiornamento - Tuttoggi.info

Terremoto Aquila, arresti e perquisizioni per tangenti / Indagato ingegnere di Perugia / Tutti i nomi dell'inchiesta “Do ut Des” / Aggiornamento

Redazione

Terremoto Aquila, arresti e perquisizioni per tangenti / Indagato ingegnere di Perugia / Tutti i nomi dell'inchiesta “Do ut Des” / Aggiornamento

Mer, 08/01/2014 - 08:55

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Sara M.

Gli agenti della Squadra Mobile della Questura dell’Aquila, con la collaborazione di quella di Teramo e di Perugia, stanno eseguendo 4 misure cautelari in regime di arresti domiciliari, più altre perquisizioni, in ditte, abitazioni e al Comune di L’Aquila nei confronti di attuali e ex assessori e funzionari pubblici aquilani ritenuti responsabili, a diverso titolo insieme a imprenditori, tecnici e faccendieri, di millantato credito, corruzione, falsità materiale e ideologica, appropriazione indebita su appalti legati alla ricostruzione post-terremoto del 6 aprile 2009.

Le persone arrestate sarebbero dunque 4. Le indagini, avrebbero permesso di accertare, anche con intercettazioni, l’esistenza di un presunto sistema di tangenti, radicato nel tempo e nel territorio, in particolare per i lavori di messa in sicurezza di edifici danneggiati. Ulteriori dettagli saranno forniti nel corso di una conferenza stampa che si terrà nel corso della mattinata nella Questura de L’Aquila.

Indagato un perugino. Otto sarebbero invece gli indagati tra i quali spicca un nome sul versante umbro, un ingegnere di Perugia, all’epoca direttore e progettista dei lavori per le opere provvisionali di messa in sicurezza di palazzo Carli, sede del rettorato dell’Università dell’Aquila. Tra le otto persone coinvolte spiccano nomi di vertice dell’amministrazione comunale aquilana. Personaggi di spicco anche due dei quattro arrestati ai domiciliari.

I nomi dei coinvolti. Trapelano da giornali e tv i nomi degli indagati. Tra le otto persone coinvolte c’è anche l’attuale vice sindaco dell’Aquila, all’epoca dei fatti assessore all’urbanistica che risulta tra gli indagati. Due dei quattro arrestati ai domiciliari un dirigente dell’Asl , già assessore della Giunta di centrodestra, all’epoca dei fatti consigliere comunale delegato per il recupero e la salvaguardia dei beni costituenti il patrimonio artistico della città, e un assessore comunale alla Ricostruzione dei beni culturali e il direttore del Consorzio dei beni culturali della Provincia dell’Aquila. Ai domiciliari una dipendente collaboratrice del Consorzio beni culturali e un funzionario responsabile Centro-Italia della Mercatone Uno S.p.a. Gli altri denunciati sono il direttore del settore Ricostruzione pubblica e patrimonio del Comune dell’Aquila, all’epoca dei fatti funzionario responsabile dell’ufficio Ricostruzione; un ingegnere di Perugia, all’epoca direttore e progettista dei lavori per le opere provvisionali di messa in sicurezza di palazzo Carli, sede del rettorato dell’Università dell’Aquila; un imprenditore di Bassano del Grappa, amministratore delegato della Steda Spa, aggiudicataria di alcuni appalti.

Le reazioni, il sindaco “mi sento tradito”. “E’ stato un fulmine a ciel sereno, mi sento fortemente tradito”. Queste le prime dichiarazioni del sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, a commento dell’operazione che gli inquirenti hanno denominato “Do ut Des” . “Sono un garantista però l’unica cosa che mi sento di dire – ha aggiunto – chiedo veramente, disperatamente, alla magistratura e all’autorità giudiziaria, piena luce, comunque e dovunque illuminando qualsiasi angolo, qualsiasi luogo di questa amministrazione comunale”. “Dalle pochissime notizie che ho in questo momento – ha proseguito Cialente – si tratterebbe di un fenomeno molto limitato, in particolare di una societa’ che ha utilizzato il puntellamento a palazzo Carli, sede del nostro rettorato. Ma questo non vuol dire. Ripeto, qualsiasi ombra, qualsiasi pelo nell’uovo rovina l’intera immagine della città. Dopo di che spero che tutti gli indagati possano dimostrare la loro innocenza”.

Articolo anonimizzato in data 13 febbraio 2024, in virtù del diritto all’oblio

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